Commento su Is 53,10-11; Sal 32; Eb 4,14-16; Mc 10,35-45
Le letture della odierna liturgia ci parlano di servizio. Di un servizio, a cui si arriva dopo aver ribaltato le nostre convinzioni e certezze umane, dopo aver intrapreso la strada del cambiamento: quella del servo sofferente di YHWH.
Quanto abbiamo letto mette in opposizione le aspettative e i desideri dell'uomo con il sentire di Cristo. I desideri dell'uomo sono: ambizione, volontà di primeggiare, carriera per occupare i posti migliori. Questo è quanto notiamo in questi anni, segnati da concorrenza e carrierismo, sopportati da una filosofia della vita che celebra la forza, il coraggio e la volontà di potenza, che tutto schiaccia. Dentro questa logica di potenza, purtroppo, ci siamo tutti anche la chiesa con tutta la gerarchia: tutti papi a vari livelli.
Si può stare accanto a Gesù anche per molto tempo e non capire affatto il suo insegnamento, perché non lo vogliamo capire.
A questo modo umano di sentire Gesù contrappone il suo modo di sentire che celebra il valore dell'umiltà e del servizio. La parola servo ( in ebraico Ebed) e il verbo servire sono ripetuti quattro volte nei versetti 44-45 del Vangelo odierno. Anche oggi i mass media parlano di servizio: esercito di servizio della pace, stato al servizio del cittadino, chiesa al servizio della società, etc., e tutto questo con potenza. Ma nella bocca di Gesù ha un significato diverso, vuol dire: stare dalla parte degli ultimi, è ministero non potenza.
Il primo capitolo di Genesi al versetto 26 recita così: " Dio disse: " Facciamo l'uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza". Pertanto possiamo dedurre che il compito specifico dell'uomo dovrebbe essere quello di mostrare questa immagine dell'amore divino, che è l'unica via che conduce alla vera gloria. C'è da chiedersi se è possibile uniformarci al sentire di Dio. Si! Tutte le volte che recitando il Padre nostro diciamo: "venga il tuo Regno".
La prima lettura è ispirata ai riti ebraici dell'espiazione descritti nel libro del Levitico. Le vittime sacrificali venivano immolate, dal sommo sacerdote, per i peccati sia suoi che del popolo. Dopo la nascita di Cristo, il servo sofferente di YHWH, egli si offre di diventare offerente e vittima, in quanto "si è addossato i nostri dolori". Ogni battezzato in Cristo deve volontariamente offrirsi a Dio come sacrificio di espiazione per i propri peccati e per quelli dei fratelli.
Donaci, Signore la tua grazia: in te speriamo: Gesù è la parola creatrice di Dio che ama il diritto e la giustiziar veglia su chi spera in lui in attesa della sua venuta. Dobbiamo, pertanto lodarlo, credere nella sua potenza, credere che Dio interviene sempre "per liberarci dalla morte". Invochiamo lo sguardo di Dio su di noi perché è la difesa più sicura.
Gesù che ci ha salvati è il servo sofferente, angosciato torturato e deriso. Egli ci insegna che la salvezza consiste nell'accettare la condizione umana per amore del Padre. Solo così possiamo accostarci "con piena fiducia al trono della grazia, per ricevere la misericordia, trovare grazia e essere aiutati al momento opportuno" presso il Padre nostro che è nei cieli.
Giacomo e Giovanni, figli del tuono, chiedono a Gesù di esercitare dal trono il loro apostolato. Ma Gesù risponde loro che sì eserciteranno il loro apostolato, non dallo stallo ma da un posto più alto: la croce. La Chiesa deve convincersi che, le conversioni avvengono non per la potenza dei mezzi umani, ma attraverso l'umana impotenza. Il concilio Vaticano secondo ha scoperto, o meglio riscoperto, che la Chiesa l'autorità l'acquista solo suscitando comunione.
Gesù esprime il pare che le persone, che governano il mondo, non trasformano assolutamente nulla. Al contrario, coloro che cambiano il mondo sono proprio gli uomini continuamente contraddetti e minacciati come lui.
Oggi i mass-media, l'educazione in famiglia, la scuola esaltano la competizione con lauti premi e alti voti. Gesù non parla né fa competizione, ma prima fa e poi insegna a servire. Dobbiamo imparare che, che segue il Cristo deve cercare non gli onori o le presidenze di vario genere, ma servizi, senza aspettarsi alcuna ricompensa né monetaria né di altro genere.
Revisione di vita
- Nei nostri incontro di preparazione al matrimonio con i fidanzati che posizione assumiamo?
- Ci mettiamo in cattedra oppure ci reputiamo servii inutili a cui nulla è dovuto?
- In famiglia, nei riguardi dei figli e del coniuge, ci proponiamo con autorità o con autorevolezza?
Marinella ed Efisio di Cagliari