Omelia (03-01-2016)
Omelie.org (bambini)


Oggi ascoltiamo un Vangelo alla prima lettura non facile da capire, che può aiutarci a vivere la nascita del Signore come compimento di una Parola di Promessa per tutti.
Questo perché Giovanni vuole iniziare la sua Buona Notizia in modo diverso rispetto a Matteo e Luca, anche perché scrive qualche decennio dopo rispetto a loro (nel 90 d.C., 60 dopo la morte di Gesù). Il suo intento non è semplicemente narrare, ma quello di far riflettere su questo Mistero di Amore e di Misericordia.
All'inizio del suo Prologo, Giovanni sceglie di rimandare subito a delle parole che ricordano un testo importante della Bibbia: la Creazione. Infatti inizia con :
"In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio".
Non sceglie a caso il termine "In Principio", che ricorda proprio la Creazione, associandolo alla Nascita di Gesù. Lo sceglie per ricordare che nel testo della Genesi dando vita alla Creazione, con la Sua Parola, Dio ha fatto spazio all'uomo per donargli la libertà di vivere la bellezza del Creato, senza chiedere nulla in cambio all'uomo, ovvero con gratuità. Già questa potrebbe chiamarsi Misericordia: fare spazio all'altro permettendogli di vivere nel pieno di quello che è.
Un po' quello che ci accade ogni volta che non naturalezza ci sentiamo accolti per quello che siamo: negli aspetti di cui siamo orgogliosi ed anche in quelli che meno ci piacciono, come sanno fare le persone che ci amano in profondità.
Ma cosa c'entra la Creazione con la Nascita di Gesù? Perché Giovanni li mette insieme?
In qualche modo Giovanni vuole ricordare che sin dalla Creazione Dio ha fatto spazio all'uomo e che con Gesù entra nel mondo, non come Dio potente e giudice severo ma come un piccolo bambino, indifeso. Un bambino che si ritaglia il più povero dei posti nel nostro cuore, quell'angolo che delle volte anche a noi fa fatica vedere perché buio, povero, apparentemente poco accogliente. Eppure Dio proprio lì vuole nascere ogni anno; proprio lì ogni anno vuole ricordarci che anche gli angoli che meno ci piacciono di noi, che consideriamo i più faticosi e da allontanare, per Lui sono luoghi di salvezza.
Questo è un messaggio fantastico: pensare che Dio è presente lì dove noi non vorremmo esserci per primi!
E' un amico davvero speciale perché non è con noi solo quando siamo "bravi" e "belli" agli occhi degli altri, anzi! Quale amico è così fedele SEMPRE?
Allora capiamo anche perché Giovanni dice :
"In Lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l'hanno accolta".

Le tenebre sono quella parte di noi che non riesce a lasciare spazio alla Luce che dona vita. Quella parte che si lascia prendere da pensieri negativi su se e sulla vita, quell'angolo di cuore che non riesce a guardare alle cose belle e vede tutto buio. Non a caso i grandi chiamano "periodi bui" i momenti faticosi.
Ma la luce vince sempre, ricordiamocelo! Se in una stanza buia lasciamo un lumino acceso, già solo quello ci indica la direzione... pensiamo alle uscite di emergenza che sono nei luoghi pubblici! Beh, Dio è la nostra luce di emergenza!
Quella che ci lascia la libertà di movimento.
Quella che ci lascia lo spazio di dare vita a ciò che siamo.
Direi che in questo Anno Santo della Misericordia chiediamo al Signore di lasciarci amare da Lui e allo stesso tempo, di essere capaci di fare spazio anche noi agli altri e a Lui!
Buon Anno di "cuore che lascia spazio".
Commento a cura di Elisa Ferrini