Commento su Lc 11,30
"Come Giona fu un segno per quelli di Ninive, così anche il Figlio dell'uomo lo sarà per questa generazione".
Lc 11,30
Come vivere questa Parola?
La richiesta di "segni" che motiva l'intervento di Gesù, in questo paragrafo, non è qualcosa di nuovo nella Bibbia. E neppure qualcosa di sbagliato. Grandi personaggi del passato avevano chiesto a Dio che convalidasse con un segno quanto percepivano come una esigenza, nel timore di confondere le proprie attese o illusioni con la volontà di Dio.
Credere è consegnarsi a Dio con un gesto gratuito e fiducioso, perché si è accolto "il segno" che Egli ci ha dato nella persona di Gesù, Egli è il segno che "Dio ha amato il mondo da dare a noi suo Figlio".
Di fronte all'inabissarsi di Gesù nella morte perché io risorgessi con Lui a vita nuova, come dubitare ancora di un amore che ci precede e ci accompagna, anche nei momenti difficili? Come non affidarsi, sia pure nel buio di situazioni che al momento sembrano irrisolvibili?
Proverò a porre un atto di fede autentica, consegnando a Dio le mie preoccupazioni, i miei sogni, le mie attese, tutto me stesso.
Signore Gesù, solo in Te riposa l'anima mia; Tu sei la mia salvezza.
La voce di un grande pensatore scienziato e mistico
"Non solamente non conosciamo Dio se non per mezzo di Gesù Cristo, ma non conosciamo neppure noi stessi se non per mezzo di Gesù Cristo."
Blaise Pascal
Sr Maria Pia Giudici, FMA - info@sanbiagio.org