Omelia (01-01-2005)
don Marco Pratesi
Maria, un cuore nella pace

I pastori, evangelizzati dall'angelo su quanto è accaduto, si mettono in cammino e trovano il bambino. Ai genitori riferiscono le parole che sul neonato l'angelo ha detto loro. Chi ascolta ne resta meravigliato; Maria conserva queste parole e le "medita". Il testo dice alla lettera "le confronta" nel suo cuore. Con che cosa? Luca non lo dice, ma la risposta è chiara: con tutte le altre parole che da Dio e dagli uomini sono state dette in queste circostanze. Maria ha presente i fatti che stanno accadendo e le parole che sono state dette, e cerca di mettere tutto insieme, di comporre un quadro coerente, di fare una sintesi unitaria; in una parola di cogliere il senso globale di tutto quanto accade e viene detto. Dio infatti si rivela in questo modo, attraverso "eventi e parole intimamente connessi", in modo che gli eventi confermano le parole, mentre le parole mostrano il significato degli eventi.
Questa riflessione avviene in profondità, nel cuore di Maria, la coinvolge totalmente. A partire da lì, dal cuore, trova la pace, pur in questa situazione umanamente povera, marginale e insignificante. L'iconografia rappresenta di solito Maria in preghiera davanti al bambino Gesù. Questa è infatti preghiera, e preghiera contemplativa, in cui si lascia entrare dentro di noi quanto Dio ha detto e fatto, per nutrircene in profondità e trovarci luce e pace.
È quanto siamo chiamati a fare anche noi. Maria ci insegna a scendere nel nostro cuore, perché è prima di tutto lì che incontriamo il Signore, ed è lì che possiamo trovare la pace, non altrove. La pace, il benessere profondo, nasce dal senso della presenza di Dio nella nostra vita. Chi la trova è ricco anche se povero; ma questa presenza non possiamo coglierla fuori dal cuore e senza il silenzio contemplativo.
Oggi più di ieri siamo invece portati a saltellare qua e là da una esperienza all'altra, da uno stimolo all'altro, rimanendo sempre in superficie e senza fare vera e profonda sintesi personale. Cerchiamo di spremere il più possibile, e il più rapidamente possibile, dalla vita, e continuiamo a cambiare senza fermarci mai e senza trovare riposo né vera pace.
Domandiamoci se curiamo il nostro cuore, e come possiamo farlo. Se non capiamo nemmeno bene di che cosa si stia parlando, proviamo a pensarci un po'.
Maria regina della pace ci insegna l'importanza del cuore. Chiediamo a Dio, per la sua intercessione, di rendere vivo e vitale il nostro cuore, di cambiare il nostro cuore di pietra in cuore di carne, un cuore abitato dalla pace della stalla di Betlemme.

All'offertorio:
Pregate fratelli e sorelle perché questo sacrificio ci dia pace, e sia gradito a Dio Padre Onnipotente.

Al Padre Nostro:
In comunione con Gesù, Maria e Giuseppe, chiediamo al Padre che si compia il suo progetto di pace: