Omelia (10-01-2016)
padre Antonio Rungi
Il Battesimo di Gesù, epifania della misericordia di Dio

La festa del Battesimo di Gesù, in questa seconda domenica del nuovo anno, e nell'anno santo della misericordia, in invita a riflettere sul tema della nostra rinascita spirituale, attraverso il sacramento del Battesimo che abbiamo ricevuto, per lo più, in tenera età, su decisione dei nostri genitori che hanno ritenuto, giustamente ed opportunamente, di far dono ai loro figli di quella stessa fede e di quella stessa grazia di cui avevano goduto loro, all'inizio della loro vita terrena.

Nella preghiera iniziale di questa festa, la Colletta, preghiamo con queste parole: "Padre onnipotente ed eterno, che dopo il battesimo nel fiume Giordano proclamasti il Cristo tuo diletto Figlio, mentre discendeva su di lui lo Spirito Santo, concedi ai tuoi figli, rinati dall'acqua e dallo Spirito, di vivere sempre nel tuo amore". In questa orazione chiediamo al Signore di vivere nel suo amore, di vivere, cioè, nella sua misericordia. Il battesimo che abbiamo ricevuto è stato il primo gesto di amore e misericordia da parte di Dio nei nostri riguardi, in base al quale Egli, mediante Gesù Cristo, ci ha elevati alla dignità di suoi figli adottivi. Gesù, infatti, ci ricorda l'apostolo Paolo nel brano della seconda lettura di oggi, ci ha salvato dalla nostra condizione di peccato originale, mediante il lavacro di purificazione che il Battesimo, espresso dall'acqua che rigenera e rinnova nello Spirito Santo. In questa nuova dimensione ed esistenza improntata dalla grazia e alla soprannaturalità, noi camminiamo nel tempo, nell'attesa di quella vita eterna, di cui Cristo ci ha fatto eredi mediante la sua morte e risurrezione. Quel mistero pasquale nel quale veniamo immersi mediante il sacramento del battesimo.

Noi siamo in continua costruzione, ricostruzione e ristrutturazione del nostro essere cristiani, indirizzati verso l'eternità. La nostra meta è nel cielo, ma si costruisci sulla terra, impegnandosi a vivere secondo gli insegnamenti del Vangelo che "ci insegna a rinnegare l'empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell'attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo". Questo nuovo stile di vita ci viene richiesto esplicitamente da una voce autorevole come quella di Giovanni Battista che, nuovamente, è in scena sul palcoscenico delle feste natalizie che si possono, a ben ragione, dire che si concludono qui.

La figura di Giovanni riemerge anche in questa circostanza, non per far ombra o ostacolare l'ufficializzazione di chi era davvero il Figlio di Dio, ma per indicare in Gesù, il vero ed unico salvatore. Leggiamo, infatti, nel testo del Vangelo di Luca: "Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco». Il riferimento a Gesù Cristo, è chiaro. Il battesimo di Giovanni è un battesimo penitenziale e Gesù si assoggetta a tale liturgia penitenziale, per dare l'esempio. Ma è esattamente in quel momento che dal cielo una voce rivela la vera identità di quel giovane maestro che si abbandona nelle mani del precursore e per giunta suo cugino. Il Battesimo che Cristo ci donerà, nel mistero della sua Pasqua e Risurrezione, è un Battesimo di remissione del peccato originale, con il quale entriamo in questo mondo e che contraiamo per il fatto che apparteniamo al genere umano.

In questa verità in cui camminiamo e di cui siamo convinti come cristiani, possiamo elevare al Signore l'inno di gioia che il profeta Isaia ha fissato in uno dei testi biblici più belli e significativi dell'Antico Testamento (prima lettura odierna), proprio guardando, in prospettiva, a Gesù Cristo salvatore e redentore dell'uomo. Nella festa del Battesimo di Gesù, tutto questo è confermato dalla voce celeste che indica in Gesù Cristo il Figlio di Dio, l'Eletto, nel quale il Padre si è compiaciuto e mediante il quale esercita la sua misericordia nei confronti dell'umanità, bisognosa di salvezza e redenzione. Con il Salmista, ci rivolgiamo a Dio con questa preghiera di ringraziamento e di lode: Sei tanto grande, Signore, mio Dio! Sei rivestito di maestà e di splendore, avvolto di luce come di un manto, tu che distendi i cieli come una tenda. Mandi, Signore, il tuo spirito e con la tua misericordia rinnova la faccia della terra.