Omelia (25-12-2004)
Monastero Janua Coeli
Pace in terra

N enia
A ntica,
T repido
A more,
L ibertà
E eterna!

NATALE... Un Dio bambino, quale meraviglia! Ha voglia di lasciarsi cullare il nostro Dio, e si è fatto piccolo, perché ci facesse tenerezza al cuore. Prendiamolo in grembo, coccoliamolo: ha voluto aver bisogno di noi questo frugolo di vita eterna... e l'unica parola che nel tempo rimane "magica" perché capace di incantare i cuori: Natale...
Auguri di un santo e felice Natale: l'Amore di Dio ci inondi di pace, ci conduca al porto del nostro desiderio! E sia sempre Natale, ogni giorno, per tutti noi. Non sarà difficile visto che non ci sono chiesti palazzi di perfezione, ma una semplice grotta, la grotta della nostra fragile umanità. Dio attende di essere accolto, non chiede altro. AUGURI!!!!


Pace in terra

MEDITAZIONE

Domande
Lo avvolse in fasce... il Dio dell'universo avvolto in fasce! Incredibile davvero... e noi che ci lamentiamo se qualcuno ci tocca con un dito. L'infinità di Dio si è racchiusa in povere fasce umane, e non si sentiva stretto il Verbo in quei panni perché l'amore, quando è vero, sta bene ovunque!

Chiave di lettura
Giuseppe sale verso Betlemme insieme a Maria e si compiono i giorni dell'attesa. Le profezie accompagnano i loro passi e scaldano il cuore. Una mamma avrebbe trepidato perché fuori di casa, senza appoggi di sorta. Maria trepida perché anche l'imperatore obbedisce alle profezie. Betlemme è la casa del Pane di Dio, la culla del Redentore, la casa di Davide. Che importa se invece delle pareti di Nazareth li accoglie una grotta di pastori? L'albergo... non fa per loro. Dio sceglie di nascondersi. Ha scelto di scendere in terra non dalle nubi del cielo, su ali e soffi di angeli, ma da cellule umane: si è nascosto nel grembo di una donna, in un angolo sconosciuto del mondo. E ora si nasconde in una mangiatoia, tra i bocconi di fieno del bestiame. La grandezza non ha timore di perdere perché non le cose aggiungono o tolgono ciò che si è. Non c'è posto nelle case degli uomini, si va nelle case degli animali. È uguale. Cosa cambia? Annunci o bandi per far sapere a tutti che Dio è nato? No. Basta dirlo ai pastori che sono abituati al silenzio delle notti sui colli di Betlemme e sanno scrutare lo scintillio delle stelle. Quanta luce stanotte! Sembra li porti via. È la gioia del cielo: è nato il Cristo Signore nel segno di un bimbo fasciato. Sta in una mangiatoia: a disposizione di chi vorrà mangiarlo! Torneranno alla grotta a cercare cibo i pastori e troveranno il pane fragrante del cielo! I cieli melliflui cantano la gioia di un Dio che non sa fare altro che amare. Il povero è Lui, povero perché ha voluto aver bisogno di diventare uomo. Quale amore! Assomigliare alla sua creatura, facendosi creatura... tanto l'ha vista bella e degna di lui. Si invertono le parti: Dio mendica di abitare nelle tende degli uomini... e gli uomini, ignari e indifferenti, si nutrono di avanzi e di malinconie nell'illusione di essere potenti, capaci di avere tutto ciò che desiderano. Ingordi di un tutto senza nome, non vedono la gloria scesa in terra perché dormono in albergo, paghi di cucchiaini di miele raffinato, raccolto nelle fughe giornaliere. La vedono i pastori, gli uomini che non temono il freddo della notte, ma vegliano la loro unica ricchezza: una manciata di pecore, e sognano un tetto riscaldato e fatiche meno amare. Tra le pecore del gregge l'agnello è nato: è Natale!

PREGHIERA

In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre... venne fra la sua gente... e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità. Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia (Gv 1).

CONTEMPLAZIONE


Nel buio dei miei pensieri questa notte si è levato un nuovo bagliore, un'eco sottile di voci lontane, dall'alto: È nato! Nei panni di un bimbo è nato il Signore. Non si è sentito arrivare, non ha intimorito alcuno: in punta di piedi, nascosto nelle pieghe della vita che va, è nato il Signore. Quanto impariamo da Dio... la presenza che salva non è quella che si fa notare, ma quella scia tenue e silenziosa che passa tra i rumori di sempre, quel profumo lieve che attrae e non sai da dove arriva... è il profumo di una stella all'orizzonte che illumina di speranza il desiderio spento degli uomini. Quanto calore in questo nome: Gesù. Tu, salvatore della nostra creta impastata di errore, porti un sorriso nuovo, il sorriso di Dio che non aspetta perfezioni al dettaglio, ma una nenia innamorata dal sapore di umanità ritrovata. È Natale ancora!

Per i piccoli
C'era una volta una ragazza di Nazareth che si chiamava Maria. Un nome dal significato speciale: goccia di mare. Un giorno venne da lei un angelo e le disse: Tu sarai la mamma di Dio. Maria, che era umile nel cuore, non prese di orgoglio, ma rispose all'angelo: Sono la serva di Dio. Che faccia con me quello che vuole. E nel suo grembo iniziò a crescere l'amore. Divenne talmente grande che quando fu tempo di notte uscì dal grembo di Maria e si appoggiò su una mangiatoia. Ma chi era quel bimbo? Perché aveva scelto di nascere in una grotta di pastori? Quel bimbo era un re venuto dal cielo, in segreto. Se lo avessero portato gli angeli, tutti lo avrebbero temuto come un potente. Venendo come un piccolo agnello, non avrebbe spaventato nessuno. Quella mangiatoia era per lui un trono. Fili di paglia che si sarebbero poi trasformati in fili di legno e avrebbero fatto un trono più bello, la croce. Tutto nella vita di Gesù fu un messaggio segreto, da decifrare. Se lo trovi tra la gente comune, pensi che non sia un potente. E ti avvicini tranquillo. Dio, cosa non farebbe per stare vicino ai suoi figli? È diventato anche lui un figlio, perché i fratelli giocassero con lui, senza timore. Ecco perché è nato Gesù, è nato a Betlemme, in segreto. Ma gli angeli ai pastori lo hanno detto dal cielo: È lui, è Dio! Andate a vederlo... Anche noi andiamo oggi a trovarlo. Tra le braccia della mamma, quando ci sorriderà, sarà come stare già in paradiso. È Natale, il Natale del nostro più grande amore: Gesù!