Omelia (06-01-2016)
don Alberto Brignoli
Chi ha l'esclusiva su Dio?

Mi sono chiesto, in questi giorni, come si sarebbero comportati Giuseppe e Maria se si fossero trovati nell'attualità, a dover comunicare al mondo la nascita del loro figlio così come fanno i personaggi famosi, ad esempio una famiglia di reali: a chi avrebbero concesso l'esclusiva della foto del loro bambino, o quanto meno le prime immagini della nuova famiglia? Attualmente, sono una famiglia di famosi; dopo oltre duemila anni di cristianesimo credo non ci sia alcun dubbio sul fatto che possano essere considerati dei "vip", per cui certamente avrebbero la necessità di curare la loro immagine e tutto ciò che corrisponde al mondo della comunicazione. A chi, dunque, avrebbero concesso l'esclusiva della prima intervista con le immagini del "principino"? Verrebbe da dire "ai pastori", considerando che sono stati i primi destinatari dell'annuncio... ma, con tutto il rispetto per la categoria, non li vedo molto afferrati in materia, e soprattutto avrebbero un raggio d'azione abbastanza ristretto per quanto riguarda le comunicazioni. L'ideale sarebbero gli Angeli: hanno seguito tutte le fasi della gravidanza, con le vicende annesse e connesse del cugino Giovanni e dei suoi anziani genitori, chi meglio di loro è a conoscenza di tutto ciò che riguarda il piccolo Messia? Però, anche lì, faremmo riferimento a un gruppo molto limitato di persone, una cerchia ristretta che per di più sa già tutto, vista la familiarità con le sfere divine.
Bisogna spostare il raggio d'azione sulla terra, e qui, nulla meglio dei canali ufficiali della Gerusalemme di quel tempo: il potere politico e il potere religioso. Quelli (come sempre avviene, del resto) hanno in mano tutte le strategie della comunicazione, e se si affida loro il "lancio di immagine", si può andare sul sicuro, l'effetto è assicurato. Sennonché... "ecco" l'imprevisto: "Ecco alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme, e dicevano: Dov'è colui che è nato, il re dei Giudei?". Qualcuno ha fatto la spia... qualcuno ha già rivelato oltre confine l'avvenimento, qualcuno ha portato via a Erode e a tutta Gerusalemme l'esclusiva della notizia. E quel qualcuno è davvero molto, molto particolare: né un pastore, né un angelo, e neppure un re o un sacerdote, ma una stella ha pubblicato la notizia per prima, oltre confine. Erode e tutta Gerusalemme rimangono turbati: non solo perché questa stella ha fatto perdere loro l'esclusiva della notizia, ma perché con questa nascita, che ora diviene un incubo più che un lieto evento, hanno perso l'esclusiva del potere. Erode sente che il suo potere politico viene minacciato da un re di cui non sa nulla (e ne ha ben di che temere, lui che aveva usurpato a sua volta il potere sterminando la sua famiglia), mentre "tutta Gerusalemme" significa l'indotto che gira intorno allo strapotere del tempio e della casta sacerdotale, che teme l'arrivo di un Messia capace di stravolgere questa istituzione e la fabbrica di soldi che ne derivava, cosa che puntualmente avverrà, quando il bambino Gesù sarà cresciuto. Se questa notizia è confermata, perderanno tutto: potere, ricchezza, e soprattutto l'esclusiva su Dio e sul suo tempio.
Purtroppo per loro, è sufficiente guardare nei bagagli di questi Maghi d'Oriente per rendersi conto che le cose stanno proprio così. Nelle loro valigie, lo sappiamo bene tutti, c'erano oro, incenso e mirra. Certo, sono doni che essi hanno portato per offrirli al bambino: ma se li hanno portati, significa che erano a loro disposizione, che li possedevano. E forse è proprio questo che fa male a Erode e a Gerusalemme: sapere che c'è qualcun altro, prima di loro, che ha l'esclusiva sul bambino, sul nato re. Qualcuno venuto da lontano, qualcuno che non appartiene al popolo della salvezza; e per di più, qualcuno che pratica la magia, severamente vietata dalla Legge di Mosè prima, guardata con grande sospetto dal cristianesimo poi.
Eppure, a questi stranieri senza Dio e senza scrupoli è apparsa una stella nel cielo: anch'essi, come tutti noi, hanno una buona stella che li guida. Bisogna saperla guardare, bisogna avere gli occhi rivolti verso l'alto, e non verso le banalità e gli intrighi di questa terra: così, si giunge alla salvezza; così, si ha l'opportunità di aprire - ognuno di noi, nessuno escluso - le nostre valigie con oro, incenso e mirra. Che rabbia, per Erode, sapere che l'oro non appartiene solo ai re di questa terra, ma anche al re del cielo! Che rabbia, ancor di più, per i sacerdoti, sapere che non solamente loro possono fare l'offerta dell'incenso a Dio, ma ogni uomo e donna di buona volontà, da qualunque parte del mondo provenga, è in grado di onorare e servire Dio attraverso la preghiera. Che rabbia, quella di tutta Gerusalemme, sapendo che non è lei solamente la sposa del Cantico dei Cantici profumata intensamente di mirra, e che altri popoli possono entrare in profonda e sponsale intimità con Dio! Che rabbia, per lei, sapere che da Gerusalemme d'ora in poi è meglio non passare più, perché è una città corrotta, dove regna chi è pervaso di cattive intenzioni, per cui è meglio fare ritorno a casa passando "per un'altra strada".
Nel Bambino Gesù, tutti possono regnare con Dio, tutti possono elevare la loro preghiera a Dio, tutti possono amare ed essere intensamente amati da Dio, anche degli ammalianti ed intriganti maghi d'Oriente, purché si lascino guidare dalla loro buona stella. Dio non è più esclusiva dei potenti, dei sacerdoti o di alcun popolo prediletto: Dio è di chiunque lo cerca con cuore sincero, a qualunque classe sociale, popolo o religione appartenga.
Non bisogna lasciarsi guidare dagli astri illuminati dei potenti di questa terra, che pretendono di brillare come il giorno su tutto e su tutti; è sufficiente alzare lo sguardo, nel buio della notte, e seguire con fiducia ognuno la propria buona stella.