Commento su Mt 6,50
«Coraggio, sono io, non abbiate paura!».
Mt 6,50
Come vivere questa Parola?
La fede non è davvero legata ai miracoli. Tutti quei bei segni compiuti da Gesù, lasciano gli apostoli con il cuore indurito. Tristissimo! Non solo: anche una giornata di ritiro con lui non è sufficiente per sciogliere i cuori. Al punto che non lo riconoscono più: basta un po' di buio, un contesto diverso e lo scambiano per un fantasma e ne hanno paura.
Questo quadretto svela molte cose che ci aiutano a capire meglio le nostre fatiche. Ci leghiamo spesso all'apparenza: in chi ci è accanto, in particolare in chi ci guida, vorremo vedere la perfezione, la bravura massima, l'impegno eroico. Vorremmo vedere miracoli. E se anche questi li fanno davvero, i miracoli, noi poi, non sappiamo riconoscerli. Non sappiamo dar loro un qualsiasi senso. Sentimenti come l'invidia, la delusione ci offuscano e siamo portati ad indurirci, ad aumentare le pretese e attese nei confronti delle persone. Aumentando anche la nostra amarezza, la nostra delusione e magari la nostra invidia. Diventando incapaci non solo di riconoscere il merito delle persone, ma arrivando a mettere in discussione l'esistenza di Gesù. Sappiamo solo paragonarlo ad un fantasma, un'ombra, buona solo spaventare, una proiezione della mente umana, che nasconde un bisogno di sicurezza che dovrebbe essere soddisfatto altrimenti.
Signore, donaci l'umiltà di svelare i meccanismi contorti e perversi che abitano la nostra mente e i nostri cuori, che ci impediscono di accogliere Te, nella tua autentica rivelazione e che bloccano la nostra capacità di amare, di donare, di vivere senza paure, senza inutili resistenze.
La voce di un uomo forte
Chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola.
Paolo Borsellino
|