Sulla sua cattedra una povera vedova
Gesù insegnava a vivere. Il suo insegnamento lasciava spesso a bocca aperta i suoi uditori. Possano sempre rimanere aperte le nostre bocche ogni volta che leggiamo il vangelo! I vangeli ci raccontano che la gente semplice ascoltava molto volentieri il Signore e rimaneva stupefatta di quello che udiva dalla sua bocca; pertanto, veniva loro spontaneo fare il confronto con l'insegnamento che davano scribi, farisei e dottori della legge. La gente notava che non era affatto la stessa cosa. I vangeli sinottici narrano che alla fine di un insegnamento o di un gesto prodigioso compiuto da Gesù, tutti rimanevano stupiti rivolgendosi l'un l'altro la domanda: che insegnamento nuovo (dato con autorità) è mai questo?...
Gesù sta insegnando nel Tempio. Qui si possono vedere tante cose. Come oggi, quando vai nelle basiliche, nelle cattedrali, o anche nelle nostre chiese parrocchiali. Gesù faceva aprire la bocca di molti per lo stupore, ad altri invece la chiudeva perché si rendessero conto della malizia nascosta nelle loro domande. Gesù ha appena chiuso la bocca di tutti rispondendo a uno scriba che gli aveva chiesto qual era il primo di tutti i comandamenti: e nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo (Mc 12,34). Adesso lasciamoci interrogare da Lui. Gesù vede che nel Tempio, quasi scambiato per un "red carpet" cinematografico, c'è chi passeggia in elegantissime vesti occupando i primi posti, quelli più in vista: toh! Sono gli scribi! Sono quelli che dovrebbero insegnare le cose di Dio, sono quelli che hanno fatto studiare per tanti anni nelle università e che dovrebbero dare una bella testimonianza! Ma come? Eppure fanno preghiere lunghissime alla vista di tutti! Gesù ammonisce chiunque di guardarsi da questi falsi maestri e dal loro modo di vivere. Apparentemente religiosi, costoro vivono nel culto del proprio io cercando la gloria dagli uomini e nascondendo, dietro la loro ricchezza, più grandi ingiustizie: divorano le case delle vedove (Mc 12,40). Ho letto poco fa una intervista rilasciata da Francesco a un settimanale olandese: "un credente non può parlare di povertà e poi vivere come un faraone". C'è una mondanità (il papa ce l'ha più volte ripetuto) che uccide la fede e l'essere umano. Ma chi rappresenta in qualche modo la fede e poi la smentisce con il suo modo di vivere, amando di più il potere, l'apparire e l'avere, avrà un giudizio più severo. Come sempre, il Signore ci avverte ed è giusto in quel che ci dice.
Ma Gesù, se da un lato ci dice di guardarci da chi si serve della parola di Dio e degli altri per primeggiare, dall'altro, ci dice anche di guardare chi Lui guarda (Mc 12,42). Come è diverso quel che guarda Dio e quel che guarda l'uomo! C'è una celebre pagina della Scrittura che lo esprime a chiare lettere: l'uomo guarda l'apparenza, il Signore guarda il cuore (1 Sam 16,7). Ma non solo. Gesù ci dice di guardare quella donna che nel Tempio ai più passa inosservata. Perché possiamo capire e credere che il Signore si identifica prima di tutto con coloro che non sono guardati dagli uomini: in essi sono nascoste grandissime lezioni da apprendere! Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei (Mt 23,2), ma Gesù seduto davanti al tesoro del Tempio oggi ci dice che sulla sua cattedra, ad insegnare con Lui, ci va con diritto una povera vedova! Lei è il suo tesoro! Quel che fa lei in silenzio deve diventare il nostro tesoro! Mi ricordo ancora, tra i tanti maestri qualificati da Gesù e squalificati dagli uomini incontrati sulla mia strada, una vedova incontrata durante una missione di evangelizzazione in un villaggio delle Ande peruviane. Per questo evento si mosse un gruppo di circa 40-50 persone, per lo più giovani. Eravamo alloggiati negli ambienti poverissimi delle scuole. Abbiamo vissuto una settimana indimenticabile. Andavamo a portare il messaggio di amore del vangelo tra quella popolazione molto povera, dappertutto trovavamo una accoglienza incredibile. Un giorno una donna che viveva da sola, vedova, mi invitò a pranzo insieme alla mia equipe di 5 ragazzi. Quando giungemmo nella sua casa (per noi una baracca) la trovammo indaffarata a preparare qualcosa su cui sederci ed appoggiarci per mangiare. Mentre alcuni ragazzi l'aiutavano, poggiai il mio sguardo sulle uniche due pentole della vecchia cucina. Come cibo non v'era altro, né sulla cucina, né attorno a noi. Dentro una pentola c'era un pollo già diviso in porzioni. Dentro l'altra del riso. Allora quella povera donna ci fece sedere e, così come riusciva, con quelle poverissime stoviglie, cominciò silenziosamente a distribuirci quel riso e quel pollo. Dovevate vederla, era una liturgia. Per noi dunque, una giusta porzione, anche se piccolissima. Per lei invece, una porzione solo simbolica: un cucchiaio di riso. In verità vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri...ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere (Mc 12,43-44). Terminata la distribuzione, quella donna stupenda si raccolse un poco. Poi, nel suo sorriso, ci guardò con affetto, e contenta cominciò a benedire e lodare Dio perché eravamo andati a visitarla per parlarle dell'amore di Dio per lei. E noi ce ne tornammo da lì, contenti, perché Ella ci aveva parlato dell'amore di Dio per noi.