Commento su Gv. 19,33
«Venuti però da Gesù e vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne usci sangue ed acqua»
Gv. 19,33
Come vivere questa Parola?
La festa del Cuore di Gesù ci rivela che al centro della vita e della fede cristiana vi è l'amore incondizionato e totale di Dio rivelato sulla croce di Cristo: un amore misteriosa che affronta la morte pur di salvare l'uomo.
Nel gesto dell'anonimo soldato che colpisce il costato di Gesù morto, da cui sgorgano sangue ed acqua, si riassume il suo sacrificio: nel sangue e nell'acqua vediamo simboleggiati e mirabilmente espressi i sacramenti fondamentali per la nostra vita cristiana: Battesimo (acqua viva che ci purifica) ed Eucarestia (cibo e bevanda che ci nutrono).
La vita nuova del cristiano sgorga dal cuore stesso di Gesù: un "cuore che ha tanto amato gli uomini" (come dirà il nostro Redentore, apparendo a s. Margherita Maria Alacoque, sua fervente devota), che ci ha riconciliati col Padre e ci ha reso fratelli e sorelle tra noi.
Un amore dunque legato al memoriale della sua passione e morte, da cui irradia forza e grazie, un amore che continua in modo sublime nei santi e nei martiri (e quanti ve ne sono ancora oggi!).
Dimostriamo dunque a Dio la nostra immensa gratitudine, ricambiando quell'amore che ci immerge nello splendore della santità di Dio e traspare nella carità verso il prossimo.
O Signore, rendi il mio cuore simile al tuo e fa' che attinga con gioia alle fonti della salvezza.
La voce Dal Messale Romano
"Padre di infinita bontà e tenerezza, che mai ti stanchi di sostenere i tuoi figli e di nutrirli con la tua mano, donaci di attingere dal Cuore di Cristo trafitto sulla croce la sublime conoscenza del tuo amore, perché rinnovati con la forza dello Spirito portiamo a tutti gli uomini le ricchezze della redenzione. Per il nostro Signore Gesù Cristo".
Orazione iniziale, nella solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù
D. Mario Maritano SDB - maritano@unisal.it