Omelia (13-12-2015) |
Omelie.org (bambini) |
Eccoci ormai arrivati ad un passo dal Natale e, come tutte le cose che sono "ad un passo", nel cuore c'è esplosione di gioia; la gioia di un'attesa per qualcosa che dona al cuore un abito nuovo, più leggero e libero. La Chiesa ci ricorda questo, chiamando la III domenica di Avvento, la domenica della "Gioia". Cerchiamo quindi comprendere il perché tutta questa Gioia, attraverso le parole di questi testi. Già dalle letture c'è una continua ripetizione di questa parola e a questo stato di "letizia": "Rallègrati, figlia di Sion, grida di gioia, Israele, esulta e acclama con tutto il cuore, figlia di Gerusalemme... Non temere, Sion, non lasciarti cadere le braccia! Il Signore, tuo Dio, in mezzo a te è un salvatore potente. Gioirà per te, ti rinnoverà con il suo amore, esulterà per te con grida di gioia", ci dice il profeta Sofonia mentre l'apostolo Paolo ci ricorda che essere nel Signore è essere lieti perché è Lui la gioia vera. Ma come si può vivere e mettere in pratica tutto questo? La stessa domanda se la sono fatta le persone che attendevano il Messia. Persone che seguivano e ascoltavano le parole di Giovanni il Battista, che dava le indicazioni per poter aprire il cuore alla venuta di qualcuno che lo avrebbe riempito di gioia rendendolo libero e leggero. Nel Vangelo è scritto che le folle vanno a chiedere a Giovanni cosa fare, e tra di loro ci sono anche i pubblicani e i soldati, persone che stavano dalla parte del potere e che non erano certamente ben visti dal resto del popolo, specialmente dei poveri e dei deboli... Già questo ci dice che Dio si dà da fare proprio per tutti, perché Giovanni, che era lì per parlare a chi desiderava capire come accogliere il Messia, non "selezionava" le persone che si avvicinavano a lui per domandare, rispondendo solo a chi lo "meritava" anzi, ha donato a tutti e ad ognuno le indicazioni adatte alla propria indole e personalità: al pubblicano diceva di non chiedere oltre il dovuto, ai soldati di non approfittare del loro potere... Questo è già il primo messaggio di gioia: una parola per TUTTI e che parla ad ognuno in modo diverso, adatto alla proprio essere, che non lo cambia se non in bene, senza privarlo di ciò che per lui è importante e di vitale. Ecco il secondo bel messaggio di gioia: il dono che non priva. Sentiamo dire spesso che è importante donare, dare a chi ha meno, fare "sacrifici" per mettere in pratica quanto compreso dal Vangelo. Qui Giovanni dice di donare e di cedere quella parte di noi che è fatta di egoismo... Chiede di lasciare nel senso di condividere, di rinunciare ad approfittarsi; significa essere onesti, accontentarsi di ciò che si ha, senza quell'avidità insaziabile che rende schiavi... Quindi il Vangelo chiede di dare con Gioia: perché condividere è più bello che tenere per sé! Proviamo a pensare a quanto più bello sia stare a fare un gioco con i nostri amici invece che da soli, forse avremmo tutto per noi, ma non la bellezza di condividere il divertimento, il nuovo gioco, l'allegria, il tempo in compagnia della persona a cui vogliamo bene... Insomma, capiamo quello che realmente significa "sacrificare", ovvero "fare sacro". Ogni volta che condivido e rinuncio a tenere qualcosa solo per me, in un qualche modo lo "rendo sacro" e mi avvicino al Signore. Certo è che non è sempre facile fare questo, perché c'è sempre quella parte di me che resiste e vorrebbe tenere tutto per sé, e così si finisce per chiudere le porte all'altro... Penso che in questa domenica potremmo fermarci a chiedere al Signore di renderci davvero liberi e di rendere il nostro cuore una porta aperta all'amore e al dono. Perché alla fine è proprio vero che c'è più gioia nel dare che nel ricevere! Buona domenica di Gioia! Commento a cura di Elisa Ferrini |