Omelia (10-01-2016) |
Missionari della Via |
Eccoci all'inizio della missione di Gesù; dopo 30 anni di vita nascosta, il Signore si manifesta a tutti ed è Dio Padre a presentarcelo: Questi è il Figlio mio, l'amato, in cui ho posto il mio compiacimento. Chi è questo Figlio di Dio, della stessa natura del Padre? Uno che si fa nostro fratello, che si fa ultimo, che si mette tra i peccatori, tra quelli che volevano ricevere il battesimo di Giovanni come segno del loro desiderio di cambiare vita. E così Gesù ci rivela chi è davvero Dio: è il Dio-con-noi, che si è fatto davvero uno di noi, uno che non ci guarda dall'alto verso il basso, ma che si mette più in basso di noi per tirarci su; uno che non si tiene alla larga da noi peccatori, ma che si fa nostro compagno di viaggio per salvarci; uno che non si avvicina solo quando saremo buoni, ma che ci è sempre accanto e col suo amore ci può rendere più buoni; uno che non fa "distinzioni di classe o di razza", ma che cerca tutti, che ci ama tutti; uno che non è indifferente alle nostre sofferenze, che se ne sta beato "lassù", ma uno che viene "quaggiù" per condividere tutto, per farsi carico delle nostre sofferenze e spalancare il cielo, per portarci tutti su con sé! Sì, Gesù riceve l'approvazione del Padre celeste, che lo ha inviato proprio perché accetta di condividere la nostra condizione, la nostra povertà. Condividere è il vero modo di amare. Gesù non si dissocia da noi, ci considera fratelli e condivide con noi. E così ci rende figli, insieme con Lui, di Dio Padre. Questa è la rivelazione e la fonte del vero amore (papa Francesco). Giovanni annunziava la venuta del "più forte": chissà cosa avrà pensato vedendo Gesù davanti a se che chiedeva di esser battezzato da lui. Questo ci fa capire che Dio, il più forte, è Colui che scende. Sin dall'Antico Testamento il Signore si è rivelato come Colui che ascolta il grido del suo popolo scende per salvarlo, per liberarlo dalla schiavitù (cfr Es 3,8); e nel farsi uomo Dio ha completato questa discesa: è sceso nel grembo della Vergine Maria, è sceso nelle acque del Giordano per santificarle; è sceso negli inferi dopo la morte per tirare su tutta l'umanità, spalancando le porte del cielo. E così continua a fare: Dio scende per farci salire a Lui. Siamo tutti invitati a farlo scendere nel cuore, a lasciare che la Sua Parola e il suo amore illuminino i nostri abissi, i nostri inferi, le zone piagate della nostra storia. Quanti di noi hanno vissuto momenti difficili in famiglia nell'infanzia o tradimenti, aggressioni, mancanze d'amore; quanti si sentono inutili, fuggono dalla loro storia o ripropongono quello stesso male che hanno subito, o sono bloccati nei loro schemi, nelle loro lamentele; ecco, Dio vuol scendere in questi nostri abissi e illuminarli con il Suo Amore per farci risalire, per darci una vita nuova. Il battesimo di Gesù ci rivela il suo amore; uniti a Lui anche noi il Padre dice: tu sei mio figlio, sei prezioso ai miei occhi e io ti amo! Potresti dire: Ma io ho fatto tante cose brutte.... ma io non merito niente... E Dio ti ripete: tu sei mio figlio, ti amo! Lasciami entrate, lasciati perdonare! Qualcosa ti dice di non credergli, ma Lui c'è lo stesso, ti sostiene, ti da la vita anche se non ci credi. Provaci: lascialo scendere in te, lasciati amare, lasciati risollevare: vieni fuori dalle tue zone di difesa, dalle etichette che ti sei appiccicato, dai sensi di colpa coi quali ti soffochi, dai modi rigidi nei quali sei bloccato, dalle depressioni che ti coltivi, dai musi che ti piace mettere: Tu sei di più di tutto questo! Puoi fare esperienza di tutto ciò nella preghiera: Gesù si cala nei flutti della colpa, nell'inconscio, nella pulsionalità, negli elementi della terra, come lo rappresentano sempre le icone. Calandosi in essi, prega tanto intensamente che il cielo si apre sopra di lui... È un profondo desiderio anche mio quello di saper pregare in modo tale che il cielo si apra sopra di me, che l'amore di Dio rifulga nel profondo del mio inconscio, negli abissi della mia colpa. E anelo a saper pregare anche per gli al-tri, in modo tale che il cielo si apra sopra di loro. Pregare significa aprire il cielo sopra le persone, in modo che sia loro consentito di sentire il rapporto con Dio come la loro unica salvezza (A. Grün). Lasciamolo dunque scendere nel nostro cuore! |