Omelia (06-01-2016)
Omelie.org (bambini)


Buon giorno bambini!
Scommetto che se vi chiedo come si chiama la festa di oggi mi sapete rispondere tutti in coro: "Epifania!"
Ma perché vi ricordate così bene il nome di questa festa? Anche qui vi vedo tutti pronti a rispondere: "Perché è il giorno in cui si ricevono dei doni!!". È perciò un giorno bello che non si può dimenticare.
Ma sapete perché è nata questa consuetudine dei doni nel tempo natalizio? Per dare maggiore risalto al Dono più importante, quello che Dio fa all'umanità: il dono di Gesù, suo Figlio. È Lui il vero, il grande, il preziosissimo dono che Dio fa a ciascuno di noi e a tutta l'umanità.
È un dono che ci stupisce perché è molto importante e perché nessuno di noi ha fatto qualcosa di speciale per meritarlo. Se ci pensate bene, anche per i doni che porta la Befana o Babbo Natale bisogna promettere di impegnarci ad essere migliori. Io, nella mia calza della Befana, quando ero piccola, trovavo sempre un bel po' di carbone, segno che non ero stata proprio brava... le mie mancanze, i miei limiti, erano in qualche moto sottolineati con il carbone, anche dalla befana!
Con Dio non è così. Il suo dono, pur essendo molto prezioso, è offerto a tutti in modo gratuito e senza alcuna condizione. C'è una frase che san Paolo scrive alla comunità dei Galati: "Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge". Notate... l'apostolo non dice: quando gli uomini erano diventati tutti buoni, tutti generosi e tutti i popoli vivevano nella pace, Dio mandò il suo figlio. No, san Paolo parla di una pienezza dei tempi. E questa pienezza dei tempi può significare tante realtà di disorientamento, di lite, di guerre, di discordie. Dio vede tutta una umanità immersa in cose tristi e per questo invia suo Figlio, perché con la sua vita ci insegni che cosa significa essere uomini, comportarsi da uomini.
Il vangelo di oggi, che conosciamo tutti, è davvero stupendo. Prima di cominciare a riflettere su questa pagina, vorrei che ciascuno di voi pensasse a una persona che ritiene davvero lontana da Dio...
Avete pensato? Bene. Voi direte: "Ma cosa c'entra tutto questo con la pagina del Vangelo?". Lo vediamo subito.
Abbiamo ascoltato, nel racconto del Vangelo, che ci sono dei personaggi che vengono da lontano, precisamente da Oriente. Oriente è il luogo per definire le persone pagane, cioè quelle che non conoscono Dio, quelle che in qualche modo sono davvero lontane da Lui.
Ci viene ancora detto nel Vangelo che questi personaggi sono Magi. Ma, secondo voi, che mestiere facevano i magi?
Vi aiuto subito: provate a mettere al singolare la parola Magi. Avete detto bene... ne esce la parola "Mago". Vi vedo con i volti pieni di stupore! Sì, questi personaggi erano dei veri maghi, erano gente che praticava la magia, gente lontana da Dio. Il mestiere di mago era condannato in Israele. Era un peccato gravissimo esercitare la magia, un peccato che veniva messo sullo stesso piano di chi rubava o uccideva.
Bene, l'evangelista Matteo, per far capire a tutti noi che Dio non esclude proprio nessuno dal suo amore, prende questi personaggi davvero lontani, considerati da tutti peccatori, e... ma non voglio togliervi la sorpresa perciò seguiamo passo passo il racconto.
Vi ho già detto che gli evangelisti sono degli scrittori eccellenti, vero? Ecco, Matteo presenta i Maghi come persone in ricerca. Questi personaggi non sanno nulla di Dio ma scrutano il cielo, e il cielo mostra un segno chiaro che un evento straordinario sta compiendosi. Allora si mettono in cammino, si lasciano guidare da quel segno. Vanno in terre lontane... si fidano.
Erode ed i suoi ministri invece, pur avendo la Parola di Dio, non la guardano, non la lasciano parlare e restano all'oscuro di tutto. Eppure loro, assieme agli scribi e al popolo di Israele, oltre alle Scritture avevano anche i profeti che annunciavano da tempo la venuta dal Messia! Eppure rimangono chiusi, non si mettono in cammino.
Anzi, avrete certamente sentito cosa dice il Vangelo: "Erode e tutta Gerusalemme sono turbati da questa notizia". Avrebbero dovuto essere pieni di gioia perché il popolo di Israele da tempo era in attesa del Messia, avrebbero dovuto uscire per le strade e per le piazze, cantare, gioire e invece rimangono chiusi dentro le loro case alla notizia della nascita del nuovo re.
Tutta la città insieme ad Erode è turbata, è preoccupata! Non hanno capito nulla. Gesù porta gioia e non turbamento, porta vita e non morte, porta libertà, apertura e non chiusura.
Ma questo richiede il coraggio di cambiare mentalità, di non rimanere dentro le proprie sicurezze. Erode, invece, rimane dentro il suo palazzo, non ha il coraggio di mettersi in cammino dietro il segno della stella alla ricerca di Dio che è già presente in mezzo a noi.
La stella, segno della luce che è Dio, si posò sulla grotta di Betlemme e i maghi entrarono e videro il bambino "con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono", perché riconoscono Gesù come il vero Re.
A questo Re, offrono "in dono oro, incenso e mirra". Sapete il significato di questi segni?
Sono doni che indicano anche il ruolo di questo Messia. Gesù è re e per questo gli offrono l'oro. Gesù è sacerdote: ecco l'incenso che soltanto i sacerdoti potevano offrire nel Tempio. Gesù è lo sposo: ecco la mirra che è il profumo della sposa, dell'umanità intera che Dio ama proprio come uno sposo ama la sua sposa.
A differenza del re Erode questi personaggi lontani da Dio, con i loro doni, riconoscono e accolgono Dio e il suo amore. Un amore gratuito, che non esclude nessuno.
Vi ricordate quando, all'inizio della riflessione, vi ho detto di pensare a qualcuno che ritenete lontano dal Signore? Bene, pensando a queste persone, ora siamo chiamati a fare un cambiamento di mentalità: Dio li ama, non li esclude dal suo amore, si prende cura di loro come di noi.
La festa di oggi è festa di gioia grande. Nessun popolo è escluso dall'amore di Dio! E visto che nessuno può e deve sentirsi escluso dal suo amore, anche noi siamo chiamati ad amare tutti senza escludere nessuno.
Solo così dimostriamo di essere figli di Dio.
Commento a cura di Sr. Piera Cori