Commento su Is 40,1-5.9-11; Sal 103; Tt 2,11-14;3,4-7; Lc 3,15-16.21-22
Il Battesimo di Gesù è la festa più antica della Chiesa dopo la Pasqua, inoltre, essa chiude il ciclo liturgico del Natale e da inizio al Tempo ordinario.
Gesù si fa battezzare per assumere fino in fondo la nostra condizione di peccatore, la nostra condizione di uomini e mostrarci le vie da percorrere per rappacificarci col nostro Creatore.
Il Battesimo di Gesù nel Giordano anticipa il suo battesimo di sangue sulla croce, segno della nostra rinascita, nell'acqua e nello spirito, per cui diventiamo creature nuove. I cieli si aprono per indicarci che il Salvatore ha rivelato le vie della salvezza che ora, se vogliamo possiamo percorrerle, essendo ormai creature nuove, in quanto rinati dall'acqua e dallo Spirito. Creature nuove anche perché innestati nel corpo mistico di Cristo, la sua Chiesa. Innesto che ci impegna a ascoltare la sua voce, a seguirlo e a fare la sua volontà, che è quella del Padre. Dobbiamo prendere coscienza del dono ricevuto e quando ci rivolgiamo a Dio chiamandolo Padre come facciamo nel Padre Nostro, facciamolo con cuore amante di figli.
La liturgia odierna festeggia anche l'inizio della vita pubblica di Gesù, dopo trent'anni di anonimato e noi festeggiamo il piano della magnanimità di Dio per la nostra salvezza.
Ma il senso più profondo della festa è la prima manifestazione della Trinità, un'altra teofania come il Natale e l'Epifania. Non ci resta altro che far risuonare nei nostri cuori la voce di Dio Padre, che dice: "Oggi ti ho generato". L'"oggi" eterno di Dio che al Giordano esprime tutta la tenerezza del Padre per il Figlio, sul quale fa riposare lo Spirito sotto forma di colomba.
Il Secondo Isaia invita il popolo dei deportati di Israele alla consolazione: "Parlate al cuore di Gerusalemme e gridatele che la sua tribolazione è finita", Dio gli ha perdonato i suoi peccati perché ha intravisto in essi segni di pentimento. La gloria del Signore sta per rivelarsi nel deserto e manifestarsi sulle rive del Giordano dove, in mezzo alla folla di peccatori che si accalca sulle sue rive, Gesù si manifesta come ultima salvezza di Dio.
Benedici il Signore anima mia ché ti dona la vita eterna. La religiosità contemplativa del salmista dà ali a questo inno al creatore scoperto, guardando con occhi estatici "Quanto sono grandi, Signore, le tue opere". Opere che tu hai creato ma che "se nascondi il tuo volto...muoiono e ritornano nella loro polvere". Solo il tuo Spirito può trattenerle in vita, rinnovandole.
Paolo, scrive al suo "vero figlio" nella fede, Tito, perché da lui battezzato, affinché egli manifesti ai Cretesi, col suo modo di agire e parlare, la suprema bontà dell'amore di Dio per gli uomini: Cristo Salvatore. Egli ci ha salvati, non in virtù delle nostre opere di giustizia, ma per misericordia, mediante lo Spirito Santo effuso su di noi per mezzo di Cristo e per sua grazia, ci ha resi coeredi della vita eterna.
Giovanni annuncia una buona notizia: il Messia porterà la giustizia per mezzo di modesti segni spontanei legati a un cambiamento di mentalità. Pertanto andiamo al Giordano, da Giovanni a farci battezzare, la riconosceremmo "il Figlio", che ci presenterà al Padre ed egli ci riconoscerà come figli addottivi e ci farà coeredi nel Figlio. noi riceviamo il Battesimo come segno di conversione ma Gesù lo ricevette perché doveva e deve, l'eterno presente di Dio, iniziare a svelarci il mistero di Dio Padre nostro, che noi non conoscevamo come tale, ma come giudice severo. l'episodio del battesimo con cui Gesù viene catapultato nella scena pubblica come persona umile e solidale con i peccatori che tentano di convertirsi. Il cammino terreno a cui Gesù dà inizio è un cammino di abbassamento, di umiliazione come piace vederlo il Padre suo e nostro.
Ma la festa del battesimo di Gesù fa anche riferimento al nostro battesimo che:
Un battesimo che attende di essere manifestato.
Una fede che deve essere resa consapevole, matura.
Un dono che deve diventare impegno di responsabilità.
Il battesimo ci deve trasformare in protagonisti.
Leggendo il Vangelo sappiamo chi siamo, dove andiamo e come comportarci per vivere da cristiani veri senza compromessi. Quando abbiamo raggiunto questo giusto livello di comprensione anche noi saremo manifestati e a buon diritto chiamarti figli di Dio.
Revisione di vita
- Preghiamo in coppia o ciascuno per conto nostro?
- Il nostro amore simile all'amore di Cristo per la Chiesa?
- Se offesi perdoniamo sempre anche se gli altri non ci credono e ci tacciono da falsi?
- Che cosa è per noi il perdono?
Marinella ed Efisio Murgia di Cagliari