Omelia (19-12-2015)
Monaci Benedettini Silvestrini
Dio ha detto ed è sicuro che lo farà

San Luca, l'evangelista dell'Infanzia di Gesù, sente il bisogno di narrare alla Chiesa primitiva non solo la storia di Gesù, ma anche quella del suo Precursore, di cui ci offre una narrazione che ci avvince e ci conferma nella fede che anche la nascita del Battista è stata accompagnata da evidente intervento di Dio. Due coniugi anziani, Zaccaria e Elisabetta, senza figli perché lei è sterile. Sono giusti e camminano con rettitudine dinanzi al Signore. Lui sacerdote, della classe di Abìa, presta il suo servizio secondo il suo turno al tempio. Lei, discendente di Aronne, vive nel nascondimento, convinta che la sterilità fosse segno di non gradimento di Dio e quindi motivo di rossore presso gli uomini. Ecco che una gioia viene annunziata a Zaccaria mentre presta il suo servizio nel tempio, nell'offerta dell'incenso: gli appare un angelo che gli annunzia: Tua moglie ti donerà un figlio. Nel suo animo sorge un atteggiamento di incredulità. Come, abbiamo tanto pregato quando avere un figlio era umanamente possibile, e ora che siamo vecchi entrambi ci viene data questa notizia. Ma come è possibile? Il dubbio non rimane senza conseguenze: lascerà un segno nella sua vita: Sarai muto e non potrai parlare, fino a quando queste cose si saranno avverate. Intanto il popolo attende, e quando riappare, egli non riesce a dare una spiegazione. La gente capisce allora che deve aver avuto una visione. Torna a casa con la sua mutolezza e nel frattempo gli eventi si evolvono. Elisabetta rimane incinta; quasi vergognosa rimane nascosta per cinque mesi e poi piena di gratitudine a Dio e di meraviglia per il dono della maternità, che le toglie la vergogna della sterilità presso i conoscenti, loda l'infinita bontà del Signore che viene sempre in aiuto a chi ripone in lui la sua fiducia. Sono tante le coppie di giovani sposi che desiderano un figlio che non viene. Anziché abbandonarsi alla sfiducia e allo scoraggiamento, che generano tristezza, delusione e angoscia, si aprano alla speranza, servendosi delle scoperte della scienza nella ricerche della causa della infecondità: poi si lascino guidare dalla divina provvidenza che tutto permette per il nostro bene anche se non riusiamo a comprenderlo, per supplire il vuoto, creato dalla mancanza di figli, supplisce in parte dedicarsi alle opere di bene, e, in particolare l'Affido o l'Adozione. Si diventa padri e madri non solo per generazione fisica ma anche per sentimento di affetto e di dedizione.