Omelia (25-12-2015)
fr. Massimo Rossi
Commento su Giovanni 1,1-18

Buon Natale!
"Come sono belli sui monti i piedi del messaggero che annuncia la pace, la salvezza, che dice a Sion: Il tuo Dio regna. (...) Tutti i confini della terra vedranno la salvezza del nostro Dio": certo che la cultura semitica è a dir poco singolare! Tra le tante virtù del messaggero, proprio i piedi bisogna ammirare e lodare?
Ebbene sì, nella letteratura epica, e anche in quella sacra, il messaggero doveva essere un buon corridore; era scelto tra i migliori corridori! piedi buoni, polmoni e cuore in forma perfetta!
In antico, le notizie viaggiavano a piedi. I messaggeri recavano ogni sera al re i bollettini di guerra dal fronte: selezionati con cura, conosciuti e stimati dal sovrano in persona (cfr. 2Sam 18,1-32).
Il contesto della citazione tratta dal capitolo 52 del libro di Isaia è (un contesto) di schiavitù, di guerra... È chiamato "Libro della consolazione", vero e proprio Vangelo, richiamato già al capitolo 40 vv.9ss: "Sali su un alto monte, tu che rechi liete notizie in Sion; alza la voce con forza, tu che rechi liete notizie in Gerusalemme; annuncia alle città di Giuda: "Ecco il vostro Dio! Ecco il Signore Dio viene con potenza, con il braccio egli detiene il dominio. (...) Come un pastore egli fa pascolare il gregge e con il suo braccio lo raduna; porta gli agnellini sul petto e conduce pian piano le pecore madri". I messaggeri che accorrono al paese e le vedette che li scorgono da lontano annunziano l'inizio del regno di Jahve in Sion. Questo ‘regno' che soppianterà i regni della terra, era stato annunciato da tutti i profeti, fin dai primordi della storia di Israele. Non possiamo dimenticare che l'Israele della Bibbia nasce con l'ingresso in Palestina, dopo l'esodo dall'Egitto e un viaggio di quarant'anni attraverso il deserto. Il passaggio, dai regni di questa terra al Regno di Dio, anche questo, un esodo a tutti gli effetti, non sarà più l'uscita frettolosa di una notte (cfr. Es 12,11), o una fuga, come la descrive un'altra redazione dell'Esodo (14,5)...
Sarà piuttosto una processione, nella quale i salvati porteranno non più i gioielli sottratti agli Egiziani, ma i vasi sacri del Tempio restituiti dagli oppressori stranieri.
Sarà una processione, annunciano le profezie: dunque, il contesto (dell'instaurazione del Regno di Dio), non è più la guerra, ma la liturgia. L'Avvento del Regno di Dio non avrà più niente di politico, ma sarà un fatto religioso; non frutto di abilità strategica dell'uomo, ma atto divino.
Se è così, l'unica possibile risposta dell'uomo è la fede: la fede ricevuta come dono nel battesimo, è la sola che ci più rendere capaci di riconoscere e accogliere l'avvento del Regno di Dio, il Natale del Signore nella nostra esistenza.
Anche quest'anno, come tutti gli anni, la Chiesa ci ha offerto un tempo per prepararci a celebrare Natale: quattro settimane per rinnovare la memoria di queste profezie - nei giorni scorsi le abbiamo cantate durante la preghiera del Vespro -, e fare nuovamente spazio alla venuta di Gesù.
Facciamo un po' di sana autocritica: riconosciamo con onestà che non siamo in grado di mantenere il posto che spetta al Signore nella nostra esistenza individuale, familiare, di comunità. Il tempo di Avvento è dunque necessario, così come anche la Quaresima.
Almeno oggi, facciamo un po' di spazio al Signore: non basta aggiungere qualche sedia intorno alla nostra tavola, non basta portare in soffitta, o alla Caritas, vestiti e giocattoli vecchi, per sostituirli con quelli appena ricevuti in regalo.
Il posto del Signore D E V E E S S E R E nella nostra mente e nel nostro cuore!
Non è una novità, lo sanno anche i bambini!
È dalla mente, è dal cuore che scaturiscono le decisioni importanti.
È nella mente, è nel cuore che albergano i sentimenti buoni e cattivi, verso le persone che ci stanno accanto, e con le quali dobbiamo dividere l'esistenza, nella buona e nella cattiva salute.
Soprattutto nella cattiva salute, possiamo sperimentare la presenza di Cristo. Del resto, il Verbo si è fatto carne per insegnarci a vivere questi momenti difficili, vivendoli di persona.
L'infanzia, l'adolescenza, la gioventù, la maturità, la vecchiaia, ogni stagione della vita ha i suoi momenti bui...: i Vangeli ci raccontano come li ha vissuti il Signore... nascere lontano da casa, senza il calore di un casa; dover fuggire, fin da subito, la persecuzione (di Erode) e vivere da profugo in una terra straniera; imparare a discernere la volontà di Dio, in mezzo, e talora in opposizione, a tante volontà umane, genitori compresi; scoprire che gli uomini non lo aspettavano affatto e non lo volevano; amarli lo stesso, anche se di un amore a senso unico; patire il tradimento degli amici più cari e l'abbandono di Dio; conoscere la violenza di chi, per invidia, o per paura, lo voleva mettere a tacere; sentire nella carne l'odio e il rifiuto di coloro che era venuto a salvare...
Quando anche noi, in misura diversa, vivremo esperienze simili, allora il Signore sarà con noi.
Se avremo il coraggio di crederci, saremo più forti, saremo i più forti! non per merito nostro, ma perché "forte è il suo amore per noi e la Sua fedeltà rimane in eterno!" (cfr. Sl 116).

Auguro a me e a tutti voi di riscoprire la fede!

Ci vuole molta fede per credere che Dio sia disposto a perdonare, a perdonarci, prima ancora che glielo chiediamo. È così! è l'unica via di fuga dal peccato. La fede è l'unico modo per non ricaderci più... Il piacere della mensa eucaristica non si esaurisca alzandoci da tavola... lo dico proprio oggi, che siamo tutti troppo sazi e alticci per riprendere il viaggio...
Il viaggio della fede non conosca riposo!
Natale, dopo Natale, il cammino di avvicinamento al Signore progredisca fino al suo compimento.
E così sia!