Omelia (07-02-2016)
don Luciano Cantini
D'ora in poi

Gli faceva ressa

È fortemente significativo che l'evangelista dica espressamente che la folla faceva ressa per ascoltare la «parola di Dio», piuttosto che la «parola di Gesù». Le parole che escono dalla sua bocca non è parola di uomo, c'è identità tra la sua parola e quella di Dio, tra la sua persona e Dio stesso. La gente percepisce la straordinarietà di quel predicatore, «sente» e accorre, c'è sete di "buona notizia".

Il Vangelo ancora oggi parla al cuore dell'uomo, lo commuove, lo penetra e lo salva, ha una capacità attrattiva senza pari. Lo scopriamo nel racconto di molti che nella vita sono diventati i poveri, che hanno perso speranze e dignità ma hanno incontrato la Parola e si sono lasciati scompigliare ciò che è rimasto della propria vita e cominciato a risorgere. La Parola di Dio opera dove non è attesa, in piena libertà coinvolgendo, ispirando, consolando comunicando un amore senza eguali, indipendentemente dall'opera dell'uomo, a volte nonostante l'opera dell'uomo che caricata di apparati, di "religione" si frappone in mezzo. Dio è fatto diventare un prodotto da supermercato che oggi subisce la concorrenza di banconi pieni di cose a prezzi più accessibili.

La Parola di Dio è Parola che si incarna nelle parole dell'uomo: gli uomini di Gerusalemme e del tempio allora, gli uomini della gerarchia ecclesiastica oggi hanno una responsabilità grave quando presentano liturgie piene di forme, colme di se stessi, senza un'anima mentre le persone si allontanano perché si sentono giudicate, trattate con scortesia, senza comprensione, senza amore in nome di tante, troppe regole.


Salì in una barca

I pescatori erano scesi e lavavano le reti e Gesù sale su quella barca. Semplice cronaca di un fatto o qualche elemento più significativo ci viene raccontato da Luca? La barca avrebbe permesso una distanza dalla folla, lo specchio d'acqua lacustre avrebbe diffuso il suono della parola, ma è anche vero che il vangelo ci racconta di Gesù che "sale" nella vita, nella storia, nel lavoro di Simone. Lo testimonia anche l'invito a continuare una pesca che quella notte era stata deludente. Gesù sale su quella barca perché seduto potesse insegnare, richiama Simone e poi gli altri per la pesca. Tutto, ogni ragionamento logico ed umano avrebbe consigliato di non farlo, ma per Simone è entrata in gioco una variante nuova: "la tua parola". Quella parola fa superare ogni logica considerazione, ogni saggia valutazione, ogni calcolo e la pesca si fa abbondante.


Si gettò alle ginocchia

Quel tizio assediato dalla folla, prima ignorato, adesso diventa "Signore" e la scena descritta da Luca dice molto sul rapporto nuovo che si è nato tra il "Signore" ed il "peccatore". Se ascoltiamo le parole con attenzione vi percepiamo il bisogno di mantenere una distanza che la situazione dei due rendeva incolmabile: allontànati da me. Ma è Pietro che non si allontana, anzi si è gettato alle ginocchia per tenerle a sé vicino.

L'uomo percepisce la sua insufficienza. L'inadeguatezza ma anche l'estremo bisogno di sentire Dio vicino, alla sua portata, capace di accoglierlo, ascoltarlo, comprenderlo amarlo.


D'ora in poi

Spesso, per non dire quasi sempre l'invito che Gesù rivolge a quei pescatori è applicato ai preti e alla loro vocazione ritenuta quasi una particolarità. C'è il rischio di snaturare il senso dell'episodio attribuendo al vangelo un'intenzione che non ha. Gesù non sta guardando ad una chiesa strutturata come noi oggi la viviamo e pensiamo. Il suo sguardo è su tutta quell'umanità, per cui Dio ha creato la storia ed ha preparato un "giardino" da curare. C'è un Regno di Dio che si è fatto vicino.