Omelia (02-01-2005)
don Remigio Menegatti
Il Verbo si e' fatto carne e ha posto la sua dimora in mezzo a noi (174)

Per comprendere la Parola di Dio alcune sottolineature
La prima lettura (Sir 24,1-4.812) è la riflessione della Sapienza di Dio che si presenta: creata da Dio, è con lui da sempre; dimora vicino a Dio e pianta la sua tenda nel popolo d'Israele, ed esercita in Gerusalemme il suo potere, sul monte Sion, dove sorge il tempio. Queste idee aiuta a comprendere quanto scrive Giovanni (Gv 1, 1-18) a proposito di Gesù: è lui infatti "La Parola" che vive da sempre presso il Padre e pianta poi la sua tenda in mezzo agli uomini. È un modo vivace per dire che il Figlio di Dio diventa uomo e viene a vivere sulla terra per far conoscere l'amore del Padre. È un altro modo per spiegare il grande dono del Natale: quel Bambino è Dio stesso che vive in mezzo agli uomini.

Salmo 147

Glorifica il Signore, Gerusalemme,
loda il tuo Dio, Sion.
Perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte,
in mezzo a te ha benedetto i tuoi figli.

Egli ha messo pace nei tuoi confini
e ti sazia con fior di frumento.
Manda sulla terra la sua parola,
il suo messaggio corre veloce.

Annunzia a Giacobbe la sua parola,
le sue leggi e i suoi decreti a Israele.
Così non ha fatto con nessun altro popolo,
non ha manifestato ad altri i suoi precetti.

Nella Bibbia troviamo come intrecciati alcuni temi:
- abbiamo scoperto che siamo un popolo eletto e che Dio è Padre di tutti gli uomini;
- abbiamo un tesoro prezioso, la Legge di Dio, per condividerlo con tutti gli uomini;
- c'è un luogo speciale, irripetibile, come il tempio che sorge sul monte Sion, a cui prima o poi sono invitati tutti i popoli della terra;
- Gerusalemme è una città unica al mondo, destinata ad accogliere famiglie di ogni lingua, color della pelle, stirpe e provenienza.
Israele, il popolo eletto, scopre di essere solo custode di un seme, che deve spargere abbondantemente perché possa germogliare, e così nutrire tutte le persone, da qualsiasi paese provengano.
Un modo per custodire e seminare questo seme è lodare Dio, mostrando la gioia di essere suoi figli e la felicità che nasce dall'ascolto delle sue parole.

Un commento per ragazzi
Il Signore è come un amico che incominciamo a conoscere attraverso delle lettere che invia, a cui rispondiamo. Come per le lettere che si scambiano i ragazzi delle scuole che non si conoscono: prima ci si scrive per un po' di tempo, si crea una sintonia, per diventare pian pano veri amici, e maturare il desiderio di incontrarsi, di conoscersi direttamente, fino a decidere che non si può stare uno senza l'altro.
Questo grande amico, una volta che lo incontriamo, ci spiega che tutto ciò non è avvenuto a caso, e tanto meno per sbaglio. Era nelle sue intenzioni incontrarci, stare con noi; fin dal primo momento che ha deciso di entrare in contatto con noi. Ha solo avuto tanta pazienza, si è dato un tempo perché potessimo conoscerlo ed entrare in confidenza, sentirlo come amico e coltivare il desiderio di stare con lui. Quando noi gli abbiamo chiesto "resta con noi", allora lui si è fermato a casa nostra. Una storia simile a quella dei discepoli di Emmaus: solo alla fine hanno scoperto chi era lo sconosciuto con cui hanno parlato lungo la strada che porta alle loro case.
Era come far spazio all'interno dell'accampamento e lasciare che uno, prima sconosciuto, pianti la tenda tra le altre, diventando così parte di quella tribù, membro a tutti gli effetti di quella grande famiglia.
Uno che entra come membro della famiglia e incoraggia, aiuta ciascuno a sentirsi accolto. "Venne tra i suoi", e possiamo aggiungere: i suoi fratelli, per aiutarli a scoprire che c'è un Padre che ama tutti, che vuole bene a ciascuno dei figli, e che tutti possono rispondere a questo dono. Importante è continuare il dialogo con lui, e così l'amicizia crescerà sempre di più.

Se c'è uno sconosciuto che chiede di piantare la sua tenda tra le nostre, forse ci pensiamo bene. C'è chi è più aperto e socievole, e subito vorrebbe fargli posto; c'è chi ci pensa un po' su; qualcuno arriva a negare in maniera netta la possibilità. È successo così anche a Gesù: chi lo ha accolto ha scoperto che c'è un Dio che non solo parla agli uomini, ma anche che vive con loro. Soprattutto ha capito che tutti siamo suoi figli. Figli che possono dialogare con il Padre perché imparano dal fratello più grande: Gesù.

Un suggerimento per la preghiera
Signore insegnaci a parlare con il Padre. Tu ci hai raccontato di lui, del suo amore per tutti gli uomini. Tu sempre parli a lui anche di noi. Abbiamo voglia di dialogare con lui, usando parole nostre, che nascono dal cuore, che non siano delle poesie imparate a memoria, che non ci annoino con inutili ripetizioni. Desideriamo provare la gioia di confidarci con chi ci ama, e che siamo certo di amare anche noi, adesso che tu ce lo hai fatto scoprire.