Omelia (16-08-2015)
Omelie.org - autori vari


COMMENTO ALLE LETTURE
Commento a cura di don Paolo Matarrese

A don Pà ma che pure ad agosto bisogna andare a messa la domenica oppure possiamo usufruire delle ferie?", è la domanda che l'altro giorno, scherzando, mi ha rivolto una persona. Leggendo poi le letture di questa domenica mi è ritornata in mente. Già, perché spesso l'eucarestia domenicale ci rimane un impegno gravoso, un precetto da compiere, un dovere di coscienza.
Sembra illuminarci a tale proposito il ritornello del salmo che proclama "Gustate e vedete quanto buono è il Signore!". La Parola di questa domenica ruota proprio intorno a questi verbi: gustare-mangiare! Quasi a ricordarci che la nostra fede nasce da un'esperienza di comunione profonda, intima e soprattutto buona con il Signore, talmente buona per la mia vita che non posso fare a meno di gustarla-mangiarla di nuovo! Non a caso al centro della nostra fede, della nostra vita e della vita della Chiesa c'è proprio "un corpo da masticare e un sangue da bere: quello di Cristo!" E' la concretezza del nostro rapporto con Dio che non viaggia sul mondo degli ideali, dei valori, dei sacrifici, ma viaggia dentro la realtà della vita e la realtà della vita ci dice che ogni uomo fatto di carne per vivere ha bisogno di mangiare!
Evidenziamo 3 aspetti legati a questa concretezza del mangiare - gustare che la Parola ci invita a riscoprire nella nostra fede:
-Donazione-offerta:
Bello che nella prima lettura si evidenzi una tavola imbandita e preparata dalla Sapienza (riferimento a Cristo). Il nostro mangiare e nutrirsi viene in qualche modo sempre dopo un sacrificio, di quello che mangiamo, di chi lo ha preparato con amore per noi. Ogni nostro pasto allora dovrebbe essere sotto il segno della gratitudine e della donazione ed è questo, oltre al fatto di nutrici fisicamente, che riempie la nostra vita: qualcosa e qualcuno che si offre e si dona per darci vita! Dice un prete "Il rito del mangiare, come il rito dell'amore, anche la liturgia... se non vi leggi in filigrana una donazione, è arido consumo. Consumeremmo l'Eucaristia, se ogni volta non ci stupisse fino a commuoverci l'atto di donazione di Gesù, il Signore, il corpo dato per noi e per la nostra vita!". Penso che sia proprio questa concretezza a spiazzare nel vangelo gli interlocutori di Gesù: un Dio che si fa carne offerta per entrare in comunione profonda con ogni uomo fino a donarsi (Lui a noi!) nel sacrificio della croce, a lasciarsi masticare da ogni uomo perché ogni uomo possa ri-vivere in Lui, la sua stessa vita di Figlio, partecipare dello stesso amore e della stessa vita di Dio! "Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui". Roba da vertigini eppure tutto questo avviene in maniera particolare in ogni eucarestia, sì, anche in quelle che a volte partecipiamo (anche io prete) svogliati, distratti, frettolosamente! Ecco allora la prima grazia che dobbiamo chiedere oggi al Signore: "Gesù dammi la grazia di accoglierti in ogni eucarestia, di gustare la bellezza della Tua comunione con ciò che mi abita, con la mia storia, le mie fatiche, per illuminare e trasformare la mia vita dal di dentro con la potenza del tuo amore!".
-Accogliere: In questo discorso di Gesù troviamo anche l'azione più importante di un cristiano che è quella di accogliere: "chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna". Ciò che sconcerta e ci stupisce e che Gesù si offre per la nostra vita e noi dobbiamo "solo" accoglierlo, aprirsi alla sua offerta di vita! Dio non vuole ciò che l'uomo è capace di offrirgli ma vuole che l'uomo accolga ciò che lui gli dona: la sua vita! Quanto è difficile credere in questo, aprirsi ad accogliere in noi la vita di Dio senza merito! Ma soprattutto è difficile per il nostro orgoglio (sarebbe invece la nostra più grande liberazione!) accettare che la fonte della vita vera non ce la possiamo dare-conquistare da soli ma dobbiamo aprirci-nutrirci dell'amore di Cristo! Ogni volta che celebriamo l'eucarestia Gesù si offre perché ognuno di noi possa ri-vivere a sue spese, cioè possa lasciarsi trasformare dalla sua grazia e dal suo amore di Figlio offerto fino alla croce al Padre e ai fratelli perché anche noi, nel rapporto con gli altri, possiamo smettere di volere, di consumare, di difenderci ma diventare vita che si offre! E' Cristo unito e accolto in maniera libera dalla nostra volontà a permetterci di amare, di donarci e di far si che questo modo di vivere e di amare non si consumi ma sia eterno!
-Comunione:
"il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo". La comunione al corpo di Cristo ci permette di vedere la nostra vita e tutta la creazione come dono, come segno della presenza di Dio che da vita a tutte le cose, che le rinnova continuamente e che le tiene intimamente in relazione! Questo meraviglioso mistero è anche punto fermo nell'ultima enciclica di papa Francesco: "considerare che tutte le cose hanno un'origine comune... senza questa apertura allo stupore, alla meraviglia, se non parliamo più il linguaggio della fraternità e della bellezza nella nostra relazione con il mondo, i nostri atteggiamenti saranno quelli del dominatore e del consumatore". Ogni volta mangiamo del corpo di Cristo riscopriamo questa comunione che da vita, che da bellezza a noi e al mondo intero tenendoci uniti nell'amore di Dio!