Omelia (30-11-2002) |
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Mt 4,18-22 Gesù "venne ad abitare a Cafarnao, presso il mare", e così la profezia si adempì, essendo egli la "grande luce" levatasi su coloro che dimoravano in terra e ombra di morte. Coloro che, per primi, sentirono il suo invito: "Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino", furono i primi a vedere le tenebre allontanarsi. Ed è in questa luce, appena spuntata, che i primi discepoli si sentirono chiamare. Un po' di luce brillava già sul mondo, dal momento che costoro erano fratelli: consanguinei, fratelli nel lavoro e nel dividersi le responsabilità familiari. "Vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano la rete in mare, poiché erano pescatori... Vide altri due fratelli, Giacomo di Zebedeo e Giovanni suo fratello, che nella barca insieme con Zebedeo, loro padre, riassettavano le reti...". Proprio su questa fratellanza umana fu costruito il sacramento che li rese discepoli: "Vi farò pescatori di uomini", destinati cioè a catturare gli uomini nelle reti della fraternità, diffusasi nell'universo con la venuta sulla terra di Gesù, fratello maggiore dell'umanità. |