Omelia (03-01-2016) |
don Luca Garbinetto |
Grazia e verità Dall'infinita pienezza della Trinità, dall'intimità del cuore di Dio, il Verbo è venuto portandoci ‘grazia e verità'. Dall'eterno è disceso nel tempo, che in Lui è stato creato, regalando a tutti gli uomini la luce di ‘grazia e verità'. La sua tenda piantata in mezzo al deserto dell'umanità, per farla rifiorire come Giardino originale, si erge solida ed è vicina ai pellegrini di questo mondo, sostenuta dalla ‘grazia' e dalla ‘verità'. Di questo continua ad avere bisogno oggi il mondo, inebriato di una falsa libertà che fa perdere i picchetti su cui si costruisce la vita. Di ‘grazia e verità' è assetato il cuore di coloro che ‘lo hanno accolto', e anche di chi, ancora oscurato dalle tenebre della morte, non osa invocare il suo nome. Tutti abbiamo bisogno di ‘grazia e verità'. La grazia è gratuità assoluta, è il passo che ci precede, è l'offerta totale di sé che anticipa ogni nostra richiesta. Di gratuità e benevolenza hanno necessità le nostre relazioni, troppo condizionate e irrigidite dai meccanismi del mercato, dagli inganni dell' ‘usa e getta', dall'aridità del conveniente e piacevole. Chi si lascia sommergere in questi dinamismi si ritrova svuotato di sé, e bisognoso di riscoprirsi persona. La grazia che viene nel Verbo incarnato restituisce dignità all'uomo, togliendolo dalla ghigliottina dell'utilitarismo e dei rapporti calcolati e funzionali. Il Verbo per primo dona se stesso, senza aspettare di calcolare meriti e successi. Egli pianta la sua tenda senza misurare i guadagni e i riscontri, e anche se nella notte pochi volessero lasciarsi illuminare dalla stella, il Verbo non si ritira: fosse anche per uno, fosse anche per una interminabile solitudine, la grazia irrompe sulla faccia della terra e si consegna. Dio è totale gratuità, ed è questa sconvolgente scoperta che rimodella il cuore di ciascuno secondo la nostra immagine originale. Noi siamo creati ‘per mezzo di lui', per essere da lui amati, e divenire così capaci di amare. Anche la nostra tenda viene di nuovo piantata nel campo del mondo, quando ci lasciamo coinvolgere dall'eterno amore che si fa prossimo a noi, senza cercare altri motivi per amarci se non la sua totale benevolenza. La verità, poi, ci fa liberi. Egli stesso lo annuncerà nel suo peregrinare fra i sentieri di Israele. La verità ci fa liberi, e non il contrario: nessuna libertà ci può fare veri, se è priva dei paletti che Dio stesso ha posto sulle strade della vita, per indicarci direzione e meta. La verità che è il Verbo, che si fa via e vita, ci dice chi siamo. Ci manifesta il volto autentico del Padre, e specchiandoci in esso, racchiuso negli occhi vivaci di Gesù, ci manifesta il nostro volto. La verità di noi stessi è la nostra eterna dignità di figli, perduta in conflitti e battaglie interiori prima che fratricide. Perché dentro di noi la legge del peccato ha dichiarato guerra alla bellezza della grazia. La verità è che la grazia vuole e può vincere, e che noi possiamo concederle il campo aperto del nostro cuore affinché a Lui, via e vita, tocchi la vittoria finale. La verità è che siamo fatti per il Cielo, non per naufragare nella notte di questo mondo ferito. ‘Grazia e verità': questi doni soprannaturali vengono a noi nella relazione personale e viva con il Verbo, che si è fatto uomo, veramente uomo. Si è fatto carne, una carne da pizzicare e stringere, di cui portarne il peso e gustarne la passione; una carne che è corpo ricolmo di spirito, misterioso e meraviglioso prodigio pensato e realizzato dall'Eterno. Non siamo fatti per razzolare rannicchiati nelle nostre miserie e lamentele. Siamo fatti per alzare lo sguardo e accogliere il bagliore dirompente del volto dell'Altissimo, fatto bambino accessibile, profondità di un dono tanto fragile quanto onnipotente. |