Omelia (29-11-2015)
Carla Sprinzeles


Amici, iniziamo oggi l'anno liturgico.

Vuol dire che si ricomincia sempre da capo? Io direi di no, perché noi siamo diversi dall'anno scorso, da due o tre anni fa e allora, se siamo autentici, è diverso.

L'immagine che noi abbiamo di Dio, crescendo, cambia.

Nella prima fase della vita ci accontentiamo dell'esteriorità, di ripetere gesti, parole, procedendo diventiamo testimoni di messaggi di vita.

Gesù non è più qui presente sulla terra e noi siamo qui per renderlo presente: non vi pare una grossa responsabilità, che ci impegna tutta la vita in un modo crescente?

Per avere scambi nuovi di vita con gli altri occorre crescere come figli di Dio, che cioè assomigliano sempre di più a quel Dio che ci ha rivelato Gesù con sempre nuovi gesti di tenerezza, amore e perdono. Occorre perciò non inquadrare gli altri con giudizi che li fissano nel passato. Saper ricominciare da capo, per non ricadere nella routine con la nostra famiglia, i colleghi di lavoro e le nostre amicizie.

Temiamo il cambiamento, dimenticando che la vita stessa è cambiamento.


GEREMIA 33, 14-16

La prima lettura è tratta dal libro del profeta Geremia, che pur essendo agli arresti nel palazzo reale di Gerusalemme, durante la dominazione babilonese (587 a.C.), compie un gesto di speranza, dalla desolazione, si passerà all'abbondanza, alla rinascita.

Giuda ha esperimentato la debolezza del re Sedecia (che significa il Signore è mia giustizia) egli non garantì la pace e la giustizia, né si prese cura del popolo.

Il nuovo re, il legittimo successore di Davide, si chiamerà "il Signore nostra giustizia".

Sarà Jhwh stesso che legittima il suo mandato.

L'idea del germoglio è legata a esprimere che se anche la pianta è giovane e debole, cresce vigorosa, forte e assicura un frutto abbondante.

"il Signore realizzerà la promessa di bene che ha fatto".

Vegliamo dunque, stiamo svegli per cogliere dietro ogni avvenimento la vita che si offre.

Più ci lasceremo invadere dalle preoccupazioni più crescerà la morte intorno a noi, perché ostacoleremo gli sconvolgimenti propri della vita.


LUCA 21, 25-28; 34-36

Il brano del Vangelo secondo Luca che leggiamo oggi non si capisce in una prima lettura perché sia stato scelto per la I Domenica di Avvento, sembra che parli della fine del mondo!

Leggiamo attentamente, Gesù intanto sta parlando della distruzione del tempio di Gerusalemme e sottolinea la necessità di una rottura con la mentalità nazionalistica e fanatica diffusa del regno di Israele. Gesù propone il regno di Dio, che si realizza attraverso un cambiamento interno delle persone (conversione).

Nel 587 a.C. Geremia, quando Nabucodonosor, re di Babilonia, cinse d'assedio Gerusalemme, disse: "Non resistete, arrendetevi, non c'è nulla da fare!" non venne ascoltato.

Gerusalemme venne conquistata, il tempio distrutto e il popolo disperso.

Gesù invita a non cercare eventi miracolistici, non è una fine imminente, è un'inizio di dolori del parto, che portano ad una nuova vita, a un nuovo mondo.

Ma noi leggiamo "il sole si oscurerà, e la luna non darà più il suo splendore"

Vediamo di capire bene cos'è che l'evangelista vuol dire.

Il Regno di Dio c'è già, ed è già vincitore; tutti questi sistemi di potere che si oppongono alla realizzazione del Regno, uno dopo l'altro cadranno, ce lo assicura Gesù.

Gesù non annuncia a calamità che colpiranno la terra, ma il cielo.

Gesù annuncia speranza, non spavento e orrore, difatti dice: "Quando cominceranno ad accadere queste cose, alzatevi, levate il capo perché la vostra liberazione è vicina."

Cos'è quest'immagine del sole e della luna?

Sole, luna e stelle erano considerate dai popoli pagani, delle divinità e venivano adorate.

Ogni potente (stella) veniva considerato divino.

Gesù quindi assicura che, a causa della "Buona Notizia", a causa dell'annuncio del Vangelo, la vera luce di Dio porterà a un'eclissi delle false divinità.

Quindi il sole non darà più luce, la luna perderà il suo splendore, gli astri cadranno dal cielo: non è un messaggio alla rassegnazione, ma all'attività, diamoci da fare!

Più brilla la luce del Vangelo e più il mondo migliora.

Quindi Gesù non annunzia un messaggio che mette paura, ma un messaggio che dà grande speranza e grande certezza.

Gesù nel momento drammatico del tradimento di Giuda, dice: "Io ho vinto il mondo."

Il mondo è già stato sconfitto, sta a noi rendere visibile questa sconfitta!

Questo messaggio chiede la nostra collaborazione, siamo noi che oggi lo dobbiamo rendere visibile!

L'unico che ha "condizione divina" e può governare gli uomini è il Padre.

E il Padre di Gesù, non governa gli uomini emanando leggi da osservare, ma comunica loro interiormente il suo Sprito.

La legge è sempre qualcosa di esterno all'uomo, lo Spirito è qualcosa di intimo, di interiore, è la sua capacità di amare.

Nel momento della caduta delle potenze, delle divinità non vere, "vedranno, il figlio dell'uomo venire nelle nubi con grande potenza e gloria."

Gesù quando deve parlare di se stesso adopera la formula "Figlio dell'uomo".

Cos'è questo "Figlio dell'uomo"? Gesù, figlio di Dio, è Dio nella condizione umana; Gesù Figlio dell'uomo, è l'uomo nella sua condizione divina.

Queste due formulazioni, non si contrappongono, ma si uniscono.

In Gesù, Dio manifesta il suo volto pienamente umano, e in Gesù si mostra la condizione divina di ogni uomo. Questo è il Figlio dell'uomo.

Dio è invisibile e la sua presenza si può percepire soltanto attraverso fenomeni che l'accompagnano.

Ugualmente la venuta del Figlio dell'uomo, cioè della condizione divina dell'uomo, può essere percepita attraverso le situazioni: ogniqualvolta cade qualche sistema oppressore viene il Figlio dell'uomo.

Ogniqualvolta cade un regime, è l'uomo che acquista dignità.

Nel momento della loro caduta, questi regimi vedranno la realtà del Figlio dell'uomo.

Quell'uomo che i potenti hanno sempre disprezzato, sottomesso e schiavizzato, nel momento della caduta dei potenti vedranno la realtà.

Il messaggio di Gesù comporta una trasformazione della società.

Nessun potere è eterno, ce ne sono stati molti che lo sembravano, ma sono caduti.

Il messaggio di Gesù non comporta un dominio ma un servizio.

Oggi però questo messaggio è nelle nostre mani, ci coinvolge.

Rimbocchiamoci le maniche perché spetta a noi dare una spallata ad ogni sistema di potere!

Non c'è niente di scontato, abbiamo una grossa responsabilità.

"Alzatevi, levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina".

La prima liberazione, da cui dipendono le altre è certamente lo sguardo altrui, di fronte al quale ci pieghiamo e che impedisce la nascita del nostro essere vero.

Ora capisco la scelta di questo brano per iniziare l'Avvento!

Amici, quale idea abbiamo della "venuta" del Signore?

Il Bene viene e noi siamo impauriti come un bambino, che teme il ritorno del padre?

Realizziamo la vittoria del Bene sul male, anche sul nostro male, sulle reazioni che ci sfuggono di mano. La paura è stata sconfitta, facciamolo vedere! Solo così cadranno i potenti oppressori!