Commento su Mt 11, 28-30
"Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Mt 11, 28-30
Come vivere questa Parola?
Il contesto dei capitoli 11 e 12 di Matteo sottolinea e mette in rilievo il fatto che i poveri, i piccoli sono gli unici a capire ed accettare la sapienza del Regno, o meglio quei piccoli e quei poveri che hanno il coraggio di non lasciarsi ingabbiare dai propri ragionamenti ed entrare in una logica diversa, una logica "divina" data da due atteggiamenti: umiltà e mitezza.
Gesù infatti indica la mitezza e l'umiltà come gli unici atteggiamenti da imparare da Lui stesso. L'umiltà come qualità fondamentale dell'amore, quella che stima l'altro superiore a se stesso e sa mettersi al posto giusto. La mitezza come la qualità "del perdente".
Senza umiltà e mitezza non c'è amore, esiste solo prepotenza. L'umiltà e la mitezza sono la Sapienza dell'Amore ed entrare dentro la mitezza e umiltà è un dono, un dono soprattutto da implorare nella preghiera.
Gesù mite e umile di cuore, rendi il mio cuore simile al Tuo!
Preparami il cuore al Tuo Natale!
La voce di Benedetto XVI
Gesù promette di dare a tutti "ristoro", ma pone una condizione: "Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore". Che cos'è questo "giogo", che invece di pesare alleggerisce, e invece di schiacciare solleva? Il "giogo" di Cristo è la legge dell'amore, è il suo comandamento, che ha lasciato ai suoi discepoli (cfr Gv 13,34; 15,12). Il vero rimedio alle ferite dell'umanità, sia quelle materiali, come la fame e le ingiustizie, sia quelle psicologiche e morali causate da un falso benessere, è una regola di vita basata sull'amore fraterno, che ha la sua sorgente nell'amore di Dio. Per questo bisogna abbandonare la via dell'arroganza, della violenza utilizzata per procurarsi posizioni di sempre maggiore potere, per assicurarsi il successo ad ogni costo. Anche verso l'ambiente bisogna rinunciare allo stile aggressivo che ha dominato negli ultimi secoli e adottare una ragionevole "mitezza". Ma soprattutto nei rapporti umani, interpersonali, sociali, la regola del rispetto e della non violenza, cioè la forza della verità contro ogni sopruso, è quella che può assicurare un futuro degno dell'uomo.
BENEDETTO XVI, ANGELUS 3 luglio 2011
suor Monica Gianoli FMA - mogianna@libero.it