Omelia (17-01-2016)
mons. Antonio Riboldi
Qualsiasi cosa vi dica, fatela

Le feste natalizie hanno puntato tutta l'attenzione sull'incredibile grandezza del Cuore di Dio che viene incontro, sempre, ai bisogni dell'umanità, mandandoci Suo Figlio, nato da Maria Vergine a Betlemme. Non so se tutti siamo riusciti a spalancare le nostre porte a Maria che chiedeva ospitalità nella nostra vita per consegnarci Gesù. Speriamo che non si sia raffreddato il nostro amore.
Affermava Sant'Agostino: ‘La freddezza dell'amore diventa il silenzio del cuore; l'ardore dell'amore invece è il grido del cuore. Se resta sempre vivo l'amore, tu gridi sempre; se gridi sempre, tu desideri sempre; se desideri hai il pensiero rivolto alla pace'.
Del primo affacciarsi alla vita di Gesù-Uomo, i Vangeli ci hanno detto ben poco: semplici tratti e poi, dopo lo ‘smarrimento' nel tempio, a 12 anni, cala il silenzio. È un silenzio in cui Dio non ha voluto che curiosassimo, perché era il tempo della ricerca, della preparazione, della conoscenza.
Gesù era pienamente uomo e, come tale, necessitava di ‘essere educato'.
Deve essere stato stupendo per Maria e Giuseppe vivere accanto a Gesù, che ‘cresceva in età, sapienza e grazia', in quel silenzio e nascondimento così lungo: nella semplicità della vita familiare, nella preghiera, nei dialoghi, che certamente ci saranno stati, per ‘leggere' la storia di Dio tra gli uomini, nell'apertura accogliente ai vicini e paesani.
Poi venne il giorno in cui Gesù comincia, pubblicamente, ‘a fare la volontà del Padre', che è il desiderio, sempre, di amarci e farci suoi figli. È il giorno in cui Gesù lascia Nazareth per mettersi sulle vie dell'uomo. Tanto grande è l'inizio della missione di Cristo, che così era stata profetizzata da Isaia:
"Per amore di Sion non tacerò; per amore di Gerusalemme non mi concederò riposo, finche non sorga come aurora la sua giustizia e la sua salvezza non risplenda come lampada. Allora le genti vedranno la tua giustizia, tutti i re la tua gloria; sarai chiamata con un nome nuovo, che la bocca del Signore indicherà. Sarai una magnifica corona nella mano del Signore, un diadema regale nella palma del tuo Dio. Nessuno ti chiamerà più Abbandonata, né la tua terra sarà più detta Devastata, ma sarai chiamata Mia Gioia e la tua terra Sposata, perché il Signore troverà in te la sua delizia e la tua terra avrà uno sposo. Sì, come un giovane sposa una vergine, così ti sposeranno i tuoi figli; come gioisce lo sposo per la sposa, così il tuo Dio gioirà per te". (Is. 62, 1-5)
E come a voler spiegare queste parole, che sanno di una promessa di matrimonio tra Dio e l'uomo, un matrimonio a cui Dio sarà ed è fedele per sempre, Gesù compie il suo primo miracolo a Cana, proprio durante una festa di nozze, quasi a voler privilegiare matrimonio e famiglia, due capisaldi dell'umanità, e farci comprendere che è venuto a portarci la Buona Novella, che è la nostra realizzazione e felicità in ogni momento d'amore quotidiano, silenzioso o festoso, di gioia o di difficoltà, sempre, perché la nostra vita sia piena della Sua stessa Vita.
Racconta l'evangelista: "In quel tempo, vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c'era la Madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: ‘Non hanno più vino'. E Gesù le rispose: ‘Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora'. Sua madre disse ai servitori: ‘Qualsiasi cosa vi dica, fatela'. Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri.
E Gesù disse loro: ‘Riempite di acqua le anfore'; e le riempirono fino all'orlo. Disse loro di nuovo: ‘Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto'. Ed essi gliele portarono. Come ebbe assaggiato l'acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto - il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l'acqua - chiamò lo sposo e gli disse:
‘Tutti mettono in tavola il vino buono all'inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora'. Questo, a Cana di Galilea, fu l'inizio dei segni compiuti da Gesù: egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.". (Gv. 2, 1-11)
Se c'è una realtà che dovrebbe essere sempre difesa, conservata, con tutte le forze, come fondamento della nostra società, è proprio l'amore vero. Ma sono tante le difficoltà, che incontriamo nell'amare. È certo che la causa di tanti fallimenti nell'amore viene proprio da un ‘terribile oscuramento delle coscienze', che il Vangelo pare evidenziare nella ‘mancanza di vino'!!
Solo Gesù può donarci il ‘vino nuovo', che sorprende tutti. Ma per gustare il ‘vino nuovo' è necessario voler vivere l'esperienza dell'amore vero, che è davvero l'impronta di Dio in noi.
E in questo cammino Maria, la Mamma che ci è stata donata, è davvero per noi guida sicura e maestra, che ci accompagna e ci indica cosa fare, sempre: Disse Papa Francesco in un video messaggio, al Santuario del Divino Amore: "Chi guarda la Vergine Maria? Guarda tutti noi, ciascuno di noi. E come ci guarda? Ci guarda come Madre, con tenerezza, con misericordia, con amore. Così ha guardato il figlio Gesù, in tutti i momenti della sua vita, gioiosi, luminosi, dolorosi, gloriosi, semplicemente con amore. Quando siamo stanchi, scoraggiati, schiacciati dai problemi, guardiamo a Maria.... La Madonna ci conosce bene, è mamma, sa bene quali sono le nostre gioie e le nostre difficoltà, le nostre speranze e le nostre delusioni. Quando sentiamo il peso delle nostre debolezze, dei nostri peccati, guardiamo a Maria, che dice al nostro cuore: "Rialzati, va' da mio Figlio Gesù, in Lui troverai accoglienza, misericordia e nuova forza per continuare il cammino". Maria ci dice: "Guarda al mio Figlio Gesù, ascoltalo, parla con Lui. Non avere paura! Lui ti insegnerà a seguirlo per testimoniarlo nelle grandi e piccole azioni della tua vita, nei rapporti di famiglia, nel tuo lavoro, nei momenti di festa; ti insegnerà ad uscire da te stesso, da te stessa, per guardare agli altri con amore, come Lui che non a parole, ma con i fatti, ti ha amato e ti ama!".
Fidiamoci dunque della Madre della Divina Misericordia, che ci dice, oggi:
‘Qualsiasi cosa vi dica, fatela'