Omelia (04-10-2015)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Gen. 2,18

Il Signore Dio disse: «Non è bene che l'uomo sia solo: voglio fargli un aiuto che gli corrisponda».

Gen. 2,18


Come vivere questa Parola?

All'inizio di tutta la Storia della Salvezza, all'inizio della stessa Bibbia, subito ci imbattiamo in questa "Buona Notizia".

Ci rendiamo conto infatti che Dio ama gli umani e li vuole sereni, contenti. Infatti la complementarietà "uomo - donna" è stata voluta da Dio per evitare quel male terribile che è il sentirsi soli: non cercati, non voluti, non amati.

Ma perché l'uomo e la donna trovino l'uno nell'altro una consolante compagnia, sono chiamati anzitutto a svuotarsi il più possibile della loro parte egoica: cioè preferire il tu all'io.

Mi diceva un uomo sposato da anni: Ho cominciato a vivere in pace quando sono passato dai miei presunti diritti di possesso a un sempre nuovo e riconquistato atteggiamento di gratuità. L'amore - finalmente l'ho capito! - nasce dal dono di sé, mai dal pretendere che siano gli altri per primi ad amarci.

Dopo s'innesca un processo vitale, quasi sempre inarrestabile: la persona che si percepisce amata, comincia ad amare e la reciprocità rinnova continuamente la vita.

È vero: possono esserci periodi difficili per tanti motivi, ma il procedere dell'amore gratuitamente dato è questo: ricevi in quanto doni, anzi ricevi più di quello che doni, perché Dio è dalla tua parte se t'impegni ad amare, pronto sempre anche a comprendere e, quando è il caso, a perdonare. Questo per un motivo che è radice di tutto quello che abbiamo asserito: una radice di rivelazione biblica: "Dio è amore" (cf. 1Gv 4,16)


Infinitamente grazie, Signore! Io sono una consacrata e ho scelto di rimanere vergine per Cristo, ma trovo che anche le coppie, belle e ardenti nel loro reciproco amore, sono ricchezza e luce della Chiesa e del mondo nell'oggi della storia.


La voce del Patrono d'Europa

"Dove sono le tenebre, che io porti la luce".


Sr. Maria Pia Giudici, FMA info@sanbiagio.org