Omelia (09-12-2015)
Monaci Benedettini Silvestrini
Venite a me

Attraverso i mezzi di comunicazione abbiamo seguito passo dopo passo il viaggio del Papa nei paesi di Centro Africa. Dinanzi ai suoi sguardi si presentavano situazioni di povertà definite degradanti dell'essere umano, là dove le bestie, anche feroci e pericolose dei parchi, hanno servizi di assistenza, negati a tanti nostri fratelli. Credo che le scene di miseria e di povertà che si presentavano ai suoi occhi, oggi, in quelle regioni, siano molto simili a quelle che si presentavano a Gesù nella Palestina. Penso con quanta misericordia Egli guardasse i malati, i lebbrosi esclusi dalla convivenza umana, i bambini seminudi, gli anziani lasciati soli, le persone soggiogate a ingiustizie e ad abusi da prepotenti. Dinanzi a questa desolante visione, così vivamente presente ai suoi occhi, dal suo cuore, pieno di misericordia, esce fuori l'invito che ci riferisce il breve brano di vangelo. "Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi e io vi ristorerò". Quale ristoro egli offre? Anzitutto illumina la mente e apre il cuore all'accettazione della sofferenza con lo stesso spirito con cui egli accetterà la sua croce e la morte, come tempo di semina condotta nelle lacrime, ma piena di gioia nella raccolta. Inoltre invita a mettersi alla sua sequela, con mitezza e umiltà, per rendersi capaci di accogliere con sentimenti di pazienza, dolcezza e perdono anche le situazioni ingiuste e ingrate, senza lasciarsi dominare dalla reazione naturale che induce all'odio, alla vendetta, a sentimenti di ostilità. Il dominio su questi sentimenti dona tranquillità alla mente e pace al cuore. Sia motivo di preghiera di preghiera di grazia per noi.