Omelia (04-12-2015)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Mt 9, 27-30

«Mentre Gesù si allontanava, due ciechi lo seguirono gridando: "Figlio di Davide, abbi pietà di noi!". Entrato in casa, i ciechi si avvicinarono e Gesù disse loro: "Credete che io possa fare questo?". Gli risposero: "Sì, o Signore!". Allora toccò loro gli occhi e disse: "Avvenga per voi secondo la vostra fede". E si aprirono i loro occhi».

Mt 9, 27-30.


Come vivere questa Parola?

Già il profeta Isaia nella prima lettura odierna aveva predetto: "Liberati dall'oscurità e dalle tenebre, gli occhi dei ciechi vedranno". E Gesù, come si legge nel Vangelo di oggi, si mostra come Colui che opera l'adempimento di questa promessa divina con la guarigione di due ciechi. Egli restituisce loro la vista e li riconsegna alla vita e al mondo creato da Dio per contemplarne le bellezze.

Ma c'è di più. Gesù, prima di compiere il miracolo, opera una cosa ancora più prodigiosa: tramite una domanda che li coinvolge personalmente, crea in loro la fede, che, come ben sappiamo, è un requisito fondamentale perché il Salvatore possa compiere il miracolo: «Credete che io possa fare questo? Gli risposero: "Sì, o Signore!". Allora toccò loro gli occhi e disse: "Avvenga per voi secondo la vostra fede". È la fede, dunque, che apre gli occhi dei ciechi, perché nell'opera compiuta da Gesù non si tratta semplicemente di una guarigione dalla cecità fisica, ma della salvezza che li ha avvolti totalmente.

Quante volte, infatti, il nostro cuore, chiuso dall'orgoglio, dall'egoismo, chiude anche i nostri occhi, sicché vediamo solo i torti ricevuti, i difetti degli altri e mai le loro buone qualità. Siamo ciechi perché il nostro cuore non è convertito e ha bisogno di essere aperto e salvato: "Crea in me, o Dio, un cuore puro" (Sal. 50, v. 12).


In questo tempo di Avvento supplichiamo con insistenza il Signore perché, facendo crescere in noi la fede, apra i nostri occhi e i nostri cuori.


La voce del fondatore del Didaskaleion di Alessandria

«Accogli Cristo, accogli la facoltà di vedere, accogli la luce... Come può infatti non essere desiderabile colui che ha dato luce alla mente ottenebrata e ha aperto gli occhi dell'anima portatori di luce?... Cancelliamo, dunque, cancelliamo l'oblio della verità, l'ignoranza; e rimuovendo le tenebre che ci impediscono la vista come nebbia per gli occhi, contempliamo il vero Dio, acclamandolo con queste parole: "Salve, Luce"».

Clemente Alessandrino, Il Protrettico113, 2-114-1


Don Ferdinando Bergamelli SDB - f.bergamelli@tiscali.it