Omelia (20-12-2015)
fr. Massimo Rossi
Commento su Luca 1,39-45

Maria deve andarsene da Nazareth, e in fretta... aspetta un figlio e non è ancora sposata. Il paese è piccolo, la gente mormora... A proposito, i Vangeli non ci dicono nulla riguardo al matrimonio con Giuseppe; non una notizia, non un'indiscrezione sulle nozze dei genitori di Gesù... non vi sembra quantomeno curioso? A me sì. Evidentemente, secondo il Vangelo, le priorità sono altre. AMEN!
Dunque, Maria lascia il suo paese, la sua famiglia, e raggiunge in fretta un villaggio della Giudea, sui monti, per far visita ad una lontana parente, anche lei incinta, etc. etc. Una forza misteriosa la spinge ad affrontare un viaggio faticoso, verosimilmente a piedi, obbediente alla Carità che portava in grembo e che, a quanto pare, già operava prodigi.
Le parole che san Luca pone sulle labbra di Elisabetta fanno parte della preghiera più amata dagli Italiani e, in genere, dal popolo di Dio, l'Ave Maria; l'inizio (della preghiera) è costituito dal saluto dell'Angelo, quando recò alla Vergine l'annuncio che sarebbe diventata madre di Dio.
Cinque giorni ed è Natale: ci viene offerta una nuova occasione per convertire le nostre devozioni in espressione di fede autentica. Intendiamoci, sarebbe un grave errore pensare che tra fede e devozioni non ci sia alcuna relazione. La storia della Chiesa testimonia che il popolo di Dio ha sempre espresso la fede attraverso devozioni pubbliche e private, da quando le chiese locali dovettero assumere la liturgia romana, la quale si esprimeva in una lingua che non era la lingua parlata dalla gente comune, il latino. Le tesi a favore e contro l'uso del latino nella liturgia sono sostenute e motivate da fior fior di teologi e da pastori autorevoli, voci rappresentative di due sensibilità diverse, due diversi modi di intendere la preghiera ufficiale della Chiesa. Non è questa la sede per affrontare il tema; dico solo che l'uso del latino è soltanto la punta dell'iceberg; il dibattito, sostanzialmente ideologico, non privo di accenti polemici, ha per oggetto, niente meno che l'ecclesiologia, la percezione che la Chiesa ha di sé, soprattutto (la percezione) del ruolo dei fedeli - o spettatori? - nella Messa.
Perdonate la divagazione.
Torniamo alla scena dell'incontro fra la giovane Maria e l'anziana Elisabetta: entrambe madri eccezionali di figli ancor più eccezionali. Secondo la fede, ogni figlio che nasce è un dono del Cielo; ma questi due bambini erano, sono frutto di un intervento particolare di Dio, l'osservazione è quasi banale. Tuttavia, non è banale rilevare che la storia della salvezza, quella scritta da Dio, deve essere talora decifrata in fatti che apparentemente non hanno nulla di speciale. Che cos'ha, infatti, di tanto speciale, l'incontro tra le due donne, raccontato da Luca? Nulla!
Che, durante la gravidanza il bambino si muova nella pancia della madre, è del tutto normale; guai se così non fosse! Così come non c'era nulla di speciale nella famosa traversata del Mar Rosso, raccontato nel libro dell'Esodo: certo, la narrazione è parecchio fantasiosa... I registi cinematografici e gli esperti di effetti speciali hanno fatto il resto: quello che l'Esodo chiama Mare Rosso, era in verità poco più che un acquitrino, almeno il punto scelto da Mosè per far attraversare il popolo eletto... L'aspetto per così dire miracoloso consiste nella particolare coincidenza dei venti che cominciarono a soffiare proprio nel momento in cui gli Israeliti giungevano ai guadi del mare, inseguiti dall'esercito del faraone. Qualcuno penserà che fr.Massimo non ha rispetto per la Bibbia e banalizza i miracoli... In realtà la Volontà di Dio non passa sempre e solo attraverso fatti eclatanti, sconvolgimenti naturali, e affini. Il Vangelo di oggi, ripeto, ce ne dà la prova!


E noi, sappiamo riconoscere l'azione di Dio nella nostra quotidianità semplice e un po' banale?
Provate a riflettere: i passaggi decisivi della Salvezza sono avvenuti e avvengono senza suscitare alcun particolare scalpore. Quale eco può avere il concepimento di un figlio, la visita di una ragazza incinta ad una vecchia incinta pure lei? La nascita di un bambino in una capanna fatiscente sperduta nelle steppe di Betlemme? Per non parlare della crocifissione di Gesù... sì, avete capito bene: quinto mistero doloroso! Storicamente parlando, l'assassinio di Giulio Cesare, fu assai più significativo e determinante, ai fini delle sorti politiche dell'Impero romano. Ai tempi di Gesù, e negli anni a seguire, non era affatto raro assistere alla macabra sfilata di un condannato a morte, scortato da un drappello di soldati, che portava sulle spalle un trave, al quale sarebbe poi stato inchiodato... Sul Calvario i patiboli non venivano neanche smantellati; e c'era sempre qualcuno che ci moriva sopra, dopo una straziante agonia. Secondo il punto di vista di Roma, Barabba era ben più pericoloso di Gesù; il primo era un pericoloso terrorista - noi ne sappiamo qualcosa -, il secondo si era proclamato re dei Giudei... E che sarà mai? farneticazioni di un esaltato, colto da improvvisi deliri di onnipotenza. Pilato docet...
Tutto questo per dire che la volontà di Dio deve essere ricercata, riconosciuta e celebrata nella vita di ciascuno; per quanto possa sembrare anonima e insignificante, la nostra esistenza nasconde e rivela l'azione di Dio. Non è sempre facile rinvenirla leggendo le vicende della Bibbia; è ancor più difficile discernere la mano e la voce di Dio nelle nostre vicende personali e di comunità, comprese quelle poco felici, o addirittura tragiche.
ATTENZIONE: ricercando le orme di Dio tra le tante orme umane, corriamo la tentazione di sottoscrivere, anche noi, il proverbio integralista: "Non si muove foglia che Dio non voglia!"; per esempio: che significa affermare che l'azione di Dio passa (anche) attraverso le sofferenze? che ce le manda Dio? Ne abbiamo già parlato tante volte: la morte di Gesù in croce l'hanno voluta gli uomini, o, prima ancora, l'ha voluta Dio? Il fatto che non l'abbia impedita, insinua il sospetto che l'abbia voluta, o comunque l'abbia permessa. Ora, non si può volere, né permettere qualcosa che si ritiene essere sommamente iniquo, no? Ecco, dalla risposta a domande come questa, dipende anche la risposta se il dolore innocente, le sciagure naturali, il male in genere, venga da Dio, o da qualcun altro. E la risposta non può essere un semplice , o un semplice no...
Ultima domanda per oggi: riflettiamo mai sulle preghiere che la tradizione ci ha tramandato? Quando recitiamo il Padre Nostro, che non è un'invenzione della tradizione, ma è Parola di Dio, quali sensazioni suscitano in noi le parole: "Sia fatta la Tua volontà, come in cielo così in terra."? e come le spiegheremmo ad un bambino al quale insegniamo a chiamare Dio con il nome di Abbà, Padre?...