Omelia (15-01-2016)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Mc 2, 3-12

«Si recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone. Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dove egli si trovava e, fatta un'apertura, calarono la barella su cui era adagiato il paralitico. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: "Figlio, ti sono perdonati i peccati". Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro: "Perché parla così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati se non Dio solo?". E subito Gesù, conoscendo nel suo spirito che così pensavano tra di sé, disse loro: "Perché pensate queste cose nel vostro cuore? [...]. Ora, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, dico a te - disse al paralitico - :"alzati, prendi la tua barella e va' a casa tua".... E tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: "Non abbiamo mai visto nulla di simile!"».

Mc 2, 3-12


Come vivere questa Parola?

Nel vangelo odierno Marco ci dipinge vivacemente, con i tratti pittoreschi della sua ricca tavolozza di colori, il celebre episodio della guarigione di un paralitico. Ci fermiamo brevemente su due pennellate.

Una prima osservazione: se si guarda bene, il punto focale del quadro dipinto dall'Evangelista, non è sul Gesù taumaturgo che guarisce il paralitico, ma sulla Sua Parola, che afferma: "Figlio, ti sono perdonati i peccati". La guarigione non è, per il Maestro di Nazareth, la cosa più importane e a sé stante, ma è in funzione della Sua Parola che perdona. La preoccupazione fondamentale del Salvatore infatti, non è la guarigione, ma il perdono. Ciò significa che Gesù, in accordo col genuino pensiero biblico, corpo e spirito non sono separati, ma compatti e formano un'unità armonica dell'essere umano. Pertanto la guarigione esteriore è solo un "segno" che rimanda a qualcosa di più profondo e unitario: il perdono!

Una seconda osservazione: mentre precedentemente Gesù aveva proibito espressamente di manifestare in pubblico la sua messianicità (il cosiddetto ‘segreto messianicò), ora lui stesso proclama di essere il: "Figlio dell'uomo che ha il potere di perdonare i peccati sulla terra". Adesso, il pericolo di equivocare sulla sua vera identità religiosa, in senso politico e mondano, non c'è più,

Conclusione: il perdono dei peccati da parte di Gesù è l'espressione di quella misericordia di Dio che definisce la sua stessa natura e la costante della sua azione salvifica nel mondo. Essa ha trovato la sua visibilità storica nella persona di Gesù di Nazareth, che rivela il vero volto di Dio. Questa è stata la grandiosa intuizione di Papa Francesco nell'indizione del Giubileo Straordinario che stiamo vivendo.


La voce di papa Francesco

«Gesù Cristo è il volto della misericordia del Padre. Il mistero della fede cristiana sembra trovare in questa parola la sua sintesi. Essa è divenuta viva, visibile e ha raggiunto il suo culmine in Gesù di Nazareth»

Misericordiae vultus, Bolla d'indizione del Giubileo Straordinario, num. 1


Don Ferdinando Bergamelli SDB - f.bergamelli@tiscali.it