Omelia (25-12-2004)
padre Antonio Rungi
Vi annunzio una grande gioia. Oggi é nato per voi il Salvatore

La solennità del Natale è sempre un motivo per ripensare e rivedere la propria vita, in quella prospettiva del mistero del Verbo Incarnato, che ci fa comprendere la dignità di ogni essere umano.
Cristo che è venuto storicamente tra noi e il Cristo che tornerà tra noi alla fine dei tempi, per giudicare i vivi e i morti, è il punto di riferimento essenziale ed imprescindibile per entrare in quel mistero della vita di cui il Signore ci ha fatto dono dal momento del concepimento fino ad oggi e ci auguriamo per lunghi anni ancora.
Nel Bambino di Betlemme trova ragione e speranza ogni bambino che viene al mondo, soprattutto nelle condizioni di estrema povertà ed abbandono.
Trovano ragione e speranza i giovani, gli adulti e gli anziani, perché in quel Dio fatto Uomo noi assaporiamo la gioia di una vita che vale sempre la pena di vivere fino in fondo.
In questo giorno di festa il pensiero corre da un capo all'altro della terra, con il segreto desiderio di trasformare d'incanto tutta la realtà umana. Il pensiero va ai nostri familiari, parenti e conoscenti che si stringeranno intorno a noi, a vario titolo e per vari motivi, non solo in questo giorno, ma spesso durante l'intero periodo natalizio. Un modo per entrare umanamente nel significato più vero del Natale, che è la festa della famiglia, è il ritrovarsi insieme, nella speranza di ritrovarsi spesso e con lo stesso stato d'animo di accoglienza, perdono, amicizia e misericordia.
Il volto di molti dei nostri fratelli non sempre ci è familiare al punto tale da accorgerci del loro cambiamento e della loro evidente sofferenza o gioia. Il Natale ci dà un'opportunità in più di guardarci in faccia, negli occhi, e capire, almeno per un giorno, ciò che siamo veramente .
Già da molti giorni ci fa da compagnia, ma anche da riferimento spirituale ed artistico, il Presepe. Esso, come ci ha ricordato recentemente il Santo Padre, Giovanni Paolo II, entra nella nostra tradizione cristiana e culturale. Per cui, è dono per tutti avere allestito nelle proprie case il Presepe, per rinnovare, appunto, quella sana tradizione cristiana di sentirsi e manifestare la propria fede anche con semplici gesti come quelli del Presepe in famiglia. Sarà, da questa Notte Santa, in poi, quando deporremo il Bambino Gesù benedetto nella grotta del presepe familiare, tra Maria e Giuseppe, un costante richiamo visivo al mistero del Verbo Incarnato, il Figlio di Dio fatto Uomo, che è mistero di bontà, tenerezza, dolcezza, sensibilità, amore vero, luce radiosa, forza interiore, speranza di un mondo migliore. San Paolo della Croce, fondatore dei passionisti usava poggiare il Bambinello Gesù, non sulla paglia della grotta, ma sul legno della croce distesa a terra. Evidente richiamo simbolico allo stretto rapporto tra il mistero dell'Incarnazione ed il mistero della Pasqua dello stesso Cristo nostro Signore, morto e risorto per la nostra salvezza.
Per le strade e ovunque respireremo maggiormente l'aria del Natale, che tanta gioia immette nel nostro cuore, ma che ci fa pensare seriamente sulla nostra esistenza e su quella del mondo intero, in questo momento non facile per tutti.
"Non temete. Ecco vi annunzio una grande gioia che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un Salvatore, che è Cristo Signore" (Lc, 1,10-11). La nascita di Gesù, come si legge nel Vangelo della Messa della Notte di Natale, è annuncio di grande gioia per tutti, in quanto si apre una via di salvezza vera ed autentica per tutta l'umanità. Le sofferenze sono di un momento, la gioia sarà eterna, perché è Cristo stesso che nel mistero della sua venuta tra gli uomini porta questa buona notizia, di cui tutti devono sapere.
In questi giorni, nelle Chiese e nei luoghi di culto avremo modo di vivere più in profondità e spiritualmente il mistero del Natale dell'unico Salvatore del mondo, partecipando alle celebrazioni in onore del Redentore ed atteso Messia delle Genti.
Nelle nostre case, sono giunti o giungeranno parenti ed amici di ogni genere. Per strada incontreremo conoscenti e passanti, ai quali rivolgeremo il nostro sincero e sentito augurio di ogni bene.
Natale è questo ed oltre questo. Natale è sì il 25 dicembre di ogni anno, ma è altrettanto e forse più Natale di questo giorno in tutti gli altri giorni dell'anno, quando la fatica e la sofferenza, quando l'amore e l'oblazione ci sono richiesti come testimonianza in ogni scelta di vita e di consacrazione a Dio.
L'annuale Natale del 25 dicembre trova il suo banco di prova ogni giorno nella ferialità dei nostri impegni di cristiani e persone inserite in tanti campi lavorativi, con una pluralità di responsabilità ed oneri verso noi stessi e gli altri.
Per la formazione cristiana ricevuta da bambini, abbiamo acquisito un bagaglio spirituale di educazione alla fede, di sensibilità ai valori più alti, che ci permette, nonostante i nostri evidenti limiti, di gestire il presente con serenità e coerenza. Cose che, normalmente, trasferiamo anche nei nostri impegni familiari, lavorativi o di altri tipo.
Ecco, il Natale che celebriamo, attorniati dai nostri cari, trova la sorgente nella vocazione battesimale ed in quelle successive che si sono aperte davanti per un misterioso disegno di Dio. Quel disegno che ci porta a dire grazie al Signore per tutto quello che ci dona ogni giorno, fosse anche la più pesante croce da portare, ma con dignità. Natale è dire grazie soprattutto in questo anno eucaristico, proprio a Colui che si è fatto cibo e bevanda per essere compagno di viaggio lungo il difficile e tortuoso cammino dell'esistenza umana.
Questi sono giorni di grazia, durante i quali nasce spontanea la preghiera e nei quali possiamo rivolgere il nostro pensiero a Dio e chiederGli ciò di cui abbiamo davvero bisogno..
Preghiamo per noi, per le nostre famiglie, per le nostre esigenze spirituali e di ogni genere, per quanti curiamo, con la carità e la piena disponibilità, nei vari luoghi della sofferenza umana e in primo luogo i nostri genitori anziani o i figli giovani, soprattutto ammalati, che hanno bisogno di punti di riferimento credibili in chi è più grande di loro; per il lavoro che svolgiamo in ogni campo dell'attività umana, che è sicuramente caratterizzato da spirito cristiano.
Se Natale è come deve essere, bisogna che tutto quello che siamo, quello che facciamo, abbia un ulteriore spinta nella direzione giusta che porta alla Grotta di Betlemme, ove dobbiamo contemplare il Mistero dell'Amore Infinito del Padre rivelato dal Figlio e nel Figlio e contempliamo la Sacra Famiglia, modello di ogni famiglia, soprattutto naturale, che si fonda sulla consacrazione matrimoniale. In tale famiglia noi siamo, operiamo, soffriamo, amiamo, perdoniamo, sbagliamo, ci riconciliamo, costruiamo ponti di solidarietà, lavoriamo perché il Natale non sia mai svuotato di significato e non sia, soprattutto, un evento passeggero e una celebrazione senza senso.
Il Signore Gesù ci dia tanta consolazione nello spirito e tanta forza interiore per andare avanti nel segno della pace e della carità insieme a tutti gli uomini di buona volontà, che pur non credendo al Natale lavorano per la giustizia e la pace.
Auguri di cuore a tutti e a ciascuno di voi.