Omelia (19-11-2015)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Lc. 19, 41-44

" Quando fu vicino, alla vista della città pianse su di essa dicendo: «Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, quello che porta alla pace! Ma ora è stato nascosto ai tuoi occhi. Per te verranno giorni in cui i tuoi nemici ti circonderanno di trincee, ti assedieranno e ti stringeranno da ogni parte; distruggeranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata».

Lc. 19, 41-44


Come vivere questa Parola?

Le lacrime impotenti di Gesù, figura della sua morte, esprimono la potenza di un amore senza limiti. L'amore muore perché non è amato. Il pianto di Gesù rivela il mistero più grande di Dio: la sua passione per noi! Quel popolo amato, quella città santa che, per la durezza del suo cuore, per la presunzione della sua mente e per l'orgoglio della sua vita, non l'ha riconosciuto! E Dio, di fronte alla nostra libertà, alle nostre scelte, si ferma e l'unica cosa che può fare è piangere! Il pianto esprime l'impotenza davanti al rifiuto, ma rivela pure la grandezza di un amore fedele anche nell'infedeltà! Dentro questo amore, fedele fino "alla morte e alla morte di croce" (Fil 2,8), il cuore intuisce la luce della Speranza e della Misericordia, l'unica che riesce a sconfiggere la durezza del nostro male e del nostro peccato.


Aiuta anche noi Signore a saper piangere!


La voce del Papa


"Cari ragazzi e ragazze, al mondo di oggi manca il pianto! Piangono gli emarginati, piangono quelli che sono messi da parte, piangono i disprezzati, ma quelli che facciamo una vita più meno senza necessità non sappiamo piangere. Certe realtà della vita si vedono soltanto con gli occhi puliti dalle lacrime. Invito ciascuno di voi a domandarsi: io ho imparato a piangere? Quando vedo un bambino affamato, un bambino drogato per la strada, un bambino senza casa, un bambino abbandonato, un bambino abusato, un bambino usato come schiavo per la società? O il mio è il pianto capriccioso di chi piange perché vorrebbe avere qualcosa di più? Questa è la prima cosa che vorrei dirvi: impariamo a piangere, come lei [Jun] ci ha insegnato oggi. Non dimentichiamo questa testimonianza. La grande domanda: "perché i bambini soffrono?", l'ha fatta piangendo e la grande risposta che possiamo dare tutti noi è imparare a piangere (...). Se voi non imparate a piangere non siete buoni cristiani. E questa è una sfida (...). Siate coraggiosi, non abbiate paura di piangere!"

Incontro con i Giovani a Manila nel Viaggio Apostolico in Sri Lanka e Filippine (12-19 Gennaio 2015).


suor Monica Gianoli FMA - mogianna@libero.it