Omelia (04-10-2015) |
mons. Antonio Riboldi |
L'uomo non separi mai... Viviamo un tempo in cui, in nome del cosiddetto ‘progresso scientifico ed economico', e tutto quello che volete, assistiamo ad una vera guerra a tutto quanto di bello e buono è nell'uomo e per l'uomo. È proprio vero che, quando l'uomo volta le spalle a Dio e ‘si fa Dio', tenta di creare una società ‘a propria immagine e somiglianza', ossia come quella di Adamo ed Eva, ma dopo il peccato originale, quando si sentirono ‘nudi' ed estromessi dal regno di Amore che è la casa del Padre, e quindi privi della bellezza dell'amore, in balìa dell'egoismo. Ecco perché la Chiesa, che è la famiglia di Dio, non fa' che predicare e vivere la verità, dal rispetto alla vita, al bene del matrimonio, alla pace, perché sa molto bene che solo nel servire il Padre vi è la vera civiltà dell'amore, la gioia di vivere, la pace. È ormai sempre più urgente rendersi conto del disordine esistente sui principi e nei comportamenti, per saper occupare, con bontà e misericordia, ma anche fermezza, come fa Papa Francesco, la frontiera della verità ed affermare la bellezza della vita, del matrimonio e della fedeltà. E' questo l'invito e la testimonianza del Maestro che ci viene offerta nel Vangelo di oggi. "Avvicinatisi dei farisei per metterlo alla prova, domandarono a Gesù: ‘E' lecito ad un marito ripudiare la propria moglie?'. Ma egli rispose loro: ‘Che cosa vi ha ordinato Mosè?'. Dissero: ‘Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di rimandarla'. Gesù disse loro: ‘Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma all'inizio della creazione Dio li creò maschio e femmina, per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e i due saranno una carne sola. Sicché non sono più due, ma una cosa sola. L'uomo non separi mai ciò che Dio ha congiunto". (Mc. 10, 2-16) Grave e tragico errore divenire discepoli della falsità, come accade per i farisei e per tanti, in ogni tempo! Viene da chiedersi: che fare? Almeno noi che facciamo dell'obbedienza a Dio la vera norma della dignità della persona e della validità delle istituzioni, a cominciare dal matrimonio, possiamo suggerire una profonda ed incessante preghiera. Ma non basta. Oggi è necessaria una ‘nuova pedagogia' del matrimonio, almeno in chi si accosta a questo meraviglioso e impegnativo sacramento, che è la comune vocazione alla santità. Una pedagogia che sia, non solo una superficiale e breve ‘preparazione', ma come un ‘catecumenato': aiuto, sostegno, impegno consapevole ad entrare nel grande dono dell'amore. Occorre saper proclamare il bene necessario e la serietà del matrimonio, sapendo dire un no chiaro alle superficiali mode o capricci dell'uomo, che non vuole regole, perché, come afferma Papa Francesco: "L'alleanza d'amore tra l'uomo e la donna, alleanza per la vita, non si improvvisa non si fa da un giorno all'altro, non c'è il matrimonio express bisogna lavorare sull'amore, bisogna camminare; l'alleanza dell'amore dell'uomo e della donna si impara, si affina, mi permetto di dire: è un'alleanza artigianale. Fare di due vite una vita sola, è anche quasi un miracolo, un miracolo della libertà e del cuore, affidato alla fede. Dovremo forse impegnarci di più su questo punto, perché le nostre "coordinate sentimentali" sono andate un po' in confusione. Chi pretende di volere tutto e subito, cede anche su tutto - e subito - alla prima difficoltà o alla prima occasione. Non c'è speranza per la fiducia e la fedeltà del dono di sé, se prevale l'abitudine a consumare l'amore come una specie di "integratore" del benessere psico-fisico. L'amore non è questo!" Ma direi che la migliore maniera di proclamare la pienezza, l'unicità del matrimonio è la ‘testimonianza' degli sposi cristiani, ossia mostrare con i fatti, con la vita, la bellezza del sacramento dell'amore: testimonianza che è proclamata libertà da tanti idoli del mondo, a cominciare dal denaro e dalla schiavitù delle tante mode, che ci vorrebbero schiavi del male. Non dobbiamo lasciarci ingannare dal ‘potere mediatico', che spesso sconvolge la verità. Può darsi che nel ‘chiasso' generalizzato, si rischi di sentirsi a volte soli e quasi emarginati. Ricordatevi sempre il detto: ‘Una goccia da sola non può nulla, ma tante gocce creano il mare; una nota sola non ha senso, ma tante insieme fanno una sinfonia; una parola da sola dice poco, ma con le altre fa poesia'. Abbiamo negli occhi il meraviglioso scenario delle famiglie che a Philadelphia hanno incontrato il caro Papa Francesco. Quanto è incoraggiante per molti, sapere che sono tanti coloro che difendono la sacralità della famiglia, mantenendo intatti ‘i tre pilastri, che nella visione della fede devono sostenere l'amore sponsale: fedeltà, perseveranza e fecondità', come li ha definiti Papa Francesco. E' quello che prego e chiedo a Maria e Giuseppe, Sacra Famiglia con Gesù, in questo mese dedicato al Rosario - definito dal caro e beato Paolo VI: ‘riflessione sui misteri che vi portano alla storia della vita di Gesù e di Maria... È una scala, il S. Rosario, e voi vi salite insieme, adagio adagio, andando in su, incontro alla Madonna, che vuol dire incontro a Gesù' e affidando ogni famiglia alla protezione di S. Francesco, il santo della perfezione evangelica radicale, che è poi lo stile di vita di Gesù. |