Omelia (31-05-2015)
don Luciano Cantini
Una storia traboccante d'amore

Interroga pure i tempi antichi
L'umanità vive nella dimensione della storia, e nella storia vive l'esperienza di Dio. Dio parla, agisce, si rivela nella storia degli uomini, per quanto l'uomo lo immagini come Dio del cielo: Il Signore ha posto il suo trono nei cieli e il suo regno domina l'universo (Sal 103,19).
Il popolo d'Israele è passato attraverso un'esperienza totalmente unica: ha udito la voce di Dio, ha avuto con Lui in una relazione poco meno del contemplarlo faccia a faccia e che rimanesse vivo! A Israele è chiesto di rendersene conto e domandarsene il senso. A Israele è chiesto di riconoscere che il Signore è Dio lassù nei cieli e quaggiù sulla terra: non ve n'è altro.
Al di là di quanto l'uomo possa immaginare o concepire, limitato come è dalla sua esperienza, Dio desidera entrare in relazione con un popolo, vuole entrare nella sua storia e farsi vicino. Il Signore dal cielo si china sui figli dell'uomo (Sal 14,2). L'uomo che esprime paure e timori non riesce a comprendere il senso di un Dio che ha amato i tuoi padri, ha scelto la loro discendenza dopo di loro (Dt 4,37), un Dio che si è innamorato del capolavoro delle sue mani da impegnarsi nel futuro, nella discendenza che verrà nella storia: Dio è fedele a se stesso. La storia non è terminata, il Dio geloso è pronto a fare misericordia, a onorare il suo Patto e ne chiede memoria. Nella memoria del futuro Dio dà vita. Quegli avvenimenti passati hanno un rilievo assoluto sul nostro oggi, proprio per questo domenica di Pentecoste avevamo contemplato lo Spirito della verità che coniuga il passato col presente e il futuro: dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future (Gv 16,13).

Sappi dunque oggi e medita bene nel tuo cuore
È motivo costante nella rivelazione divina la richiesta di fare memoria del passato, non per una mera nostalgia di ciò che non è più, piuttosto perché nel passato Dio ha seminato ciò che ancora deve essere. L'invito: medita bene nel tuo cuore fatto a Israele, trova in Maria una costante attenzione perché, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore (Lc 2,12).
È assolutamente necessario meditare, custodire, interrogarsi, fare memoria, perché l'uomo è talmente immerso nella dimensione storica, come lo è nell'aria, da non distinguerla e non comprendere come il tempo sia l'occasione data da Dio per l'incontro con Lui. Noi infatti non incontriamo Dio nello spazio, non c'è un luogo che Dio ha scelto per incontrarci, mentre è nel tempo, nella dimensione storica che Dio si lascia incontrare.
C'è però da considerare una sorta di sfasamento tra il tempo della Rivelazione e quello dell'ascolto da parte dell'uomo; distratto da tante parole non percepisce il presente ma scopre, rileggendo il passato, che Dio gli ha parlato. Il passato è momento fondamentale di ogni presente e per ogni futuro, è determinante la memoria per scoprire Dio all'opera, la memoria è il luogo della scoperta di Dio.
Ognuno ritaglia come può il tempo dello svago, del riposo, della ritualità individuale, il tempo per rigenerarsi per produrre, consumare, raggiungere, mantenere, perdere... Possiamo vivere solo di presente? Stiamo ritornando schiavi senza conoscere il padrone, come sarà il futuro per l'uomo se vive la sola dimensione del presente senza memoria?

Perché sia felice tu e i tuoi figli dopo di te
L'esperienza d'Israele è quella di un Dio misericordioso che non ti abbandonerà e non ti distruggerà, non dimenticherà l'alleanza che ha giurato ai tuoi padri (Dt 4,31). Il senso della fede del popolo di Dio è tutta relazionale; la dimensione spirituale passa pragmaticamente attraverso il rapporto amorevole o conflittuale con l'unico Dio che ha scelto quel popolo, lo ha reso suo partner con un Patto che si mantiene saldo per sua misericordiosa volontà. Tutto quello che siamo è legato al bene che Dio vuole a noi, ogni giorno possiamo essere confermati nella certezza che Lui ci vuole bene perché il bene, che nostri padri hanno ricevuto al loro tempo, in realtà è fatto a noi oggi (cfr Dt 4,37) ed ogni giorno si è arricchito della esperienza delle generazioni successive e della nostra attuale esperienza. Quella che oggi ascoltiamo è una grande dichiarazione d'amore che va oltre lo spazio e il tempo.
La felicità per noi oggi, e per i nostri figli domani, sta nella fede che ci fa sentire Dio vicino a noi, come nostro Padre, nella gioia originata dalla comunione col Signore Gesù che ci fa gustare il sapore della vera felicità nel rendere felici gli altri, perché testimoni della Misericordia che il Paràclito continuamente ci annuncia.

La Santissima Trinità non è il prodotto di ragionamenti umani; è il volto con cui Dio stesso si è rivelato, non dall'alto di una cattedra, ma camminando con l'umanità (PAPA FRANCESCO, 26 maggio 2013).