Omelia (18-06-2015)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Mt 6, 7

"Pregando, non sprecate parole."

Mt 6, 7


Come vivere questa Parola?

Mi sembra di intravedere in questa frase la vecchia diatriba tra quantità e qualità. Meglio poco ma buono, o tanto anche se andante? Certo dipende dai contesti. A volte meglio in un modo, a volte meglio nell'altro. Come sempre l'importante è non nascondere dietro la scusa della qualità, la pigrizia e l'incapacità di dare spessore (quantità) al nostro agire, compreso il nostro pregare. O viceversa. Certo le tante parole non sostituiscono, nel caso della preghiera, un'intimità autentica, una comunione continua, una contemplazione assidua. La preghiera è davvero un po' come l'amore in ogni relazione: di per sé non ha bisogno di quantità di tempo, di quantità di parole. Vive anche mortificato, dimenticato. Però soffre. Poterlo celebrare dando ad esso tempo e voce è molto più bello, soprattutto se tempo e voce restituiscono l'intensità del rapporto. Ma intimità, comunione e contemplazione, se esistono, sanno resistere oltre mortificazione.


Signore, rendi la nostra preghiera autentica e autenticamente desiderata. Da noi, per dirti che ti amiamo.


La voce di un teologo

"Ci viene insegnato che il cuore della preghiera non è la chiacchiera, ma il dialogo; non la lista della spesa, ma la relazione; non un genio della lampada, ma un Padre (che dice anche di no per il nostro bene); non un traguardo umano, ma uno sguardo divino (sia santificato il Tuo nome); non la mia, ma la Tua volontà. Perché «nella via dei tuoi insegnamenti è la mia gioia, più che in tutte le ricchezze» (Sal. 119,14).

Robert Cheaib


Sr Silvia Biglietti FMA - silviabiglietti@libero.it