Commento su Mt 2,1-12
Collocazione del brano
Questo è il terzo quadro che ci viene presentato dall'evangelista Matteo (il primo è la genealogia, il secondo l'annuncio a Giuseppe). Gesù è stato annunciato e accolto da Giuseppe, il pio israelita. Ora lo stesso Gesù viene ricercato e trovato dai pagani, simboleggiati da questi misteriosi personaggi, i magi, venuti dall'Oriente. Il testo è ricco di significati. Il Messia viene riconosciuto come re dei Giudei da dei pagani e non dal suo popolo (Erode, gli scribi e i sommi sacerdoti). Questi pagani vengono a conoscere Gesù grazie alle stelle, tramite una sapienza umana, la ragione. La ragione però da sola non è bastata per condurre i magi dal Bambino, hanno avuto bisogno della Scrittura, la Rivelazione. Ma nemmeno coloro che custodivano la Rivelazione (gli scribi e i farisei) non hanno conosciuto Gesù. Ci vuole ancora qualcosa: il desiderio di incontrare Gesù, la disponibilità ad assumersi il rischio di un viaggio nella notte, così come hanno fatto i magi. Erode e i capi di Israele invece, pur avendo la Rivelazione e non essendo lontani da Betlemme non si mettono in cammino alla ricerca di Gesù e cercheranno di eliminarlo.
Lectio
1 Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme
Questo versetto si ricollega al brano precedente in cui si parla della particolare "generazione" di Gesù. Il verbo usato qui per indicare la nascita di Gesù è ancora quello della genealogia e della generazione di Gesù in Mt 1,18. Notiamo che quando riguarda Gesù questo verbo risulta sempre al passivo (4 volte: 1,16.20; 2,1.4).
Matteo ci indica poi le coordinate spazio-temporali della nascita di Gesù. Prima l'indicazione di luogo: Betlemme di Giudea, posta a 9 km a sud di Gerusalemme. Si specifica Betlemme di Giudea forse per distinguerla da un'omonima località di Galilea (cf. Gs 19,15); ma più sicuramente per identificarla con la città natale di Davide (1Sam 17,12) e quindi la città di origine della casa regnante in Giudea.
Poi Matteo ci indica la collocazione storica dell'evento: ai tempi di Erode, il re. Per contrasto, Erode non è di discendenza davidica e neppure giudeo, essendo un idumeo che ha ricevuto il titolo di "re della Giudea" (Lc 1,5) dai romani. Erode regnò a Gerusalemme dal 37 al 4 a.C. Gesù nacque almeno un paio d'anni prima della morte di Erode, cioè attorno al 6 o 7 a.C. (i calcoli che Dionigi il Piccolo nel VI secolo fece per conoscere la data esatta della nascita di Cristo sono stati corretti a 6, anni prima, appunto).
Dopo questo evento della nascita di Gesù, arrivano dall'oriente a Gerusalemme dei magoi. Matteo non precisa da quale regione precisa dell'oriente essi provengano, né ci dice esattamente chi dobbiamo intendere per magoi. Da tutto il contesto si può dedurre che essi fossero degli astrologi, osservatori del cielo stellato, i cui segni hanno sempre affascinato gli uomini, sia antichi che moderni.
2 e dicevano: "Dov'è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo".
I magi chiedono dove sia il re dei Giudei. Un'espressione del genere si può trovare solo sulle labbra di pagani. Gli ebrei avrebbero parlato di re di Israele. Ma con queste parole Matteo richiama il motivo della condanna di Gesù, scritto sopra la sua testa nel momento della crocifissione. In questo racconto si trovano diversi elementi che prefigurano il mistero di passione morte e risurrezione di Cristo.
I magi hanno visto la sua stella in Oriente. Questo significa che l'hanno vista nella loro terra o, meglio, che l'hanno vista nel suo sorgere. Secondo gli antichi, la nascita di un grande uomo veniva segnalata con l'apparire di una stella. Questo lo si dice ad esempio per Alessandro Magno. Ma anche il Messia sarebbe stato annunciato dall'apparire di una stella. Era quella profetizzata da Baalam in Nm 24,17.
I magi sono venuti ad adorare questo nuovo re. Proskynéo è un gesto diffuso tra gli orientali e consiste nel mettersi in ginocchio e toccare la terra con la fronte, in segno di profonda riverenza. Spesso è associato al verbo "cadere", così come lo si troverà tra qualche versetto (Mt 2,11). E' un termine molto usato nel vangelo di Matteo.
3All'udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme.
La visita dei magi, ma ancor più le loro parole mettono in atto la reazione di Erode e di tutta Gerusalemme, nel senso delle strutture politico-religiose avverse al Messia. C'è una contrapposizione. L'annuncio della nascita del re dei Giudei provoca una grande gioia nei magi (cf v. 10) e invece in Erode e Gerusalemme provoca grande turbamento.
4 Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo.
In questo versetto si trova per l'unica volta nel NT il termine "scribi del popolo". Di solito Matteo parla di "anziani del popolo". Qui vuole forse mettere in evidenza gli scribi come membri autorevoli e rappresentativi del sinedrio.
Erode convoca il sinedrio in un'assemblea straordinaria. Questa convocazione e anche l'accurata ricerca di informazioni su Gesù sono una prefigurazione del processo e della ricerca di pretesti che i sommi sacerdoti e gli scribi appunto misero in atto per riuscire a condannare Gesù (cf Mt 26, 57.59).
Il verbo "è generato" si trova al presente, ci dà un senso della continua presenza del Messia, non è più una promessa (al futuro), né un fatto già avvenuto e lontano nel tempo (passato). L'uso del nome "Cristo", anche se può avere il significato più natalizio di Messia, qui ci proietta già nella realtà di Gesù pienamente manifestato come Cristo e Signore risorto.
5Gli risposero: "A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta:
I sacerdoti e gli scribi sono preparatissimi. Sanno bene da dove dovrà nascere il Cristo e portano anche la necessaria citazione biblica di riferimento.
6 E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l'ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele".
Matteo cita la Scrittura ma la adatta ai suoi scopi. La frase iniziale, presa da Mi 5,1 non era in negativo.
Betlemme era davvero uno dei più piccoli villaggi della Giudea al tempo di David e dei profeti. A questo versetto Matteo aggiunge Mi 5,3 e 2Sam 5,2, che parla di David come il pastore del popolo di Israele.
Dunque è Betlemme il luogo in cui deve nascere il Messia, poiché viene dalla stirpe di David.
7Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella
Erode si informa accuratamente sulle circostanze di tempo inerenti alla stella. Si capirà poi al versetto 16 il motivo di tutta questa sollecitudine. Questa accurata investigazione è resa con il verbo akriboo, la cui radice si trova ancora nell'avverbio accuratamente (akribos) del prossimo versetto. Purtroppo c'è anche un'accuratezza che vuole condurre al male.
8e li inviò a Betlemme dicendo: "Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l'avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch'io venga ad adorarlo".
Erode stesso sembra inviare i magi a Betlemme, raccomandando loro che con altrettanta accuratezza raccolgano informazioni attorno al bambino, informazioni da trasmettere a lui. Egli approfitta della loro buona fede, servendosi di loro come spie.
9Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino.
Ecco riappare la stella. Forse non era più necessaria, visto che sapevano di doversi recare a Betlemme. Con tutta probabilità non si tratta di un fenomeno astronomico (la stella cometa nelle rappresentazioni del Natale fu introdotta da Giotto, nel 1305 circa), ma di un segno divino, come un angelo. Ricordiamo che la stella era l'oggetto di una delle profezie riguardanti il Messia (cf. l'oracolo di Balaam, Nm 24,17).
10Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima.
Qui sembra che Matteo non sappia più quali termini usare per descrivere la gioia straordinaria dei magi nel rivedere la stella. Essi stavano raggiungendo lo scopo di tutto il loro duro cammino, stavano per incontrare il re dei Giudei!
11 Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra.
I magi trovarono il bambino "nella casa", cioè nella casa in cui Maria e Giuseppe andarono ad abitare insieme. Per Matteo Gesù nacque in casa sua, in situazioni normali, fu dopo che dovette vivere la precarietà dell'emigrazione in Egitto. Non dobbiamo lasciarci prendere troppo dalle tradizioni popolari cresciute attorno a questi brani di vangelo. Anche i magi sono stati soggetto di molte sovrapposizioni. Furono identificati come re dalla tradizione a causa di Sal 72,15. Si pensò che fossero tre in base ai doni che portarono.
Riguardo ai doni, essi sono stati interpretati sin dall'antichità come simboli delle diverse prerogative di Cristo: l'incenso in quanto Dio, l'oro per il re, la mirra prefigura Gesù nella sua passione (la mirra era una resina che si utilizzava soprattutto per imbalsamare i cadaveri).
12Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un'altra strada fecero ritorno al loro paese.
Anche i magi come Giuseppe, vengono avvertiti in sogno e come lui obbediscono prontamente alla volontà di Dio. Si ritirano in fretta, Matteo usa qui il verbo anachoreo, che abbiamo visto nel brano della festa della Santa Famiglia. Non si parlerà più di loro, se ne vanno così come sono tornati, ma rappresentano per noi dei testimoni importanti, dei modelli per la ricerca del Signore nelle nostre vite.
Meditatio
- Sono attento/a ai "segni dei tempi" (ciò che accade nella mia vita, nella società), e cerco di riconoscere in questi fatti la presenza e l'azione del Signore?
- In che modo la Scrittura può illuminare la mia vita e le mie scelte?
- Cosa significa per me oggi il gesto di adorare Gesù, il re dei Giudei?
Preghiamo
(Colletta della solennità dell'Epifania)
O Dio, che in questo giorno, con la guida della stella, hai rivelato alle genti il tuo unico Figlio, conduci benigno anche noi, che già ti abbiamo conosciuto per la fede, a contemplare la grandezza della tua gloria.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...