Omelia (08-11-2015) |
don Giovanni Berti |
La vedova invisibile Clicca qui per la vignetta della settimana. Un prete qualche giorno fa mi ha raccontato un fatto che gli è capitato e che ho subito ricollegato al messaggio di questa pagina del Vangelo. Un giorno, durante un pomeriggio in parrocchia, se ne stava su una panchina a leggere e pregare con il breviario. Con la coda dell'occhio si accorge che una ragazzina del gruppo degli adolescenti, una con una piccola disabilità psicologica che la porta spesso ad essere isolata e sola, è ferma lì accanto a lui e lo sta osservando in silenzio. Lui subito fa finta di nulla, anche perché "deve" finire la sua preghiera e non vuole essere disturbato, ma poi alza lo sguardo e con un tono di leggero rimprovero le chiede: "ti serve qualcosa?". Lei gli risponde: "si, aspetto che mi guardi" Questo fatto mi ha immediatamente rimandato alla povera vedova che in mezzo a molti ricchi con le loro abbondanti offerte getta i suoi due spiccioli nel tesoro del Tempo di Gerusalemme. Sembra che nessuno la veda se non Gesù solo. Poco prima il Maestro ha smascherato l'ipocrisia dei religiosi del suo tempo che hanno come unico vero scopo dei loro atti religiosi il "farsi vedere", cioè il riconoscimento da parte della gente. Amano infatti i primi posti, che nell'assemblea radunata in preghiera o nei banchetti sono sempre i più lontani dai poveri, che quindi sono condannati all'invisibilità e al non riconoscimento. I poveri diventano per loro solo fonte di sfruttamento e nulla più, e quindi pian piano diventano invisibili al loro sguardo. Gesù ribalta questo punto di vista, e in mezzo alla folla di ricchi che è assai più visibile ed evidente nelle offerte gettate nel tesoro, lui vede la donna e la sua disponibilità totale di dare la sua offerta anche se minima. Gesù vede anche lo sfruttamento di questa povera vedova che è imbrigliata lei stessa in un sistema che la rende schiava e misera. Le offerte del tesoro del Tempio infatti sarebbero destinate anche ai poveri, tra i quali le vedove erano le più sfortunate, ma sembra che questo non accada e la donna è destinata ad una inesorabile miseria. E pare che nemmeno lei stessa si aspetti che qualcuno la guardi e si accorga veramente di lei. Arrivando a me oggi come cristiano e a noi come Chiesa, è tempo di verificare il nostro sguardo per vedere se abbiamo assunto lo sguardo di Gesù. I poveri sono li accanto a noi, magari inaspettati e fastidiosi (perché disturbano il nostro quieto vivere), ma aspettano di essere visti e riconosciuti. Sono i poveri che vengono da altre nazioni e altre culture e sono anche i poveri della porta accanto, anziani, famiglie con disagi, adolescenti soli, malati. Gesù ha uno sguardo che vede anche me e la mia povertà spirituale e le mie miserie. E come ha guardato con amore e ha lodato la generosità della donna, così ha il suo sguardo su di me. Io che spesso vado in giro a cercare riconoscimenti e lodi dagli altri, cercando anche di mettermi al primo posto e apparire più di quel che sono, il Vangelo mi dice che non devo affannarmi in questa ricerca superficiale. Ho su di me semnpre lo sguardo riconoscente di Dio, che vede anche i due spiccioli sinceri di amore che so dare. Clicca qui per lasciare un commento |