Omelia (27-09-2015)
Omelie.org (bambini)


Che strano leggere questo Vangelo dopo la prima settimana di scuola!
L'attenzione si è posata su quella frase: "Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demoni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva".
Ho subito pensato a quante volte alcuni miei alunni vengono da me a dire "Maestra, vedi quello là, vedi quelli lì..." e tutte le conseguenti osservazioni, che generalmente non sono complimenti o frasi accoglienti verso "quello là" o "quelli lì".
Io provo disagio quando fanno così e puntano il dito, quando si mettono cioè dalla parte dei giusti e dei "perfettini", contenti di risultare belli agli occhi della maestra (perché poi spesso è per questo motivo che vengono a richiamare l'attenzione), come per cercare di guadagnarsi un posto speciale agli occhi della maestra... fanno così per mettersi in mostra ed apparire "giusti": in fondo si mettono dalla parte del bene per guadagnare punti e non perché gli faccia bene o sia per loro la strada per una vita libera e serena. Forse il disagio che provo è dovuto al fatto che questo aspetto fa parte anche di me, quando mi credo dalla parte del giusto e del buono solo perché penso di essere cristiana e perciò discepola di Gesù.
Gesù, come sempre, dice chiaro e forte quello a cui Lui realmente tiene, e che non è affatto come noi normalmente ce lo aspettiamo; ed il Suo parlare forte e chiaro non è per niente leggero, anzi: tagliare la mano, il piede, gettare via l'occhio!
Ovviamente sono immagini scelte apposta così "esagerate" che servono però per rendere l'idea di quanto sia doloroso per noi sradicare alcune cose che fanno ormai parte del nostro "pensare di essere cristiani" o meglio, del nostro credere di essere "bravi" cristiani.
Perché spesso capita che viviamo come se Gesù ci desse un compito per il quale poi ci giudica e per il quale dobbiamo risultare all'altezza; come se Lui ci desse delle linee o dei binari sui quali andare e, se usciamo fuori, sono guai!
Figuriamoci se chi non lo segue, o dice addirittura di non credere in Lui, possa essere bravo e buono come noi! sarà mai possibile che da lui possano uscire cose belle? Che da lui possano accadere cose che destano stupore (anche chiamato miracolo)?
Com'è possibile? Figuriamoci! Questo pensiamo e delle volte lo esprimiamo.
Gesù che fa? Smonta tutti questi pensieri e ci dice che non solo è possibilissimo che avvenga il bene in chi non crede in Lui, ma che è bello che la sua Parola sia viva anche in chi non la segue come noi, in chi la vive in modo diverso ma non per questo meno "giusto".
Gesù ci dice che la diversità è bella e che, se anche ci spaventa, va accolta e ne va visto il frutto "perché non c'è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi".
Siccome Gesù sa che spesso noi proviamo gelosia, vanità, voglia di primeggiare, desiderio di essere perfetti e di non sbagliare, ci fa capire che tutti questi sentimenti ci fanno vivere nella "Geenna", in una sorta di inferno che ci creiamo noi stessi; perché alla fine chi sta male dentro ed ha il cuore pesante siamo noi, che non viviamo in libertà la relazione con lui, perché appunto la immaginiamo come un compito da svolgere, come un giudizio a cui rispondere e dentro il quale ci sentiamo come in gabbia.
Il Signore non ci vuole in gabbia, non vuole che ci sentiamo "al di qua", ma vuole che ci sentiamo liberi di relazionarci con Lui, tagliando via i nostri pensieri negativi anche se ci fa un po' male separarcene...
Forse la ricompensa di cui parla il Signore non corrisponde a quel premio che immaginiamo alla fine se siamo "bravi e giusti", ma è proprio nella bellezza di una relazione libera che ci fa vivere sereni con noi stessi e con gli altri, anche se rimaniamo con le nostre fragilità e imperfezioni.
Questa settimana fermiamoci a riflettere su quali sono i pensieri che ci fanno star male, che ci fanno sentire migliori degli altri o ci vogliono rendere perfetti, proviamo a tagliarli via, a togliere insomma tutto quello che non è del Signore e della bellezza di una relazione libera con Lui.
Proviamo a sentire questo dolore del "togliere via" che ci potrebbe rappacificare con una immagine di Dio accogliente e paziente, tutt'altro che giudice e dispensatore di "premi".
Buona domenica e buona settimana di "tagli".
Commento a cura di Elisa Ferrini