Commento su Lc 12, 20
"Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?"
Lc 12, 20
Come vivere questa Parola?
Per tutta la settimana avremo come compagne le parabole del vangelo di Luca. Le parabole sono pericolose, perché troppo conosciute e facilmente banalizzabili. Con loro il messaggio di Gesù rischia di ridursi a raccontini edificanti, un po' come le favole di Esopo. Rimane verissima quell'espressione di Gesù che motiva il suo usare le parabole, perché i più non capiscano. Questa provocazione ci accompagnerà ogni giorno, per trovare in esse la Parola viva di Dio, quella che assomiglia ad una spada a doppio taglio, che svela la vera natura del cuore delle persone e dell'agire umano.
Oggi Gesù, raccontato da Luca, sta rispondendo ad un uomo che lo voleva giudice tra lui e il fratello per una questione di eredità. Gesù è drastico: la preoccupazione di avere cose e denaro più di altri porta ad inquinare e abbruttire le relazioni, anche quelle più strette, date da un vincolo di sangue. E conduce all'isolamento, alla solitudine amara, perché negarsi alla condivisione, alla scambio preclude ogni incontro. Solo un incontro rimane inevitabile: quello con la morte. Lei arriva di soppiatto, non voluta e irriconoscibile; in un attimo ti contatta, ti pervade, si impadronisce di te e toglie il valore a tutto quello che hai accumulato. Tutto è perso, tutto è vano.
Signore, nella nostra vita ciò che conta non passi in secondo piano: le persone e non le cose prevalgano; la ricerca di felicità condivisa e non l'accumulo di denaro e altri beni sia al centro dei nostri sforzi, dei nostri desideri.
La voce della liturgia
"Gli occhi del Signore sono su quanti lo temono, su quanti sperano nella sua grazia, per salvare la loro vita dalla morte, per farli sopravvivere in tempo di fame."
Sal. 33,18-19
Sr Silvia Biglietti FMA - silviabiglietti@libero.it