Omelia (16-08-2015) |
padre Gian Franco Scarpitta |
La Sapienza Eucarestia Incoraggiata dall'intercessione potente della Vergine Assunta, ci viene riproposta ancora una volta la riflessione sul "Pane vivo disceso dal Cielo", ma il discorso si sposta su un'angolatura differente, perché identifica il "pane vivo" con la Sapienza, alla quale tutti gli uomini devono aspirare ma che a tutti viene concessa e garantita. Con questo termine (sapienza) solitamente si intende il sapere umano scientifico, la conoscenza intellettuale, ma questo concetto in realtà non è appropriato. Esso riguarda piuttosto la "scienza" che la sapienza. Del resto Socrate, molto saggiamente, affermava che "il vero sapiente è colui che sa di non sapere", ad indicare che non è esatto interpretate la sapienza come conoscenza enciclopedica dello scibile umano. Piuttosto, secondo la Bibbia, il "sapiente" è l'uomo saggio, virtuoso, che fugge il male e cerca di agire rettamente cercando la volontà di Dio. La sapienza è infatti la condotta umana secondo il Signore. La sapienza è però un dono che Dio elargisce munificamente e a piene mani, che egli solo dispensa in larga misura agli uomini perché vivano felicemente e con coerenza, e la capacità di vivere secondo Dio ci deriva proprio da Dio stesso. Il libro dei Proverbi in aggiunta recita: "La sapienza si è costruita la casa, ha ucciso gli animali e ha preparato il vino...." In parole povere la sapienza viene anche intesa come Dio stesso che viene a convivere con gli uomini, arricchendoli di benessere e di prosperità. Il che avviene unicamente nel Cristo, Figlio di Dio. Definito anche "Sapienza di Dio" che ci ha raggiunti, giustificati e redenti (1Cor 1, 23). Gesù Cristo non soltanto apporta agli uomini la sapienza di Dio, ma è Sapienza egli stesso, perché nelle sue parole e nelle sue opere si riscontra la realtà del Regno, perché le sue azioni di misericordia e l'espresso amore per gli uomini testimonia la scelta saggia e retta di Dio. Negli insegnamenti di Gesù c'è tutta la pedagogia su come vivere secondo la volontà di Dio; nelle sue opere miracolose c'è il contrassegno dell'amore di Dio Padre; nelle attenzioni verso i poveri e i lebbrosi vi è la specificità della predilezione di Dio per gli esclusi. In tutto ciò che Cristo fa e opera si riscontra insomma quello che dev'essere la vita umana secondo il volere di Dio, per ciò stesso la condotta secondo rettitudine, giustizia e piena coscienza. Cristo è la Sapienza del Padre, che non soltanto si è costruita una casa invitando tutti al sontuoso banchetto di grasse vivande, ma ha dimorato egli stesso in mezzo agli uomini, ponendosi fra di essi quale loro cibo irrinunciabile. Cristo Sapienza ci si presenta infatti come pane vivo disceso dal cielo e mangiare di questo pane equivale a far propri criteri di vita corretta e prudente. Assumere l'Eucarestia, che è il Corpo del Signore nella sua realtà sostanziale e nostro Alimento di vita ci conduce a vivere secondo il Suo volere cercando Dio dappertutto e riconoscendo la sua presenza in ogni circostanza e in ogni situazione. Il Corpo di Cristo ci sprona a riconoscere il Padre in ogni luogo e ci incoraggia a vivere di lui e a dimorare in lui. "Per me il vivere è Cristo" diceva da qualche parte Paolo e con questa espressione mostrava la consapevolezza di responsabilità di testimonianza della sapienza nel mondo. Caratteristiche quali prudenza, mitezza, riflessione e parchezza nelle parole tante volte passano inosservate, eppure proprio nelle persone che assumono tali atteggiamenti si riscontra la portata della sapienza secondo Dio. Soprattutto quando prerogative di umiltà, di mansuetudine e pazienza si traducono nella concretezza dell'amore, della bontà e della giustizia, non si può non ottenere la corrispondenza e l'attenzione altrui, poiché in tal caso è certissimo che si è testimoni del Cristo Sapienza che ci indica la via. Tanto può in effetti l'Eucarestia. |