Omelia (07-06-2015) |
mons. Antonio Riboldi |
IL CORPUS DOMINI - GESÙ IN NOI: L'EUCARESTIA Domenica scorsa con la solennità della SS.ma Trinità abbiamo potuto contemplare il Mistero di amore che è il nostro Dio. Come ha detto Papa Francesco all'Angelus: "La Trinità è comunione di Persone divine le quali sono una con l'altra, una per l'altra, una nell'altra: questa comunione è la vita di Dio, il mistero d'amore del Dio Vivente. E Gesù ci ha rivelato questo mistero. Lui ci ha parlato di Dio come Padre; ci ha parlato dello Spirito; e ci ha parlato di Sé stesso come Figlio di Dio. E così ci ha rivelato questo mistero." Il Padre, quando ama - e ama sempre con totale fedeltà - toglie ogni confine all'amore e lo veste di infinito, come del resto è nella natura del vero Amore, che è Dio stesso. Il Padre ci ha fatti partecipi del suo Amore creandoci, ma soprattutto, per dirci quanto ci vuole bene, ci ha fatto dono del Figlio, Gesù. E Gesù volle essere con noi, uno di noi. Il Suo Amore non poteva che essere dono: dono della Sua Presenza, dono della Sua Parola, dono della Sua Vita, fino in fondo, sulla croce! E Gesù non ha voluto lasciarci soli, ci ha donato lo Spirito Santo, che ci ‘guiderà a tutta la verità' (Gv 16,13) Gesù ha davvero dato tutto e ha voluto che questo dono arrivasse a ciascuno di noi concretamente. Lo fa - Lui, il Risorto, il Vivente -, non solo con la Sua Presenza reale vicino a ciascuno di noi, anche quando gli sbattiamo la porta in faccia, ma soprattutto con il dono del Suo Corpo e Sangue. Noi, tutti, abbiamo un enorme bisogno di amare ed essere amati, più dell'aria che respiriamo. Purtroppo, troppo spesso, sperimentiamo che dell'amore conosciamo solo ‘la superficie', fino ad usare la parola, troppe volte, con scorrettezza o ambiguità, o semplicemente come ‘un modo di dire'. Ecco perché il dono di un vero Amore è per noi davvero ‘il respiro dell'anima'. L'amore è davvero l'impronta che Dio ha lasciato in noi creandoci. Ignorare questa verità è cadere nell'infelicità, o peggio, affidarsi all'odio o all'indifferenza. E Gesù ha voluto essere il grande Dono del Padre. Gesù è andato oltre: ha assicurato che Lui, dopo la Resurrezione, sarebbe stato vicino a noi ‘fino alla fine del mondo'. Chi crede sussulta di gioia e fiducia sapendo che mai e poi mai è ‘solo': Gesù è con noi, a condividere tutto. Sì, proprio tutto! Il Suo Amore oltrepassa quei confini che appartengono alla nostra povera e fragile umanità. Gesù non si è accontentato di dare la vita per noi, ma ha voluto addirittura essere ‘cibo', ‘pane della nostra esistenza'. Vivere di ‘quel Pane', ‘il Pane della Vita', dovrebbe essere la fame di ogni credente che vuole conoscere da vicino e ricevere la forza, la fede che Dio può e vuole donare nell'Eucarestia. E ci sono tanti fratelli e sorelle che, nella fede, dono dello Spirito, ‘vivono' di Gesù ogni giorno, con il ricevere la S. Comunione, contemplandolo nell'adorazione, gustando la Sua Presenza, diventando capaci, come ha detto Papa Francesco di ‘vivere non gli uni senza gli altri, sopra o contro gli altri, ma gli uni con gli altri, per gli altri, e negli altri.' Davvero sono queste anime che hanno il potere di trasmetterci ‘il sorriso di Dio', qui, anche nelle più grandi sofferenze. Sappiamo che chi ‘vive veramente Cristo', non riesce a vivere senza Eucaristia: cristiani dal cuore grande che sanno accogliere la bontà di Dio, colmando il nulla che siamo senza di Lui. Dopo i giorni del terremoto nel Belice, essendo crollata la Chiesa e non sapendo dove mettere le ostie consacrate, non trovai di meglio che portarle al collo, chiuse in una teca. Confesso che era dolcissimo sapere di vivere ‘accanto' a Gesù in quei giorni umanamente difficili. Ci sono ancora tante persone ‘beate', che vivono di Eucaristia. A parte nei monasteri, dove il tempo dedicato all'adorazione eucaristica, in una giornata, è fondamentale e prevalente per la vita. Ma ci sono anche fedeli di alcune comunità parrocchiali che hanno i ‘turni' per l'adorazione eucaristica continua. Così come esistono Chiese e cappelle, aperte anche di notte - grande dono di Dio - per l'adorazione e... sono frequentate! Sono queste anime ‘beate' che sanno dare alla vita quel senso di divino e, quindi, di serenità, che le rende calme e forti anche nelle difficoltà. Quanto aveva ragione, mamma, quando mi esortava ad iniziare la giornata con la S. Comunione. Tornando la vedevo sulla porta di casa con in mano la mia piccola cartella per la scuola e nell'altra solo un pezzetto di pane: ‘Antonio, meglio una buona comunione che una colazione'. L'uomo ha davvero bisogno del ‘pane di vita', ma ne è consapevole? Perché per tanti battezzati andare alla S. Messa, almeno alla domenica, anziché essere considerato come il grande evento di Dio, che chiede di essere accolto come ‘Pane della Vita' - ‘Prendete e mangiate questo è il mio corpo' - viene ritenuto un tempo perso? Sarà colpa di una superficiale formazione alla fede, o ignoranza, o incomprensione, o disistima del divino.... Di certo, è voltare le spalle a quello che è l'Amore indispensabile per la nostra vita. Scriveva Paolo VI: "Ma io ho desiderio di Cristo? So che posso nutrirmi di Lui? So cogliere dalla sua grazia, dalle sue parole, dal suo insistere alla porta della mia anima, il senso della prossimità che Egli stabilisce col mio spirito? So avvalermi della immensità di bontà, di carità, con cui Egli vuole che io viva di Lui?". Sono domande che oggi in particolare dovremmo porci per scrutare in noi stessi quale posto abbia Gesù: è davvero ‘pane della nostra vita'? È una domanda che non vuole una risposta banale, ma esige di entrare nel mistero di Amore di Dio. Mettiamoci dunque col cuore in ascolto... "Gesù mandò due dei suoi discepoli dicendo loro... dite al padrone di casa: ‘Dov'è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?... " (Mc 14, 12-16. 22-26) |