Omelia (11-11-2015)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Sap. 6,1-2

"Ascoltate, o re, e cercate di comprendere: imparate o governanti di tutta la terra (...) dal Signore vi fu dato il potere e l'autorità dall'Altissimo."

Sap. 6,1-2


Come vivere questa Parola?

E chiaro. Chi governa è chiamato a esercitare il potere e l'autorità. Anzi, meglio: esercitare con autorità il potere.

Non è un gioco di parole. Si tratta piuttosto di comprendere che "governare" implica assumere la responsabilità di gestire il potere in modo tale che tutti ne abbiano giovamento e non oppressione, scontento endemico e perenne paura di morte.

Papa Francesco nel suo recente discorso all'ONU, ha precisato che il momento storico in cui viviamo è "caratterizzato dal superamento delle distanze e delle frontiere ad opera della tecnologia e, apparentemente di qualsiasi limite naturale all'affermarsi del potere", ma ha anche aggiunto che "il potere tecnologico nelle mani di ideologie nazionalistiche o falsamente universalistiche è capace di produrre tremende atrocità (New York 25 settembre 2015)

È dunque evidente che quanti esercitano il potere hanno bisogno di capire bene come esso debba essere una cosa sola con l'esercizio dell'autorità.

Ricevuti entrambi da Dio, impegnano chi governa a cercare sempre e dovunque e per chiunque il bene. Non quello di pochi ma di tutti; con particolare attenzione ai più poveri: privi dei beni primari di sussistenza.

Qualcuno potrebbe chiedere: questa Parola ci impegna a pregare perché chi è costituito in potere e autorità cerchi sempre questo bene? Senz'altro! Dobbiamo pregare per quanti ci governano, perché non avvenga che la smania di avere potere "divori" in loro l'autorevolezza.

Però pregare per questa categoria di persone non basta. Questa Parola arriva in "direttissima" alla nostra mente, al nostro cuore. Infatti anche un padre, una madre, un superiore o una superiora di comunità, un dirigente d'ufficio, un datore di lavoro, un insegnante: tutti hanno in qualche modo e in qualche misura un potere chiamato ad essere sostenuto e accettabile da vera autorità.

Bisogna cioè che l'autorità tenda costantemente a mostrarsi autorevolezza.

Chi per esempio, esige da un figlio, da uno studente, da un lavoratore, da un membro di comunità quell'impegno nel compiere il dovere da cui (lui o lei) si sente (esonerato/a) abdica alla propria autorità e fa del potere uno strumento che rischia di diventare tirannia insostenibile.


Signore, so bene che tutte le rivoluzioni nascono, in genere, dal "no" gridato a questa egoistica gestione del potere. Aiutami a gestire bene il mio: fosse anche quello di casalinga che, paziente e affettuosa, non arriva a pretendere che la lucentezza dei pavimenti (et "similia") sia rispettata più della pace in casa.


La voce del Papa

"In un mondo che è diventato un impero del Dio denaro, la vita e il futuro delle nuove generazioni vengono "scartate". Anche il bambino non ancora nato e l'anziano sono vittime della "cultura dello scarto"". Tutti, anche la Chiesa deve resistere alla tentazione di accumulare denaro e roba.

Papa Francesco a L'Avana (Cuba) 2015


Sr Maria Pia Giudici, FMA - info@sanbiagio.org