Commento su 1 Sam 3, 3-10; 19-20
«La lampada di Dio non era ancora spenta e Samuèle dormiva nel tempio del Signore, dove si trovava l'arca di Dio. Allora il Signore chiamò: "Samuèle!" ed egli rispose: "Eccomi", poi corse da Eli e gli disse: "Mi hai chiamato, eccomi!". Egli rispose: "Non ti ho chiamato, torna a dormire!"... Ma il Signore chiamò di nuovo: "Samuèle!"; Samuèle si alzò e corse da Eli dicendo: "Mi hai chiamato, eccomi! Ma quello rispose di nuovo: "Non ti ho chiamato, figlio mio, torna dormire!". In realtà Samuèle fino ad allora non aveva ancora conosciuto il Signore, né gli era stata ancora rivelata la parola del Signore. Il Signore tornò a chiamare: "Samuèle!" per la terza volta; questi si alzò nuovamente e corse da Eli dicendo: "Mi hai chiamato, eccomi!". Allora Eli comprese che il Signore chiamava il giovane. Eli disse a Samuèle: "Vattene a dormire e, se ti chiamerà, dirai: "Parla, Signore, perché il tuo servo ti ascolta"... Venne il Signore, stette accanto a lui e lo chiamò come le altre volte: "Samuèle, Samuèle!". Samuèle rispose subito: "Parla, perché il tuo servo ti ascolta". Samuèle crebbe e il Signore fu con lui, né lasciò andare a vuoto una sola delle sue parole».
1 Sam 3, 3-10; 19-20
Come vivere questa Parola?
Nella prima lettura della liturgia odierna ci viene narrata la celebre vocazione di Samuèle, che non avviene istantaneamente, come quella di Abramo o dei quattro Apostoli vista lunedì scorso, ma si tratta di una chiamata progressiva, che si sviluppa lentamente in tre tappe consecutive.
Essa inizia con una prima chiamata inattesa, nella notte, quando «la lampada di Dio non era ancora spenta» e il giovane era coricato nel tempio del Signore (v.3). Come in ogni vocazione biblica, l'iniziativa è sempre di Dio; l'adesione di Samuèle è pronta (Eccomi!), ma ancora cieca («Corse da Eli e gli disse: "Mi hai chiamato, eccomi!"») e alla fine rimane una certa delusione nel giovane («Non ti ho chiamato, torna a dormire!»).
Una seconda chiamata si replica subito dopo (nei versi 6-7), ma ancora senza risultato, perché «Samuèle fino ad allora non aveva ancora conosciuto il Signore, né gli era stata ancora rivelata la parola del Signore» ed egli rimane ancor più deluso e sconcertato di prima.
Finalmente, nella terza chiamata (vv. 8-9), il sacerdote Eli intuisce l'importanza dell'esperienza che sta facendo Samuèle, e il suo comportamento costituisce il modello del vero educatore spirituale, che aiuta, ma non si sostituisce alla vicenda del tutto personale del giovane («Se ti chiamerà, dirai: "Parla, Signore, perché il tuo servo ti ascolta"»).
Ora la chiamata del Signore è diventata decisiva e chiara, e l'adesione del giovane diventerà precisa e matura, tanto che la conclusione del testo afferma solennemente: «Samuèle crebbe e il Signore fu con lui, né lasciò andare a vuoto una sola delle sue parole».
Oggi farò mia la preghiera di Samuele e la ripeterò insistentemente: "Parla, Signore, perché il tuo servo ti ascolta".
(Non è vero che talvolta la nostra preghiera è un po' diversa... da quella di Samuèle: "Ascolta, Signore, perché il tuo servo ti parla?"
La voce del re Salomone
«Concedi, Signore, al tuo servo (Salomone) un cuore ascoltante»
1Re 3,9
Don Ferdinando Bergamelli SDB - f.bergamelli@tiscali.it
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