Omelia (25-12-2004)
don Marco Pratesi
Ve ne accorgete?

La liturgia fa risuonare nel nostro presente, con tutte le sue situazioni e le sue notti, l'annuncio angelico: "Oggi in Gesù vi è nato un Salvatore, il Cristo Signore". Oggi abbiamo un Salvatore! Il suo stesso nome, Gesù, significa non per caso "Dio salva". La festa del Natale grida ad ogni uomo: "tu hai un Salvatore!".
La Scrittura parla di "salvezza" quando l'uomo sperimenta una liberazione da qualsiasi forza ostile e negativa che guasta, ostacola e distrugge la vita.
Quando Israele sperimenta la salvezza di Dio, passa dalla morte, nelle sue varie forme, alla vita. Il modello dell'intervento liberatore di Dio è il passaggio del Mar Rosso. Dio apre "una strada nel mare, un sentiero fra acque potenti", una strada dove non c'è strada.
Oggi la liturgia usa molto le parole di Isaia, che in tutti i formulari natalizi ripete i suoi oracoli di salvezza.
Messa vespertina nella vigilia: "Nessuno ti chiamerà più 'Abbandonatà, né la tua terra sarà più detta 'Devastatà; ma tu sarai chiamata 'Mio compiacimento' e la tua terra, 'Sposatà.
Messa della notte: "Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse. Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia. Gioiscono davanti a te come si gioisce quando si miete e come si gioisce quando si divide la preda. Poiché tu, come al tempo di Madian, hai spezzato il giogo che l'opprimeva, la sbarra che gravava sulle sue spalle il bastone del suo aguzzino. Poiché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio".
Messa dell'aurora: "Tu sarai chiamata 'Ricercatà, 'Città non abbandonatà.
Messa del giorno: "Senti? Le tue sentinelle alzano la voce, insieme gridano di gioia, poiché vedono con gli occhi il ritorno del Signore in Sion. Prorompete insieme in canti di gioia, rovine di Gerusalemme, perché il Signore ha consolato il suo popolo, ha riscattato Gerusalemme".
Parole bellissime. Sono tanti i simboli impiegati: il passaggio da uno stato di abbandono e di desolazione alla gioia di sentirsi amati; il momento della mietitura e della spartizione del bottino di guerra; la liberazione da una schiavitù che soffoca. Sono altrettante immagini di quella salvezza che Dio promette, e che Gesù porta.
La liturgia natalizia dà un risalto particolare al simbolo, già impiegato da Isaia, della luce. La salvezza di Dio è un passaggio dal buio alla luce. Quando Dio creò, fece scaturire la luce, prima delle creature, dal caotico nulla iniziale. E davvero quando Dio interviene e dona salvezza è una nuova creazione: si fa luce, la vita rinasce, la speranza fiorisce nuovamente, l'amore è nuovamente possibile. Laddove la nostra vita era finita nei vicoli ciechi del pessimismo, dell'indifferenza, della chiusura, nasce colui che continuamente riapre i passaggi e ci rimette in movimento, ci rimette in cammino sulla strada, appunto, della salvezza. "Ecco, io sto per fare una cosa nuova, essa sta per germogliare. Sì, io aprirò una strada nel deserto: la riconoscerete?"

All'offertorio:
Pregate fratelli e sorelle perché questo sacrificio sia esperienza della salvezza di Gesù, e sia gradito a Dio Padre Onnipotente.

Al Padre Nostro:
Rischiarati dalla luce del Natale, rivolgiamoci con fiducia al Padre come il Salvatore ci ha insegnato: