Omelia (27-10-2015)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Lc 13, 18- 21

«A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa lo posso paragonare? È simile a un granello di senape, che un uomo prese e gettò nel suo giardino; crebbe, divenne un albero e gli uccelli del cielo vennero a fare il nido fra i suoi rami. A che cosa posso paragonare il regno di Dio? È simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta levitata».

Lc 13, 18- 21


Come vivere questa Parola?

Oggi le due brevi parabole di Gesù ci parlano della forza misteriosa del Regno di Dio, che a tutta prima sembra un nulla, ma che alla fine appare in tutta la sua potenza interiore, e quindi racchiude per noi uno strepitoso messaggio di speranza.

Un granellino di senape si vede appena. Mi ricordo che quando ho potuto vederlo per la prima volta nella mia mano durante un viaggio in Terra Santa lungo la valle del Cedron, rimasi trasecolato a rimirare la sua piccolezza, quasi invisibile. Esso, però, possiede in sé una forza vitale incredibile, che lo porta a crescere gradatamente, fino a diventare un grande arbusto, sul quale gli uccelli possono nidificare.

Il lievito, che una donna "ha nascosto" (così traduco con maggior fedeltà all'espressività dell'originale) nella farina. Sembra una cosa da nulla, invisibile, appunto "nascosta" dentro, eppure ha la capacità di far fermentare tutta la pasta e farla diventare pane profumato.

La stessa cosa avviene nella nostra vita spirituale: dobbiamo accogliere in noi il regno di Dio, la Parola di Dio, che è poca cosa, in quanto parola. Ma la sua forza interiore ha la capacità misteriosa di trasformare tutta la nostra esistenza. Noi però dobbiamo aver pazienza e speranza.

Pazienza: perché questo miracolo non avviene in un attimo, come per un colpo di bacchetta magica. Una volta gettato il seme, bisogna aspettare per un lungo tempo la sua maturazione; una volta "nascosto" il lievito, se non si dà il tempo necessario per lievitare la pasta, non succede nulla.

Fiducia: dobbiamo avere solo fiducia e speranza nella capacità misteriosa insita nel seme e nel lievito messa da Dio per raggiungere lo scopo per cui Egli li ha immessi nella nostra vita.

Noi siamo portati a voler vedere subito il cambiamento e se questo non avviene, vogliamo affrettare a tutti i costi i tempi dell'attesa. Non è ritenendo, che se facciamo noi più sforzi e se ci impegniamo con tutte le nostre forze, noi vedremo dei buoni risultati, ma è affidandoci totalmente alla potenza della Grazia divina.

Pazienza e fiducia: il Signore attende da noi solo questo!


La voce di un anonimo Autore spirituale del nostro tempo

"Il seme gettato nella terra non fiorisce subito, occorre tempo e calore per farlo germogliare; anche l'anima nostra necessita del tempo e del calore per far germogliare quanto è stato seminato dallo Spirito".


Don Ferdinando Bergamelli SDB - f.bergamelli@tiscali.it