Omelia (27-09-2015) |
padre Gian Franco Scarpitta |
La prudenza e il dialogo Quale atteggiamento assumere nei confronti delle altre religioni o dei movimenti che inviano i loro "missionari" o "apostoli" nelle nostre case a propinarci la loro dottrina? Come comportarci di fronte ai credenti di altre religioni? Per rispondere adeguatamente occorre fare parecchie distinzioni fra gruppo e gruppo religioso, fra movimenti e sette religiose, come pure differenze fra i singoli atteggiamenti degli adepti o appartenenti a un determinato credo. Vi sono infatti 1) le sette religiose a scopo proselitistico, le quali si protendono quasi esclusivamente a raccogliere membri e appartenenti al loro gruppo. Nella loro azione le sette religiose tendono a comunicare un "messaggio di salvezza" del tutto particolare, che scaturisce quasi sempre da un leader il quale tende a creare nei membri un determinato "senso di dipendenza". La "setta" (dal latino sequi = seguire) ha origine quando uno o più persone, anche senza cultura biblica o con una sommaria preparazione anche infondata e superficiale, definiscono se stessi "profeti" oppure "guide spirituali illuminate" o altro simile e nel loro parlare e loro agire affascinano e seducono quanti a loro ricorrono. Tante volte chi li segue rimane incantato e affascinato, sedotto ed entusiasmato a comportarsi come il leader indica di volta in volta, anche sulle cose comuni o sulle scelte di vita quotidiana. Anche quando ciò che dice il leader non ha alcun effettivamente alcun fondamento oggettivo. Per intenderci: all'interno delle "sette" tutti dicono che queste scritte sono gialle (e non nere) se il leader decide che esse sono gialle e non c'è verso di dimostrare il contrario. Il leader affascina ulteriormente i suoi adepti convincendoli di un "messaggio gioioso" o di una "novità" o della bellezza del Signore, dello Spirito Santo convincendoli che occorre "salvare" (cioè fare entrare nel loro gruppo) quanta più gente possibile e pertanto occorre propagandare, andare di casa in casa, annunciare. Costi quel che costi, occorre adoperarsi a fare anche un adepto in più. Tutte le altre chiese e religioni, soprattutto quella cattolica, sono opera del demonio e vanno immediatamente salvati coloro che vi appartengono. Il Vaticano e i cattolici con il loro papa saranno sterminati dall'ira imminente di Dio (pensiero degli scritti dei TdG). Movimenti come questi sono identificabili nei famosi Testimoni di Geova, che con la loro predicazione di casa in casa tendono a "salvare" dal 1872 tanta gente promettendo un paradiso avveniristico imminente nel quale ogni sofferenza avrà termine. Come pure i Mormoni, i Pentecostali e altri movimenti la cui finalità è quasi del tutto quella del proselitismo, cioè della raccolta di membri ad ogni costo. E' evidente che da questi gruppi religiosi occorre strare in guardia e non presumere mai di essere in gado di affrontarli e di controbattere alle loro proposte. Occorre molta prudenza e discrezione per non lasciarci abbindolare, considerando soprattutto come essi dispongano di un'eloquenza tale da persuadere facilmente soprattutto chi è digiuno di argomenti spirituali o di catechesi. Occorre usare molta prudenza e meglio sarebbe se si conoscesse la storia e la "spiritualità" di codesti movimenti. In fin dei conti infatti, contrariamente a quanto si possa credere, in realtà la Bibbia e la teologia non hanno parte alcuna con i Testimoni di Geova: semplicemente essi sono allenati a sfruttare la Bibbia per perseguire i loro obiettivi giustificando le loro affermazioni. Altrimenti sarebbero già scomparsi. Lo stesso dicasi di tanti altri gruppi religiosi. Purtroppo il proselitismo non è però una realtà solamente esterna alla nostra vita ecclesiale. Anche all'interno della stessa Chiesa Cattolica o comunque in certi movimenti da essa riconosciuti si sono formati non pochi gruppi dipendenti da un "leader" che tutto dispone e al quale, unico, occorre fare riferimento. Nella zona pastorale in cui mi trovo da circa un anno si è formato un gruppo di seguaci del cosiddetto Santuario di Gallinaro, convinti dal loro capogruppo che non si debba più andare a Messa né tantomeno ricevere l'Eucarestia poiché "Gesù lamenta che i sacerdoti hanno le mani immonde per i loro peccati". Quando Gesù scelse proprio i peccatori fra tutti gli apostoli che avranno il mandato dell'Eucarestia!! Atteggiamenti settari possono notarsi anche nei singoli appartenenti ad un gruppo ecclesiale, come pure nei singoli fedeli. Occorre discernere e fare molta attenzione a tutti coloro che tendono a propinarci la loro religione o vogliono sovvertire le nostre usanze e i nostri costumi. Quando qualcuno ci attacca alle spalle è giusto che ci difendiamo, ma quando non siamo minacciati né aggrediti non è giusto che aggrediamo a nostra volta. Quando i membri di altre religioni non usano attrito e scostanza nei nostri riguardi, occorre che cogliamo l'occasione per dialogare e comunicare e questo è fortunatamente possibile. Indipendentemente però dalle sette e dai movimenti religiosi alternativi, vi sono credi religiosi 8 o singoli credenti) che, pur non condividendo la dottrina cattolica e i loro contenuti, si pongono in atteggiamento di apertura e di rispetto nei nostri confronti. O almeno non tendono a sconfessare o a criticarne le sue istituzioni. Evangelici, Metodisti, Battisti, o anche membri di religioni non cristiane quali Ebrei e Mussulmani tante volte si pongono in atteggiamento di apprezzabile dialogicità nei confronti di chi non la pensa come loro. Certamente essi esprimeranno il loro parere in materia di teologia e di spiritualità, tuttavia non si pongono con fare proselistico e settario e seppure hanno tantissimi elementi nelle loro file non raccolgono adepti per il solo gusto del proselitismo, rispettando la libertà di credo degli altri. In casi come questi non soltanto occorre da parte nostra usare apertura e altrettanto rispetto, omettendo di giudicare e di criticare, ma occorre anche che ci facciamo artefici di comunione e di collaborazione, riconoscendo che anch'essi sono strumenti dello Spirito Santo per la nostra edificazione. Possono esserci infatti tantissimi elementi di santità e di ricchezza spirituale all'interno di altre religioni, e questi possono benissimo essere colti quando da parte di chi li predica non vi siano atteggiamenti di proselitismo a tutti i costi. Papa Francesco più di una volta ha mostrato amicizia e vicinanza nei confronti dei pastori protestanti e nella recente visita alla comunità valdese di Torre Pellice ha mostrato come il dialogo e la collaborazione siano possibili e fattibili. A partire da Pio XII e da Giovanni XXIII la Chiesa fortunatamente è uscita dalla propria "impeccabilità" presunta e si è aperta all'Ecumenismo, cioè al dialogo interreligioso che prevede la comunione e l'interazione fra le varie fedi religiose, cristiane e non cristiane. Prima di tali pontefici, l'unica intenzione magisteriale era stata "che essi (i protestanti) tornino a sottomettersi all'autorità del papa; con l'apertura all'Ecumenismo si invita invece all'accettazione reciproca e alla comunione solidale senza pregiudizi nei confronti di nessuno. Sono famosissimi gli appelli con cui papa Giovanni Paolo II si faceva portavoce della Chiesa implorando perdono ai protestanti e ad altri non cattolici per tutti i misfatti commessi dall'intransigenza dell'inquisizione, delle crociate e delle persecuzioni violente dei secoli passati, sempre pronto ad accettare quanto di meglio presenzia nelle religioni non cattoliche. Come infatti dice Gesù nell'insegnamento odierno "nessuno fa un miracolo nel mio nome potrà mai parlare di me." "Chi non è contro di noi è per noi". Chiunque infatti parli in modo ragionevole del Signore e lo faccia con elementi sani ed edificanti, come non potrebbe essere concepito di divina provenienza, anche se non appartiene allo stesso gruppo? Ferma restando la presenza di cui sopra, è giusto pertanto omettere ogni sorta di preclusione e di indifferenza nei confronti di chi non professa la nostra stessa fede, con atteggiamenti di dialogo e di reciproca stima e apertura. Non possiamo infatti limitare l'opera dello Spirito Santo impadronendocene solamente noi stessi. Ciò che poi è ancora più eloquente in fatto di ecumenismo è la testimonianza della carità operosa nei confronti di tutti gli uomini, a qualunque credo religioso appartengano: se si omettesse la vera esemplarità cristiana dell'amore sincero al prossimo saremmo di scandalo per tutti e non dimostreremmo neppure di appartenere alla stessa Chiesa Cattolica. |