Omelia (17-01-2016)
Monastero Domenicano Matris Domini
Commento su 1Cor 12,4-11

Collocazione del brano


Il Tempo Ordinario per tutti e tre gli anni liturgici (A, B e C) si apre con la lettura della Prima lettera ai Corinti. Per l'anno A si leggono i primi tre capitoli, l'anno B brani tratti dai capitoli 511, e quest'anno C brani di 1Cor 12-15.

Come è noto la 1Corinti affronta alcune situazioni piuttosto scottanti vissute da una comunità giovane e piena di fermenti e iniziative. Nei capitoli che leggeremo in queste domeniche si parla dei doni spirituali, o "carismi", a cui i Corinti tenevano particolarmente (capp. 12-14) e della risurrezione dei morti, messa in discussione da alcuni membri della stessa comunità (15). Il capitolo 12 è dedicato ai doni dello Spirito (pneumatika). Si tratta di un termine tecnico del mondo ellenistico per indicare fenomeni prodigiosi ed estatici. Lo Spirito era inteso come potenza divina e travolgente e donatore di forze straordinarie e spettacolari. Si trattava in particolare di rapimenti estatici e la glossolalia, cioè il dono di parlare in lingue sconosciute e misteriose. Questi fenomeni avvenivano all'interno delle riunioni della comunità, la quale restava muta e stupita. Ma tutto ciò non aiutava per niente a camminare nel cammino della fede. Inoltre i carismatici risultavano essere una categoria di privilegiati.


Lectio

Fratelli, 4vi sono diversi carismi, ma uno solo è lo Spirito; 5vi sono diversi ministeri, ma uno solo è il Signore; 6vi sono diverse attività, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti.

Paolo cerca di ridimensionare il fenomeno. Innanzitutto invece di pneumatika (1Cor 12,1) parla di carismata, doni di grazia, che provengono dal gratuito amore di Dio. Poi li ricapitola in una stessa fonte e li colloca in una cornice trinitaria. Ci sono questi doni, sono di diverso tipo, ma provengono tutti dallo Spirito. Ci sono diversi ministeri, cioè servizi. La diakonia, richiama un ministero preciso all'interno della Chiesa, giunto fino ai giorni nostri. Ma anche questi ministeri provengono da un solo Signore, cioè da Gesù Cristo figlio di Dio. Ancora ci sono diverse attività ma vanno tutte ricondotte a Dio Padre, il primo ad operare tutto in tutti. La Chiesa è un organismo che ha bisogno di diverse attività, ma tutte hanno come fonte Dio e sono volte al bene di tutti i credenti.


8a uno infatti, per mezzo dello Spirito, viene dato il linguaggio di sapienza; a un altro invece, dallo stesso Spirito, il linguaggio di conoscenza;

Il metro per valutare qualsiasi dono è dunque l'utilità all'interno della comunità cristiana. Paolo enumera questi doni di cui i Corinti erano dotati, ma ad ogni dono ribadisce che l'unica fonte da cui esso proviene è lo Spirito. Si tratta di un esempio esemplificativo, senza voler esaurire la vasta gamma dei doni. Il linguaggio della sapienza e il linguaggio di conoscenza sono molto simili. Si tratta di discorsi ispirati, che esprimono la profonda conoscenza del mistero cristiano che lo Spirito dona ai credenti docili alla sua illuminazione.


9a uno, nello stesso Spirito, la fede; a un altro, nell'unico Spirito, il dono delle guarigioni; 10a uno il potere dei miracoli;

Per fede qui non si intende l'adesione all'annuncio evangelico, che è un dono dato a tutti i credenti. Si tratta piuttosto della fede taumaturgica, capace di spostare le montagne (vedi 1Cor 13,3). Coincide con il carisma taumaturgico. Molto simile è il dono delle guarigioni e quello di fare miracoli.


a un altro il dono della profezia; a un altro il dono di discernere gli spiriti; a un altro la varietà delle lingue; a un altro l'interpretazione delle lingue.

La profezia non è la predicazione del futuro, piuttosto si tratta di una parola capace di scuotere, provocare ravvedimenti, coinvolgere l'ascoltatore. Era importante discernere la vera profezia dalle sue imitazioni, mosse da spiriti malvagi, perciò tra i doni vi è anche quello di discernere gli spiriti. Alla fine vi è la glossolalia. Carisma preferito dai Corinti, in quanto manifestazione estatica, non era molto amato da Paolo per la sua improduttività e sterilità nei confronti della comunità, destinata a rimanere passiva di fronte a voci incomprensibili. Ecco perché la glossolalia viene subito affiancata dal dono di interpretare le lingue, per rendere comprensibili e utili queste manifestazioni dello Spirito. Di questi aspetti Paolo parlerà diffusamente nel capitolo 14.


11Ma tutte queste cose le opera l'unico e medesimo Spirito, distribuendole a ciascuno come vuole.

Tutti questi doni dunque provengono dalla medesima fonte, lo Spirito di Dio, il quale liberamente e sovranamente li elargisce a ciascuno come meglio crede. E' quindi escluso qualsiasi privilegio, qualsiasi merito che renda qualcuno superiore agli altri.


Meditiamo

- Quali sono i doni che ho ricevuto dallo Spirito Santo e che possono servire al bene della Chiesa, a cui appartengo?

- Vi sono persone all'interno della mia comunità che pretendono di essere superiori agli altri in nome di loro particolari capacità?