Omelia (03-06-2015)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Mc 12, 26-27

"Disse Gesù: "Riguardo al fatto che i morti risorgono, non avete letto nel libro di Mosè, nel racconto del roveto, come Dio gli parlò dicendo: "Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe"? Non è Dio dei morti, ma dei viventi!".

Mc 12, 26-27


Come vivere questa Parola?

Tra gli Israeliti, soprattutto la setta dei Sadducei, riteneva impossibile e assurda la Risurrezione dai morti. Gesù non teme di renderli consapevoli dell'affermazione contraria, che è proprio il trionfo della vita sulla morte. Il Signore si rifà a un passo dell'Antico Testamento (Es. 3, 6) dov'è rivelata l'Alleanza che Dio strinse con Abramo, promettendo al nostro ‘Padre nella Fede' di mantenere questo patto tanto salutare anche con i suoi discendenti: Isacco, Giacobbe e... ovviamente quelli che sarebbero venuti poi. Ecco dunque la chiarezza del ‘vero': se Abramo fosse morto per sempre non sarebbe stato una vera e propria ‘presa in giro' la promessa che Dio gli aveva fatto di essere per sempre il suo Salvatore?

Quanto poi al modo della Risurrezione dei corpi Gesù dice che saranno simili agli Angeli ed escludendo le relazioni coniugali (che hanno funzioni procreative) Gesù non ‘slitta' nell'assurdo ma nel mistero, sottolineando così che la Risurrezione dai morti sfugge alla capacità della mente umana che - lo sappiamo! - non è illimitata.

Ma quell'affermazione centrale: "Non è un Dio dei morti ma dei viventi" è come lo squillo d'una musica arcana dove anche quel che è tenebroso, in ciò che rimane mistero, a un certo punto si trasforma in luce, in certezza e consolazione.


Signore Gesù, fa' che non dimentichi mai che l'ultima parola, anche della mia vita, non sarà morte, ma Risurrezione. Donami di risorgere per stare con Te nella TUA gioia che è Amore per sempre.


La voce di un santo dottore della Chiesa

"Se togliamo la fede nella risurrezione dei morti, crolla tutta la dottrina cristiana. Ma una volta posta salda la fede nella risurrezione dei morti, si deve distinguere nettamente la vita futura da questa nostra che passa, se si vuole avere una sicurezza interiore. Dunque il problema si pone così: se non v'è risurrezione dei morti, non v'è per noi speranza di vita futura, ma se vi sarà risurrezione dei morti, vi sarà veramente la vita futura. Quale sarà la vita futura, è il secondo punto da trattare. Due quindi i problemi: il primo, se vi sarà risurrezione dei morti, il secondo quale sarà la vita dei santi nella risurrezione."

S. Agostino


Sr Maria Pia Giudici, FMA - info@sanbiagio.org