Commento su Mt.5,1-10
"Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati gli afflitti perché saranno consolati. Beati i miti perché erediteranno la terra. Beati quelli che hanno fame e sete di giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore perché vedranno Dio, beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati a causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli."
Mt.5,1-10
Come vivere questa Parola?
La porta d'ingresso del Regno di Dio è aperta ai poveri, ai piccoli, agli umili, agli oppressi, ai vinti. Nella strada della vita, è destinata a loro una corsia preferenziale. Le Beatitudini sono quindi come un'altra Pasqua. Questo discorso paradossale, in antitesi con il pensiero debole della società contemporanea, costituisce l'annuncio di una novità, di una liberazione.
Ma si tratta di una liberazione conviviale, che ci interpella tutti. Infatti, accanto al nostro andare di ogni giorno cammina il lungo corteo di coloro che sono vicini alla disperazione, che sono sradicati dalle loro terre, che non sono rispettati nei loro diritti fondamentali, che sono violati nella parte più intima e sacra della loro vita. Cercare il Cristo significa unirsi a loro, prendere le loro difese e servire la loro speranza.
La voce dell'autore del "Diario di un curato di campagna"
"Noi siamo creati a immagine e somiglianza di Dio, perché siamo capaci di amare. I santi hanno il genio dell'amore."
G. Bernanos
Sr Graziella Curti, FMA - curtigrazia@gmail.com
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