Omelia (26-07-2015) |
don Roberto Rossi |
La fame dell'uomo, la compassione di Dio, la condivisione nostra Viviamo nella messa un rapporto profondo con il Signore e con i fratelli. La liturgia ci offre da oggi in avanti, per varie domeniche, la lettura del cap. 6 di Giovanni, che potremmo chiamare "il grande discorso Eucaristico di Gesù". Avremo modo, volta per volta, di approfondire i vari aspetti del mistero e del dono d'amore di Gesù presente nell'Eucarestia. Oggi ci fermiamo sulla moltiplicazione dei pani: è un racconto profondo e pieno di significato. 1.Gesù ha attenzione, amore, compassione delle folle che lo seguono da giorni e si prepara a compiere un segno forte della sua potenza (un miracolo) per la loro vita. 2.In questa sensibilità e compassione non agisce da solo, ma coinvolge gli apostoli; prima Filippo, poi Andrea, poi, nella distribuzione, tutti gli altri. Sempre Gesù chiede la nostra collaborazione nella vita spirituale e nel servizio per gli altri, specialmente per quelli che sono nel bisogno. Si racconta di una persona che si lamentava con Dio più o meno così: "Di fronte a tante sofferenze, alla fame di tanta gente, ai tanti problemi del mondo... perché non fai niente?" E Dio rispose: "Io ho fatto... Io ho fatto te, per aiutare queste persone! " 3.E' molto significativa la generosità del ragazzo che a Gesù dà tutto quello che ha: i cinque pani e i due pesci. Non ha paura di perdere qualcosa: ha fiducia in Gesù, in quel Gesù che un giorno dirà ai suoi: "chi avrà lasciato... riceverà il centuplo e la vita eterna". Mi piace pensare alla collaborazione che quel ragazzo ha dato a Gesù: con la sua generosità ha aiutato Gesù a fare un grande miracolo, a sfamare le folle stanche e affamate. E' il segno di ogni atto di amore nel cuore del cristiano; è il segno di ogni vocazione che offre la propria vita e le proprie cose perché il Signore porti avanti i suoi progetti di salvezza. 4."Gesù prese i pani e i pesci e li distribuì, finché ne vollero". I doni di Dio sono sempre abbondanti, il suo amore infinito, la sua bontà eterna. Tante volte non ce ne accorgiamo, non ci pensiamo, ma è così! 5.Poi vuole che nulla vada perduto. Non si possono sciupare i doni di Dio, soprattutto quando possono essere utili o necessari ad altre persone, come il cibo. Questo ce lo richiama spesso papa Francesco in questa nostra società dello spreco e dello scarto. 6.La gente che ha mangiato i pani del miracolo, arriva ad esprimere un grande atto di fede: "Questo è il profeta che deve venire nel mondo!". Davanti a Gesù quello che conta è la fede. Egli desidera che la gente non si fermi al miracolo materiale, ma che creda in Dio, alla vicinanza continua di Dio, al suo amore per le sue creature. E con la moltiplicazione dei pani vuole preparare l'umanità ad accogliere il dono più grande del suo amore, l'Eucarestia, il dono che Lui fa di se stesso nel pane vivo, per la vita del mondo, per la vita eterna. 7.Tutto questo Gesù lo vive nell'intimità della preghiera, del suo rapporto col Padre. "Si ritirò di nuovo sulla montagna, tutto solo". Le cose grandi, come i doni di Dio, non sono alla ricerca dello spettacolare, ma sono cose del cuore: lì dove si ama, si soffre, si crede, si spera. Vogliamo esprimere a Gesù il ringraziamento per questo miracolo e per tutti gli insegnamenti che abbiamo ricevuto in questo brano del vangelo. Soprattutto gli diciamo grazie per i miracoli spirituali che offre alla nostra vita, alla Chiesa, all'umanità, specialmente per la sua presenza, il suo amore, la sua grazia, la sua forza che continuamente ci dà nell'Eucarestia, in ogni messa che celebriamo, in ogni comunione che facciamo. E' tutto Gesù per noi, con noi, in noi: "Se Lui è con noi, chi sarà contro di noi? Non dobbiamo avere paura di nulla". Possiamo fare nostra la preghiera del messa che ha queste parole: "O Padre, che ci chiami a condividere il pane disceso da cielo, aiutaci a spezzare nella carità di Cristo anche il pane terreno, perché sia saziata ogni fame del corpo e dello spirito". Difatti più che il termine "moltiplicazione" è molto più esatto il termine "condivisione". Il pane non può che essere spezzato, condiviso, distribuito. Il miracolo è proprio questo: quei cinque pani d'orzo e quei due pesci, distribuiti alla folla, riescono a saziare tutti e ne avanzano. Non si tratta di un pane comprato, non ci sono acquisti. All'origine di tutto c'è un dono: un ragazzo che mette nelle mani di Gesù quello che ha portato. Impariamo così la generosità e la condivisione. |