Commento su Lc. 19, 1-3
" Entrò nella città di Gerico e la stava attraversando, quand'ecco un uomo, di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù..."
Lc. 19, 1-3
Come vivere questa Parola?
Gesù aveva incontrato il cieco avvicinandosi a Gerico; oggi incontra Zaccheo in Gerico.
Gerico è la porta d'ingresso nella terra promessa, è la città che il popolo d'Israele incontra al termine del lungo esodo dalla schiavitù alla libertà.
In questi due episodi del Vangelo, in questi due incontri di Gesù, Gerico è il luogo della "tenebra squarciata", per il cieco ed è il luogo "del desiderio di vedere" per Zaccheo. Il "desiderio di vedere" di quest'ultimo viene inoltre trasformato con il suo gesto di "accoglienza", - "oggi voglio fermarmi a casa tua" - in salvezza ritrovata!
Gerico è situata a -240 m s.l.m., nella depressione del Mar Morto, è la città posta a più bassa altitudine del pianeta. Questa città e i suoi dintorni hanno visto Gesù nei momenti decisivi della sua vita interiore, momenti che hanno determinato in maniera definitiva l'indirizzo della sua missione. Due momenti fondamentali della sua vita terrena sono stati: da una parte la preghiera, il digiuno e le tentazioni nei 40 giorni nel deserto e dall'altra il Battesimo e l'esperienza dello Spirito. Sono due momenti che configurano definitivamente la "novità" di Gesù e capitano in questo luogo dove "l'abbassamento" è gridato anche dalle pietre! Ecco il suo stile! Preghiera, lotta contro il male, riconoscimento dell'essere Figlio e umile Misericordia!!
Nella vita che ci hai regalato nulla succede per caso! Tutto è dono e Grazia e tutto ha qualcosa da dirci per portarti a te: anche l'ambiente dove viviamo, il lavoro che facciamo, le persone con cui condividiamo gli affetti e la vita! Perché Tu sei il Creatore e tutto porta scritto intrinsecamente una Tua Parola, un Tuo messaggio! Aiutaci a trovarti nelle pieghe della realtà e con stupore immenso riconoscerti Educatore e Padre!
La voce di un testimone
"Forse quello che farete più fatica a comprendere è che anche il forte ha bisogno del debole. E' proprio di questo che vorrei parlarvi, del fatto che noi abbiamo bisogno di chi è piccolo, abbiano bisogno di colui che è vulnerabile. Forse abbiamo bisogno del povero per scoprire la nostra povertà. Abbiamo bisogno di lui per poter riuscire a non vivere come un'élite, come gente che si crede migliore degli altri".
Jean Vanier
suor Monica Gianoli FMA - mogianna@libero.it